Un tris di diminuzioni per l’energia: prezzi, consumi ed emissioni

L’Analisi trimestrale ENEA del sistema energetico italiano evidenzia l’insolita situazione che si è registrata nella prima metà del 2023: consumi giù del 5% con un calo del 9% delle emissioni climalteranti
ENEA: l'analisi trimestrale evidenzia un calo dei consumi, dei prezzi dell'energia e delle emissioni

Una prima metà dell’anno caratterizzata dalla “coabitazione” di tre segni meno – relativi all’andamento in Italia dei prezzi dell’energia, dei consumi energetici e delle emissioni climalteranti – cattura inevitabilmente l’attenzione. E quindi va assolutamente spiegato che cosa è successo, appunto quel che fa ENEA nel suo aggiornamento trimestrale dell’Analisi del sistema energetico italiano.

Continua il calo iniziato a fine 2022

Cominciamo dai dati, che indicano come nel primo semestre del 2023, nonostante il netto calo dei costi energetici, è proseguita la diminuzione dei consumi di energia (-5% rispetto allo stesso periodo del 2022), e questo dopo la forte contrazione che si era già registrata nel quarto trimestre dell’anno scorso (-12%).

consumi energia primaria - fonte enea

L’aggiornamento trimestrale dell’Analisi ENEA, come detto, evidenzia anche una nuova significativa riduzione delle emissioni di CO2 (-9%) nella prima parte dell’anno in corso, il che dà seguito al calo registrato tra ottobre e dicembre del 2022 dopo ben sei aumenti trimestrali consecutivi delle emissioni climalteranti.

La debolezza della zona euro

Ma che cosa ha causato l’inusuale contemporaneità di queste tendenze? Innanzitutto, gli analisti ENEA evidenziano la situazione generale nel nostro continente: “Nella prima metà del 2023 è continuata la fase di debolezza delle economie dell’area euro (il PIL è lievemente diminuito nel primo trimestre e ha ristagnato in primavera), con in particolare un’ulteriore flessione dell’attività manifatturiera (a fronte dell’espansione nei servizi)”.

Una debolezza economica che, nonostante il deciso ritracciamento dei prezzi all’ingrosso del gas e dell’elettricità (45 €/MWh la media del gas nel primo semestre 2023 con addirittura un -70% rispetto al secondo semestre 2022), ha provocato il protrarsi della contrazione dei consumi di energia nella zona euro. Nel dettaglio, si sono avuti nuovi cali della domanda di gas naturale (-14%) ed elettricità (-4%).

Calo emissioni comunque insufficiente

Un andamento corrispondente si è quindi registrato per le emissioni di CO2, il che è facilmente comprensibile visto il filo diretto che lega tali emissioni alla parte dei consumi energetici derivanti dall’impiego di combustibili fossili. Un calo delle emissioni, peraltro, che “non è comunque sufficiente ad avvicinare la traiettoria attuale a quella coerente con il target da raggiungere nel 2030”.

Guardando allo specifico italiano, la crescita del PIL si è interrotta in primavera, soprattutto a causa della contrazione dell’attività manifatturiera, quest’ultima “penalizzata dalla debolezza del ciclo industriale tedesco e dai prezzi dell’energia, che nonostante il netto calo restano su valori storicamente elevati e penalizzano i settori energivori, in particolare i più gas intensive”.

Giù i consumi energetici industriali

Francesco Gracceva, che cura l’Analisi ENEA del sistema energetico, sottolinea che “l’industria ha registrato una riduzione dei consumi (-10%), determinata in particolare dal calo fino al 20% della produzione nei settori gas intensive, i cui consumi energetici risultano ormai inferiori di oltre il 5% rispetto a quelli del 2020. Crescono invece i consumi dei trasporti (+3%), con un incremento concentrato quasi tutto nel primo trimestre 2023 e un progressivo ritorno ai livelli pre-pandemia”.

Una flessione dei consumi energetici che riguarda in misura notevole anche il settore civile (-12%), principalmente a causa del minor impiego di gas per il riscaldamento. Un effetto, quest’ultimo, “conseguenza delle misure amministrative e di efficienza adottate, ma soprattutto legato al clima eccezionalmente mite dei primi mesi dell’anno, a gennaio in particolare”.

Trimestri differenti per le emissioni

Per quanto attiene alla riduzione delle emissioni di CO2, l’Analisi ENEA del sistema energetico italiano indica per il primo trimestre 2023 il contributo sia dei settori ETS (sottoposti all’Emission Trading System, ovvero industria energivora e generazione elettrica) che non-ETS (civile, trasporti, agricoltura, rifiuti e piccola industria).

Invece, nel secondo trimestre il calo si è concentrato principalmente nei settori ETS (-19%), in particolare “per il minor impiego di carbone nella generazione elettrica (-60%) e per l’aumento delle rinnovabili elettriche (+9%) e delle importazioni di elettricità (+4%)”.

Incidenza fonti rinnovabili sui consumi

Infine, l’Analisi ENEA evidenzia che per il primo semestre del 2023 è stimata in aumento la quota di FER (Fonti Energia Rinnovabile) sui consumi finali. La ragione essenzialmente sta proprio nelle modalità del calo dei consumi energetici, avvenuto tagliando le fonti fossili con invece una sostanziale tenuta della produzione energetica da rinnovabili.

quota rinnovabili su consumi - fonte enea

Sostanzialmente in stallo dal 2020, la quota di FER sembra ora proiettata verso il raggiungimento del suo massimo storico nel 2023. Questo significa una percentuale vicina al 40% dei consumi finali energetici legata all’impiego di fonti rinnovabili.

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Leonardo Barbini

Copywriter ed editorialista di Elettricomagazine.it, appassionato di tecnologia. Da anni segue le tematiche della mobilità elettrica, della transizione energetica e della sostenibilità
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