Il Gestore dei Servizi Energetici (GSE) ha pubblicato a inizio novembre il primo report Energia e Clima, che traccia un quadro dettagliato del comparto energetico nel nostro Paese alla luce degli obiettivi fissati al 2030. Nello specifico lo studio trimestrale, che ha elaborato dati aggiornati al 30 settembre 2022, offre una panoramica sui risultati raggiunti nei settori dell’efficienza energetica, delle rinnovabili, della mobilità sostenibile, senza tralasciare la spesa energetica di famiglie e imprese e gli andamenti dei mercati energetici e ambientali, tra cui combustili fossili, energia elettrica, CO2, certificati bianchi.
Prendendo in considerazione, in particolare, i numeri sulle rinnovabili, dal report emerge come i consumi finali lordi di energia prodotta da queste fonti nel 2021 siano stati pari a 22,6 Mtep. Di questi
Rispetto al 2020, anno in cui la pandemia ha influito in modo rilevante, nel 2021 i Consumi Finali Lordi totali di energia aumentano in modo consistente (+11%), superando i consumi legati esclusivamente alle rinnovabili, che rimango al 3%.
A confermare questo trend di discesa è anche il dato sulla quota di consumi complessivi coperti da FER (fonti energetiche rinnovabili), che nel 2021 si è attestato a intorno al 19%, in calo rispetto al 2020, ma comunque in aumento di 2 punti percentuali rispetto al target fissato dalla direttiva europea RED I per il 2020, ovvero il 17%.
Per quanto riguarda i consumi finali lordi di energia rinnovabile nel settore elettrico il report Energia e Clima del GSE mostra come nel 2021 il dato stimato sia stato pari a 10,1 Mtep, calcolati applicando i criteri fissati dalla direttiva 2009/28/CE. La potenza installata nel nostro Paese è arrivata, invece, a circa 58 GW. A svolgere un ruolo di primo piano è stato in particolare il fotovoltaico, con una potenza efficiente lorda di 23 GW, seguito da idroelettrico (19 GW) e eolico (11 GW).
La produzione complessiva da FER – si legge nel documento del GSE – si è attestata intorno a 116 TWh, in diminuzione rispetto all’anno precedente (-2%). Nel nostro Paese la fonte rinnovabile più utilizzata per produrre elettricità si è confermata nel 2021 quella idraulica, che ha rappresentato il 39% di tutta la generazione da FER. Subito dopo ci sono stati invece il solare (22%) e l’eolico (18%).
Ma questi dati come si traducono in termini di riduzione delle emissioni? Secondo lo studio del GSE nel biennio 2020- 2021 la produzione elettrica da fonti rinnovabili ha permesso di evitare l’immissione in atmosfera di 55 Mt di CO2eq, che ammontano a 65 Mt di CO2eq se si considera l’intero ciclo di vita (includendo i risparmi di emissioni durante le fasi di upstream dei combustibili).
Nello specifico tra i sotto comparti delle rinnovabili che hanno dato il maggior contributo alla decarbonizzazione del Paese ci sono stati l’idroelettrico, il solare e l’eolico.
Il 40% di queste emissioni evitate è stato reso possibile dallo sviluppo del settore delle rinnovabili nell’ultimo decennio, che ha avuto un input grazie a importanti misure di incentivazione promosse dal nostro Paese. Il restante 60% è il risultato di impianti rinnovabili più storicizzati come gli idroelettrici, la geotermia e in parte le biomasse.
Dai dati elaborati dal GSE emerge inoltre con forza l’impatto positivo che le rinnovabili hanno sull’economia del nostro Paese. In termini di creazione di nuovo Valore Aggiunto per l’economia nazionale, le rinnovabili nel settore elettrico nel 2021 hanno contribuito per circa 3 miliardi di euro; considerando l’intero periodo monitorato (2013 -2021), il contributo complessivo stimato è stato pari a circa 25 miliardi di euro.
Anche in ambito occupazione i dati sono estremamente positivi. Gli occupati permanenti diretti e indiretti (legati alla gestione e manutenzione degli impianti esistenti) hanno registrato un incremento di circa 7.000 ULA (unità Lavorativa per anno) dirette e indirette nel periodo compreso tra il 2013 e il 2021. Questo trend, spiega il GSE, è legato a doppio filo alla progressiva diffusione degli impianti per la produzione di energia elettrica da rinnovabili, che nel 2021 ha portato a circa 34 mila ULA permanenti dirette e indirette correlate all’esercizio degli impianti esistenti.
Numeri in crescita anche per le comunità energetiche (CER) e l’autoconsumo collettivo (AC). Secondo i dati del GSE negli ultimi 24 mesi, infatti, le richieste di incentivazione ai sensi del DM 16/09/2020 hanno continuato a crescere. In totale risultano attive, al 30 settembre 2022, 37 configurazioni di AC e 17 di CER. Ciò si traduce, in termini di potenza, in 1,1 MW totali, tutti da fronte fotovoltaica. Di questi il 70% è relativo all’autoconsumo collettivo.
Tra i tanti scenari analizzati dalla pubblicazione del Gestore dei Sistemi Energetici ci sono anche quelli relativi all’andamento delle bollette elettriche di elettricità e gas per le famiglie.
In particolare, l’analisi del costo dell’elettricità della famiglia tipo (2700 kWh) – realizzata applicando la maggior tutela nel IV trimestre 2022 e prendendo in considerazione la media storica dei consumi – mostra che:
Passando invece al costo del gas della famiglia tipo (1400 metri cubi) nel terzo trimestre 2022, il report – che considera la maggior tutela e la media storica – mostra che:
