Nuovo allarme sul clima: “Andiamo nella direzione sbagliata”

Un rapporto della World Meteorological Organization evidenzia il surriscaldamento del pianeta e il rialzo delle emissioni di CO2 dopo il calo causato dalla pandemia
Allarme clima: surriscaldamento globale

Se vogliamo, è un po’ come se gli abitanti del pianeta fossero dei viaggiatori che hanno lasciato la vecchia casa, sempre più sporca e invivibile, per recarsi in una nuova abitazione, accogliente e a misura d’uomo. Senonché, dalla World Meteorological Organization (WMO) arriva un perentorio avvertimento: c’è qualcosa di profondamente sbagliato nella rotta del viaggio, perché continuando così non si raggiunge affatto la nuova casa ma si torna rapidamente nella vecchia…

Coloro che invece non gradiscono le metafore, possono vedere direttamente quanto scritto nell’ultimo rapporto preparato dalla WMO, dal titolo United in Science, che evidenzia l’enorme divario fra le dichiarazioni d’intenti in tema di emissioni inquinanti e la realtà. “La climatologia – si legge – è chiara: stiamo andando nella direzione sbagliata. Senza un’azione molto più ambiziosa, gli impatti fisici e socioeconomici del cambiamento climatico saranno sempre più devastanti”.

Periodo più caldo mai registrato

Un allarme globale che purtroppo, a differenza delle dichiarazioni d’intenti di cui sopra, è accompagnato dai fatti. Come la constatazione che gli ultimi sette anni, quindi dal 2015 al 2021, hanno rappresentato il periodo più caldo mai registrato prendendo in considerazione l’intero pianeta. Contemporaneamente, con dati questa volta relativi al quinquennio 2018-2022, gli oceani hanno immagazzinato la più alta quantità di energia termica mai rilevata, con conseguente impatto sugli equilibri climatici mondiali.

Ed in tale contesto, che non è improprio definire emergenziale, le emissioni di gas serra a livello globale stanno continuando “allegramente” a crescere tanto da rendere ormai un ricordo la diminuzione del 2020, che poi ha rappresentato l’unico effetto positivo fra quelli provocati dalla pandemia di COVID-19.

Un recente passato che è destinato a produrre gravi conseguenze già nel prossimo futuro. In particolare, il rapporto quantifica nel 48% la probabilità che, durante almeno un anno del quinquennio 2022-2026, la temperatura media globale risulterà di un grado e mezzo superiore a quella registrata nella media del periodo 1850-1900.

Emissioni di CO2 - fonte WMO

Città esposte all’emergenza climatica

L’aumento del riscaldamento globale, evidenzia la WMO, potrebbe anche portare a degli autentici “punti di svolta” nel sistema climatico da cui sarà impossibile tornare indietro nei decenni a venire. E le città che ospitano miliardi di persone e sono responsabili fino al 70% delle emissioni causate dall’uomo dovranno affrontare crescenti impatti socioeconomici che colpiranno soprattutto le fasce più povere.

Nello studio della World Meteorological Organization l’andamento delle emissioni di CO2 di origine fossile è oggetto di un’analisi estesa. Nel 2021, come detto, sono tornate ai livelli pre-pandemia del 2019 dopo essere diminuite del 5,4% nell’anno precedente, appunto a causa dei blocchi diffusi dell’attività produttiva e dei trasporti in risposta al diffondersi del coronavirus, un calo che è stato il più grande nella storia.

L’anno scorso, invece, le emissioni di CO2 fossile sono “rimbalzate” del 4,8%, vanificando la diminuzione del 2020, seppur con un andamento diverso a seconda delle fonti fossili prese in considerazione. Infatti, le emissioni generate dalla combustione di carbone e gas sono aumentate al di sopra dei livelli pre-pandemia del 2019, mentre le emissioni del petrolio sono rimaste ancora al di sotto del livello del 2019.

Pessimo inizio del 2022

Ulteriori cattive notizie giungono dai dati preliminari dell’anno in corso. L’andamento dei primi cinque mesi del 2022 mostra che le emissioni globali di CO2 sono superiori dell’1,2% rispetto ai livelli pre-pandemia, ovvero allo stesso periodo dell’anno 2019. I principali responsabili dell’innalzamento sono i settori della produzione elettrica e industriale, con aumenti rispettivamente dell’1,9% e del 3,8%.

clima variazioni emissioni di CO2 nei diversi paesi

Se anziché per settori si ragiona per aree geografiche, il rapporto WMO ci informa che l’aumento globale delle emissioni osservato nei primi cinque mesi del 2022 è in gran parte trainato dagli Stati Uniti (+5,7%), dall’India (+7,5%), oltre che dalla maggior parte dei paesi europei. Ci sono invece altri Paesi di grandi dimensioni, come Brasile, Cina e Federazione Russa, che rimangono a livelli di CO2 emessa inferiori rispetto al 2021.

Non manca nel report WMO un focus sul nostro Paese, che purtroppo non fa eccezione rispetto all’andamento generale. Infatti, nei primi cinque mesi del 2021 in Italia si è registrato un aumento delle emissioni di CO2 di oltre il 7% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. E già nel 2021 si era verificato un consistente rimbalzo, +11%, dopo il crollo del 2020, -16%, causato dalla pandemia.

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Marco Ventimiglia

Giornalista professionista ed esperto di tecnologia. Da molti anni redattore economico e finanziario de l'Unità, ha curato il Canale Tecnologia sul sito de l'Unità
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