UE: più velocità nella transizione energetica degli edifici

Dalla riunione del Consiglio Energia il primo via libera alla revisione della direttiva sulla prestazione energetica degli edifici, nota come EPBD. Obiettivi green più ambiziosi sia per gli immobili esistenti sia per quelli di nuova costruzione
transizione energetica degli edifici : revisione direttiva EPBD

Proprio mentre in Italia infuriano le polemiche sul Superbonus – con risvolti talvolta grotteschi, considerata la corsa di molti partiti politici a “disconoscere” un’agevolazione che però in parlamento avevano a suo tempo approvato -, al di sopra delle Alpi si tira dritto e già si pensa alle prossime mosse in tema di efficientamento energetico degli edifici. E così, poche settimane fa, dal Consiglio Energia della Unione europea è arrivato il primo via libera alla revisione della direttiva sulla prestazione energetica degli edifici, ovvero l’Energy Performance of Building Directive, indicata anche con l’acronimo EPBD, che nella sua versione attuale ha già rappresentato il dettato regolatorio su cui si sono basate importanti normative nazionali come, appunto, il nostro Superbonus al 110%.

Dal 2030 nuovi edifici a impatto zero

Le modifiche previste non sono certo di poco conto, se è vero che il documento varato dal Consiglio Energia UE prevede che a partire dal 2030 tutti i nuovi fabbricati dovranno essere costruiti garantendo emissioni zero e che entro il 2050 anche gli edifici esistenti avranno l’obbligo di raggiungere lo stesso traguardo attraverso processi di ristrutturazione ed efficientamento.

Nel Consiglio Energia siedono i ministri competenti dei Paesi dell’Unione. A presiedere la riunione che ha dato il via libera alla nuova versione dell’EPBD è stato il responsabile ceco, Jozef Sikela. “L’edilizia – ha sottolineato – è un settore cruciale per raggiungere gli obiettivi energetici e climatici che l’UE si è posta. L’accordo raggiunto tra i ministri aiuterà i cittadini europei a consumare meno energia, migliorando la qualità della vita e abbassando le bollette energetiche”.

Adeguamento al Fit for 55

La revisione della direttiva sulla prestazione energetica degli edifici si era resa necessaria per allineare la normativa a quanto stabilito nel “pacchetto” di riforme e regolamenti Fit for 55 promulgato dall’Unione con l’obiettivo della riduzione delle emissioni nette di gas ad effetto serra di almeno il 55% entro il 2030 (rispetto ai livelli del 1990), per poi arrivare alla neutralità climatica entro il 2050.

Nel rinnovato EPBD – che diverrà vigente al termine di un cammino politico che si concluderà con il voto del parlamento europeo – viene introdotto, come detto, l’obbligo di realizzare nuovi edifici con emissioni zero a partire dal 2030, un vincolo che in realtà viene anticipato per quanto riguarda gli edifici pubblici che dovranno arrivare a questo risultato già nel 2028.

EPBD: le tappe per gli edifici esistenti

Per forza di cose più complesso il tema della ristrutturazione degli edifici esistenti, dove il raggiungimento delle emissioni zero per la metà del secolo avverrà seguendo un articolato percorso a tappe. Quest’ultimo nel nuovo testo della direttiva viene delineato in base agli standard minimi obbligatori di prestazione energetica da raggiungere nel corso degli anni.

In particolare, per prima cosa l’EPBD vincola gli Stati membri dell’Unione a individuare la parte del proprio patrimonio edilizio con le peggiori prestazioni energetiche e quindi a ristrutturala passando dalla classe più bassa, indicata con la lettera “G”, al grado successivo “F”. Un processo che dovrà avvenire entro il 2027 per gli edifici pubblici e non residenziali, mentre per gli immobili residenziali il traguardo è fissato al 2030. Lo step successivo sarà il raggiungimento della classe “E”, e così via fino all’impatto zero nel 2050.

Classe di efficienza energetica case

Agevolazioni per le famiglie a basso reddito

Nel testo approvato dal Consiglio Energia si sottolinea come ben il 40 per cento dell’energia consumata nell’Unione è destinata proprio agli edifici pubblici e privati, che poi sono responsabili del 36 per cento delle emissioni europee di gas serra. Certo, l’opera di riqualificazione energetica si presenta colossale e ricca di ostacoli, e al riguardo l’EPBD prevede fra l’altro l’introduzione di aiuti economici per le opere di efficientamento a beneficio delle famiglie a basso reddito.

Inoltre, la nuova direttiva contiene una “stretta” sulle caldaie a gas con l’obiettivo di contribuire al taglio dei combustibili fossili. E così a partire dal primo gennaio 2027, sarà vietato agli Stati membri offrire degli incentivi finanziari per l’installazione di caldaie alimentate a gas (o con altri combustibili fossili), ad eccezione di quelle selezionate e approvate per l’installazione prima del 2027.

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Marco Ventimiglia

Giornalista professionista ed esperto di tecnologia. Da molti anni redattore economico e finanziario de l'Unità, ha curato il Canale Tecnologia sul sito de l'Unità
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