Avviare un progetto di trasformazione sostenibile non dovrebbe essere un atto eroico. A maggior ragione nei contesti aziendali e industriali, dove piccole o grandi azioni, insieme, fanno la differenza a livello globale.
Eppure, spesso, per imprenditori gli investimenti per efficientare e decarbonizzare i processi presentano ostacoli. Chi dovrebbe occuparsi della strategia di sviluppo green? Da quali aspetti iniziare? U-Earth Sustainability Survey 2023 lo ha chiesto a un panel di figure professionali direttamente coinvolte nei progetti di sostenibilità. Una combinazione di Ceo, Head of Sustainability e Sustainability Specialist, marketing manager e responsabili HR le cui considerazioni ci offrono un quadro completo di questa evoluzione.
Tra i progetti di trasformazione sostenibile intrapresi dalle aziende intervistate, il 25,6% è legato alla gestione della qualità dell’aria e delle emissioni. In particolare, ai programmi net zero sul medio e lungo termine, mentre le politiche a breve sono ancora poche. A dominare le iniziative, la riduzione del biossido di carbonio, con il 78,2% di risposte. Il 30,1% si affida invece principalmente alle energie rinnovabili. Seguono gli interventi per la mobilità sostenibile: smart working (23,3%) e promozione dei trasporti pubblici (19,9%). Il 13,5% riguarda poi la gestione delle risorse idriche e dei rifiuti, unita alla riduzione della plastica.
Fin qui, abbiamo parlato di iniziative lodevoli ma singole. Solo il 9,8% dei decisori intervistati si è addentrato in programmi più strutturati. Concentrando gli investimenti in veri e propri piani per la sostenibilità. Interessanti, comunque, i risultati ottenuto in termini di responsabilità sociale, diversità e inclusione, ai quali più del 8% delle aziende intervistate si è focalizzato. L’attenzione per l’economia circolare coinvolge invece l’8,4% dei progetti, mentre l’efficienza energetica, intesa sia come risparmio economico sia come minore inquinamento tocca il 7,4% delle iniziative. Fanalino di coda, la biodiversità. Presa in considerazione dall’1,9% delle aziende, nonostante il World Economy Forum la annoveri tra le peggior minacce dei prossimi dieci anni. Chiaramente, il dato potrebbe essere condizionato dal tipo di core business delle aziende interpellate.
Per 1 azienda su 5, il primo freno allo sviluppo di progetti di sostenibilità è di natura economica. Di fatto, lavorare in modo green implica la trasformazione nei modelli organizzativi e il ripensamento delle infrastrutture e dei processi. Dinamiche che richiedono investimenti mirati. A pari merito, gli intervistati attribuiscono anche alla “mancanza di una visione orientata alla sostenibilità” un ruolo importante.
Altro impedimento, la figura professionale che dovrebbe farsi carico dei progetti di trasformazione sostenibile. Che ruolo e responsabilità dovrebbe avere? Quali sono le corrette competenze? La complessità della materia non aiuta. Gli intervistati ritengono tuttavia che tale guida debba averne il potere. Ponendo dunque in posizione privilegiata Ceo (27,3%) e Head of Sustainability (21,8%). Il 16,4% pensa invece alla governance allargata, da attribuire a un organo collegiale di stakeholder.
Ultimo tema, le competenze e le attitudini per portare il cambiamento in azienda. Il leader della trasformazione sostenibile deve avere anzitutto un pensiero strategico. Seguito dalla capacità di visione, unita a quella di saper guardare al futuro. Nell’esecuzione dei progetti, invece, assume il 26,7% delle risposte è rivolto alle conoscenze tecniche e alle competenze applicative. Bisogna dunque partire dalla conoscenza, ma anche dalla cultura, per il 25,5% degli intervistati. Infatti, il 7% suggerisce progetti orientati proprio allo sviluppo di una cultura della sostenibilità, sia all’interno dell’organizzazione sia all’esterno presso partner e fornitori.
Un altro 25,5% di professionisti crede nella pianificazione di una strategia organica ad hoc e di lungo respiro. Questo perché la sostenibilità sia affrontata, come merita, in modo strutturato e non contingente. Si parte dall’analisi e dalla definizione di obiettivi, per poi passare ad azioni mirate, responsabilità e valutazione dei risultati. Infine, oltre monitoraggi e statistiche c’è la passione per queste tematiche. Insieme alla resistenza, fa sì che il team di lavoro non si scoraggi di fronte alle difficoltà e possa raggiungere i traguardi di trasformazione sostenibile.