Piani Urbani di Mobilità Sostenibile: lo stato dell’arte nelle grandi città italiane

Come si stanno organizzando le città italiane rispetto ai Piani Urbani di Mobilità Sostenibile? Lo ha illustrato Anna Donati, Responsabile Mobilità del Kyoto Club, nel Webinar “Città e nuova mobilità: è ora di cambiare aria”, organizzato da Motus-E
Piani Urbani di Mobilità Sostenibile

La mobilità sostenibile rappresenta uno dei temi cruciali per i grandi centri urbani italiani e per l’intero pianeta. Di questo argomento si è discusso in occasione del Webinar “Città e nuova mobilità: è ora di cambiare aria”, tenutosi martedì 7 aprile 2020. L’appuntamento è stato organizzato da Motus-E, la prima associazione italiana costituita su impulso dei principali operatori industriali, del mondo accademico e dell’associazionismo ambientale e d’opinione per favorire la transizione del settore nazionale dei trasporti verso l’adozione massiva di mezzi sostenibili, in collaborazione con Kyoto Club e CNR-Istituto sull’Inquinamento Atmosferico.

Il Webinar ha visto la partecipazione, come relatori, di Anna Donati, Responsabile Mobilità del Kyoto Club, Francesco Petracchini, Direttore del CNR-IIA, e di Maria Lapietra, Assessore alle Infrastrutture e alla Mobilità nel Comune di Torino.

Diversi gli argomenti trattati nel ricco appuntamento online. Tra questi anche i PUMS, ovvero i Piani Urbani di Mobilità Sostenibile delle maggiori città italiane, il cui punto della situazione è stato illustrato da Anna Donati. Scendiamo nel dettaglio per scoprire come si sta adoperando il nostro paese per indirizzarsi verso una nuova mobilità green.

I Piani Urbani di Mobilità Sostenibile in Italia

I PUMS derivano dalle linee guida europee, che nel nostro paese sono state recepite all’interno di un apposito decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (Mit) del 2017. Nel decreto si prevede che tutte le città superiori ai 100mila abitanti nonché le città metropolitane debbano dotarsi di questo strumento di programmazione relativo alla mobilità sostenibile.

Analizzando i dati dell’Osservatorio PUMS, si riscontra che molte città italiane stanno lavorando sul tema della programmazione della mobilità sostenibile. In totale, vi sono 164 realtà urbane che stanno mettendo in piedi un piano urbano di mobilità sostenibile. Di questi, 36 piani sono già stati approvati e 25 adottati. Per adozione si intende che la giunta ha già delineato uno strumento programmatorio che deve tuttavia essere ancora soggetto a un processo di valutazione ambientale strategica (VAS) nonché a un lungo e corretto procedimento di partecipazione da parte dei cittadini.

Tra i PUMS approvati, 4 riguardano le grandi città, 17 i Capoluoghi di provincia mentre la restante parte è costituita da Comuni inferiori ai 100 mila abitanti. Ciò significa che vi sono anche dei centri urbani che pur non essendo obbligati ad adottare un PUMS in base alle linee guida europee, hanno comunque deciso di lavorare su interessanti piani di mobilità sostenibile.

PUMS comunali e PUMS metropolitani

Alcune città, tra cui Torino, Milano e Napoli, hanno preferito adottare un PUMS a livello comunale, nonostante le linee guida suggerissero piani urbani a livello metropolitano.

Allo stato attuale sono presenti due casi di PUMS approvati:

  • Il caso di Torino che presenta tuttavia una storia lievemente a sé, con un Piano di Mobilità approvato nel 2011 e quindi in anticipo rispetto alle linee guida europee;
  • Il caso di Milano, dove l’approvazione del PUMS ha conosciuto un lungo iter a partire dal 2014 fino 2018.

Dai dati dell’Osservatorio emerge anche come diverse grandi città stiano lavorando al PUMS ma molte risultino ancora indietro. Tra queste Venezia, Napoli, Bari, Messina e Catania.

Alcune realtà urbane, come Bologna, Firenze e Genova, hanno invece deciso di puntare verso un PUMS di area metropolitana, senza avere un PUMS comunale.

Ci sono infine diverse città, tra cui Venezia, Milano, Roma e Torino, che hanno annunciato la partenza dei lavori per un PUMS a scala metropolitana, d’intesa con il Comune.

PUMS in Italia: Case Studies

Per tracciare ancor più nel dettaglio il quadro della situazione, indichiamo di seguito alcuni esempi di PUMS in Italia.

Il PUMS a Milano

Il PUMS di Milano, con un orizzonte al 2024, prevede tra i vari obiettivi:

  • Una riduzione dagli attuali 854 kt/anno ai 619 kt/anno di CO2;
  • L’eliminazione, mediante l’Area C e l’Area B, dei veicoli più inquinanti così da rientrare nei limiti per i valori della qualità dell’aria e della riduzione dei gas serra;
  • Una riduzione del tasso di motorizzazione da 518 a 460 veicoli ogni 1000 abitanti. Nello specifico, si pensa a una diminuzione dal 30% al 22%, in ambito comunale. Lo stesso obiettivo diviene molto meno ambizioso se si ragiona su scala metropolitana, tenendo conto quindi della mobilità di scambio tra Milano e l’hinterland. In questo caso, l’auto passerebbe dal 58 al 51%;

Un’altra forte innovazione presente nel PUMS di Milano prevede non solo un potenziamento del trasporto pubblico, che nel capoluogo meneghino si contraddistingue già per un’offerta ampia, ma anche la sua trasformazione al 100% in elettrico. L’azienda ATM ha già reso pubblico il bando di gara per l’acquisto dei nuovi veicoli.

Mobilità urbanaInfine, si ipotizza anche un forte slancio nei confronti della Sharing Mobility e della mobilità elettrica, puntando sull’installazione di oltre 10.400 punti di ricarica, di cui 1.040 su suolo pubblico.

Il PUMS nella Città Metropolitana di Genova

Genova dimostra di avere degli obiettivi interessanti sul piano del riequilibrio modale ma molto meno sotto il profilo ambientale. Si prevede una riduzione delle emissioni di CO2 che passerebbe da 1,6 a 1,5 tonnellate in dieci anni per la parte veicolare. Sul fronte dell’equilibrio modale, per il 2028 è prevista la riduzione degli spostamenti con veicoli privati dall’attuale 44,88% al 39,42 %, con un forte incremento del trasporto pubblico dal 25,4% odierno al 31,4%. Restano invece quasi immutati gli spostamenti a piedi (dal 22,8% al 23,05%) così come quelli in bicicletta (dall’attuale 0,06% allo 0,11%). Nel trasporto pubblico si prospetta un potenziamento attraverso il prolungamento della rete metropolitana esistente e l’implementazione di nuove linee elettriche. Si prevede inoltre che il Car Sharing Free Floating sarà elettrico.

Il PUMS nella Città Metropolitana di Bologna

La Città Metropolitana di Bologna evidenzia un piano molto improntato alla sostenibilità, con una forte riduzione dell’auto dal 57% al 41% e con una crescita del trasporto in bici fino al 14%, partendo dall’attuale 5%. L’obiettivo prefissato è di raggiungere una riduzione di CO2 pari a meno del 40% entro il 2030. A partire dal 2020, inoltre, la Città Metropolitana di Bologna acquisterà solo autobus elettrici.

Il PUMS a Roma

Il PUMS di Roma evidenzia dei punti significativi ma anche qualche criticità. La riduzione di CO2 è stimata dalle attuali 3.856.431 tonn/anno alle 3.140.903 tonn/anno al 2030. IL PUMS prevede inoltre che al 2020, la quota di auto elettriche e ibride plug-in sia pari al 2-3% del totale. Per la flotta pubblica di autobus si ipotizza invece che al 2030 l’80% dei mezzi sia a metano, a trazione ibrida o elettrica, senza tuttavia specificare le quote esatte. Il trasporto in bici cresce, invece, fino al 5% ma nel contempo si stima una diminuzione dei movimenti realizzati a piedi.

Conclusioni

Compiendo un’analisi complessiva sui Piani Urbani di Mobilità Sostenibile relativi alle 14 grandi città italiane si può riassumere quanto segue:

  • Ogni grande nucleo urbano ha deciso se lavorare a un PUMS metropolitano o comunale;
  • Le linee guida del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti presentano la lista degli indicatori ma non i target da raggiungere (progressivi e differenziati);
  • Molti PUMS non hanno obiettivi ambientali in linea con il Piano di Azione per il Clima (-33% di CO2 al 2030);
  • Anche per la riduzione delle emissioni rispetto alla qualità dell’aria vi sono spesso indicazioni generiche;
  • La mobilità elettrica non è un obiettivo cogente delle linee guida PUMS;
  • La mobilità in bicicletta e a piedi non cresce in modo significativo, ma al contrario in talune circostanze cala.

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Evelyn Baleani

Giornalista e Web Editor freelance. Si occupa di contenuti per i media dal 2000. Dopo aver lavorato per alcuni anni in redazioni di società di produzione televisiva e Web Agency, ha deciso di spiccare il volo con un’attività tutta sua. Le sue più grandi passioni sono l'ambiente, il Web, la scrittura e la Spagna
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