Fra le tante cose destinate a crescere in modo esponenziale durante la transizione green del pianeta c’è sicuramente lo stoccaggio energetico, elemento fondamentale per garantire la continuità dell’approvvigionamento a qualsiasi orario e latitudine. BloombergNEF, nel suo Energy Storage Outlook del 2021, ha aggiornato le sue previsioni sull’andamento del settore confermando le aspettative per un autentico boom nel corso del decennio appena cominciato.
A catturare subito l’attenzione c’è un numero dall’elevato valore simbolico: il mercato globale dello stoccaggio dell’energia è infatti destinato a raggiungere la capacità di un terawattora entro il 2030. A consentire il raggiungimento di questo traguardo saranno soprattutto gli Stati Uniti e la Cina che effettueranno oltre la metà delle installazioni globali nel decennio.
La stima del report indica che gli impianti di accumulo di energia in tutto il mondo raggiungeranno entro la fine del 2030 un totale di 1.028 gigawattora (358 gigawatt). Si tratta, appunto, di una crescita esponenziale se è vero che alla fine del 2020 il dato globale relativo allo stoccaggio dell’energia è stato di quasi 30 volte (!) inferiore, ovvero 34 gigawattora (13 gigawatt).
Dunque, un settore dalle grandi prospettive nel quale però l’Europa appare attualmente in ritardo a causa della mancanza di politiche e incentivi di stoccaggio mirati. Una situazione – sottolinea BloombergNEF – per certi versi sorprendente, considerando gli ambiziosi obiettivi climatici annunciati a più riprese dai vertici dell’Unione europea.
Un ritardo, quello del Vecchio continente, che potrebbe essere colmato in tempi non troppo lunghi con il verificarsi di alcune condizioni. Nel dettaglio, la crescita europea nello stoccaggio energetico potrebbe accelerare man mano che aumenterà la penetrazione delle energie rinnovabili, verranno eliminati sempre più generatori a combustibili fossili e diventerà più localizzata la catena di approvvigionamento delle batterie.
Un fattore decisivo per consentire l’impetuosa espansione globale dell’accumulo di energia è rappresentato dalla rapida evoluzione della tecnologia per la realizzazione delle batterie. Al riguardo il report rileva che l’industria già adesso sta adottando più prodotti chimici per la fabbricazione delle batterie agli ioni di litio.
In particolare, nel 2021 per la prima volta il fosfato di litio-ferro (LFP) è stato utilizzato più delle sostanze chimiche al nichel-manganese-cobalto (NMC) per i dispositivi di stoccaggio stazionario. LFP che diventerà la principale scelta chimica per la realizzazione delle batterie agli ioni di litio nel settore dello stoccaggio almeno fino al 2030, trainato dal suo ruolo dominante in Cina e dalla crescente penetrazione nel resto del mondo.
Non mancano poi le possibili tecnologie alternative, con BloombergNEF che ha aggiornato le sue previsioni sottolineando il ruolo delle batterie agli ioni di sodio, il cui importante sviluppo potrebbe trasformarle in un serio contendente delle batterie agli ioni di litio entro il 2030.
Yiyi Zhou, specialista di energia pulita presso BNEF e principale autore del rapporto, ha sottolineato come “il mercato globale dello storage sta crescendo a un ritmo senza precedenti. La diminuzione dei costi delle batterie e l’aumento della penetrazione delle energie rinnovabili rendono lo stoccaggio dell’energia una risorsa flessibile e attrattiva in molti sistemi di alimentazione. I progetti di stoccaggio dell’energia stanno crescendo e sono sempre più abbinati allo sviluppo delle energie rinnovabili”.