Elettrica, elettrificata, ibrida: le auto che sfruttano l’elettricità per circolare sono sempre di più sia sul fronte del parco circolante, sia dell’offerta.
Un trend inarrestabile, che comporterà già nel breve/medio periodo una forte variazione negli equilibri di mercato.
Ma di che numeri si tratta? Hanno provato a dare una risposta a questa domanda l’associazione Motus-E, associazione italiana costituita da operatori industriali, filiera automotive, mondo accademico e movimenti di opinione per fare sistema e accelerare il cambiamento verso la mobilità elettrica, e Quintegia, che hanno analizzato il mercato per tracciarne le future tendenze.
I numeri emergono da un sondaggio effettuato sui consumatori che dimostrano come, nel giro di pochi anni, la domanda di veicoli elettrici diventerà preponderante rispetto a tutte le altre tipologie.
Il primo dato che impressiona è la proiezione al 2030 della domanda di auto elettriche: entro quell’anno, secondo lo studio commissionato da Motus-E, saranno infatti la metà dei veicoli acquistati nelle nazioni oggetto dell’indagine.
Oggi il fattore che maggiormente influenza la scelta di un veicolo elettrico è il costo di acquisto: a parità di prezzo, e con l’evoluzione tecnologica prevista, gli acquirenti vireranno ben presto su soluzioni basate sull’elettricità anziché benzina, gasolio ecc.
Il report è basato sulle risposte di più di 14.000 consumatori tra Germania, Regno Unito, Francia, Italia (con un campione di 2.004 persone), Spagna e Polonia.
Altro tema chiave: la ricarica. Lo studio evidenzia come la presenza di una rete di ricarica non rappresenti l’ago della bilancia nella scelta di un veicolo elettrico. Le risposte al sondaggio mostrano come la domanda di auto elettriche non aumenterebbe in maniera significativa se tutti i consumatori avessero libero accesso alla ricarica pubblica e domestica.
C’è poi il tema dell’autonomia: oggi sono diversi i veicoli elettrici che vantano la capacità di percorrere centinaia di km senza doversi fermare per un “pieno”. Con la diffusione delle colonnine di ricarica rapita, poi, in poche decine di minuti si prolunga ulteriormente il percorso.
Di cosa stiamo parlando, quindi? Della range anxiety, capace (oggi) di mettere in dubbio l’opportunità di acquisto di un veicolo elettrico. E in futuro? Le risposte al sondaggio indicano come i consumatori siano disposti a pagare un prezzo più alto a fronte di una maggiore autonomia, segno che il problema viene percepito, ma non rappresenta un ostacolo insormontabile.
Pur avendo un prezzo di acquisto superiore rispetto ai veicoli tradizionali, le auto elettriche possono contare su costi complessivi decisamente ridotti, a partire dal prezzo del “carburante” (pur con i rincari delle ultime settimane, risultano ancora più economiche rispetto ad altri mezzi) e della manutenzione (sono concettualmente più semplici delle auto con motore a combustione interna).
Lasciamo al momento da parte gli incentivi sull’acquisto e sulle tasse di possesso e circolazione, anch’essi da considerare ma che potrebbero essere ridotti in futuro.
Dalle analisi effettuate, dunque, emergono diversi fattori che portano a pensare che la crescita e lo sviluppo della mobilità elettrica sia solo all’inizio del proprio percorso.
Ecco i temi emersi:
Il punto cruciale restano, ancora una volta, le istituzioni. Per raggiungere gli obiettivi del PNIEC, infatti, la domanda va supportata rendendo il prezzo di acquisto più accessibile. Trattandosi del principale fattore di scelta, una mitigazione dei costi potrebbe rappresentare una svolta decisiva per i consumatori.