Catasto Energetico Unico degli edifici, perché rappresenta una svolta

Il Rapporto 2023 sulla Certificazione Energetica degli Edifici fa il punto su un’innovazione – il Catasto Energetico Unico - che promette di mettere ordine nella caotica raccolta e gestione dei principali dati energetici degli immobili italiani
Catasto Energetico Unico degli edifici: cosa è e perchè è importante

“Uno strumento di pianificazione, gestione e controllo del patrimonio edilizio, rivolto agli Enti Locali.”: prendiamo questa definizione, collochiamola nella caotica realtà immobiliare del nostro Paese, e capiamo subito che stiamo parlando di qualcosa di estremamente importante, la cui valenza va di pari passo con la complessità della realizzazione. Si tratta del nuovo Catasto Energetico Unico degli edifici (CEU), oggetto di un significativo approfondimento nell’edizione 2023 del Rapporto sulla Certificazione Energetica degli Edifici.

La situazione in essere

Ma prima di occuparci di quel che sarà, ovvero i benefici che saranno apportati dalla messa in opera del Catasto Energetico Unico degli edifici, è bene parlare di quel che è, vale a dire la situazione assolutamente insoddisfacente che in Italia purtroppo contraddistingue la raccolta e la gestione dei principali dati energetici degli edifici.

“In particolare – si legge nel Rapporto – ad oggi, nonostante gli sforzi profusi, nessuna Regione si è ancora dotata di un catasto regionale unico degli APE degli edifici e degli impianti termici, capace di garantire la piena interoperabilità tra i dati dei due sistemi, in modo da estrarre tutte le caratteristiche energetiche relative ad un singolo fabbricato o ad una unità immobiliare”.

I limiti degli attuali catasti

Ne consegue che attualmente, dove presenti, i catasti non sono uniformi negli schemi, nei contenuti e nella compatibilità con le diverse piattaforme informatiche, non contengono informazioni sugli impianti a fonte rinnovabile e sulle prescrizioni che progettisti e direttori dei lavori, inviano ai Comuni. Non solo, in molti casi non permettono neanche l’invio automatico delle informazioni al SIAPE (acronimo di Sistema Informativo sugli Attestati di Prestazione Energetica).

Si arriva così alla logica conclusione, ovvero che “di fatto nessuna Regione o Comune gestisce un efficiente catasto energetico degli edifici pubblici e privati che, invece, sarebbe un utile strumento per gli enti locali competenti per le attività di controllo e di ispezione e per le Regioni che devono ottemperare agli obblighi di consuntivazione periodica dei risultati energetici ed ambientali conseguiti e per una idonea pianificazione energetica”.

Un nuovo sistema informativo

Non mancano, dunque, le ragioni per giustificare un profondo cambiamento dello status quo. Ed è appunto nata l’idea, poi adeguatamente elaborata, della creazione di un sistema informativo capace di garantire l’interoperabilità tra il catasto degli APE (Attestato di Prestazione Energetica) e quello degli impianti termici, il tutto “attraverso una rappresentazione cartografica geo-referenziata, basata su mappe catastali aggiornate fornite dall’Agenzia delle Entrate raccolte nella piattaforma informatica denominata catasto degli edifici virtuali”.

APE Classe di efficienza energetica edificio

Al riguardo, nel Rapporto sulla Certificazione Energetica degli Edifici si sottolinea come a livello nazionale la gestione degli APE e dei dati caratterizzanti gli impianti termici ed i relativi controlli e verifiche è molto eterogenea. Ciò è dovuto alla presenza di catasti APE implementati diversamente (ben 14) e ancor di più a causa dei catasti impianti termici (oltre 25), che sono spesso differenti su scala perfino comunale, con conseguenti criticità per gli utenti e per gli operatori coinvolti.

I vantaggi del Catasto Energetico Unico

Il grande vantaggio del CEU è quello di proporsi come una piattaforma informatica in grado di uniformare la modalità di trasmissione degli APE e dei documenti di gestione degli impianti termici. Ne conseguono grandi vantaggi poiché si determina “un maggior grado di sicurezza, fornendo un supporto utile alla Pubblica Amministrazione per il monitoraggio dell’efficienza energetica degli edifici, tale da orientare le politiche energetiche territoriali e garantire ai cittadini e agli operatori tecnici un maggior grado di accessibilità e trasparenza dei dati sul patrimonio edilizio”.

Ed ancora, il Rapporto evidenzia come la gestione integrata delle informazioni, possibile grazie all’utilizzo del CEU, permetterà di eliminare le criticità legate alla non corretta geo-referenziazione degli APE. Inoltre, il sistema consentirà il collegamento automatizzato con il corrispondente impianto termico, i cui documenti saranno trasmessi tramite l’applicativo informatico.

Strumento di monitoraggio

Infine, grazie all’entrata in funzione del Catasto Energetico Unico degli edifici “gli enti locali potranno essere forniti di uno strumento di monitoraggio delle tempistiche delle operazioni di manutenzione e controllo ispettivo, che consentirà di segnalare le scadenze e gli adempimenti da effettuare per mantenere in efficienza gli impianti termici”.

Fin qui il perché e il come. Resta da indicare il quando, con un calendario relativo alla realizzazione del CEU che però è ancora quasi tutto da scrivere. Al momento il dato certo riguarda la Sicilia, che è stata selezionata come regione pilota per la sperimentazione del sistema, con una previsione del suo avvio a partire dalla fine del 2023.

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Leonardo Barbini

Copywriter ed editorialista di Elettricomagazine.it, appassionato di tecnologia. Da anni segue le tematiche della mobilità elettrica, della transizione energetica e della sostenibilità
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