Nuovo decreto sul Superbonus: azzerati sconto in fattura e cessione del credito

Il continuo lievitare dei costi, arrivati a quasi 115 miliardi, ha spinto l’esecutivo ad una nuova stretta sulle agevolazioni per l’edilizia. Previsto anche l’obbligo di comunicazione preventiva dei lavori
Colpo del governo con decreto legge al Superbonus: stop a cessione del credito e sconto in fattura

Nel giornalismo conta la creatività ma anche il rispetto delle regole del mestiere. Senonché, con le vicende degli ultimi anni è stata introdotta una nuova e particolarissima regola: mai pensare di aver scritto l’ultimo articolo sul Superbonus

Proprio così, eletta a nemico pubblico numero uno dalla politica, oggetto di continue limitazioni legislative, ormai declassata al 70% di recupero fiscale, l’agevolazione che ha riscritto la storia recente dell’edilizia italiana trova sempre il modo di ritornare agli onori della cronaca. Ulteriore riprova la si è avuta con l’ultimo consiglio dei ministri che ha partorito l’ennesimo provvedimentoanti Superbonus” accompagnato da un nuovo grido d’allarme.

Intervento imprevisto sul Supebonus

Si è trattato di un decreto varato per così dire a sorpresa – con l’eliminazione definitiva dello sconto in fattura e della cessione del credito, nonché la cancellazione della cosiddetta “remissione in bonis” –, considerato che non se n’era parlato nei giorni precedenti al consiglio dei ministri e che, per tornare all’assunto di apertura, gli addetti ai lavori erano erroneamente convinti che il capitolo Superbonus fosse ormai chiuso.

Allo stesso modo, ed altrettanto erroneamente, si pensava fosse ormai chiuso anche il capitolo sconto in fattura e cessione del credito, due benefit che tanto hanno contribuito alla fortuna del Superbonus nei suoi anni “ruggenti” ma anche, soprattutto nella visione del ministero dell’Economia, all’enorme costo del Superbonus per le casse dello Stato, che l’ultimo report di ENEA indica vicino ai 115 miliardi di euro alla fine di febbraio.

Cancellati i casi residui

In realtà, seppur oggetto delle “attenzioni” del governo a più riprese, sconto in fattura e cessione del credito rimanevano ancora disponibili in poche eventualità, che riguardano però dei casi socialmente rilevanti. Stiamo parlando degli Enti del Terzo settore e dei soggetti legati a lavori di ricostruzione nelle zone colpite da terremoti.

Stop superbonus e cessione del credito

Di fronte alla perdurante crescita dei costi, il governo ha però deciso di tagliare tutto alla radice, con il comunicato stampa emesso al termine del consiglio dei ministri che parla di eliminazione “delle residue fattispecie per le quali risulta ancora vigente l’esercizio delle opzioni per il cosiddetto sconto in fattura o per la cessione del credito in luogo delle detrazioni”.

Stop alla remissione in bonis

L’altro intervento importante previsto nel decreto consiste, come detto, nell’abolizione della remissione in bonis. Al riguardo va ricordato che era fin qui fissato al 4 aprile, ma in modo “flessibile”, il termine entro cui presentare la documentazione relativa allo sconto in fattura o alla cessione del credito maturato per le spese sostenute nel 2023, piuttosto che per le rate residue non fruite delle detrazioni riferite alle spese sostenute negli anni precedenti.

Rimaneva però la possibilità, appunto tramite la remissione in bonis, di presentare in ritardo la documentazione, non oltre il prossimo 15 ottobre, pagando una sanzione ridotta di 250 euro. Ma adesso il decreto cancella questa finestra riparatoria, rimanendo quindi il 4 aprile il termine ultimo per presentare la documentazione.

Più informazioni allo Stato

Un altro punto importante riguarda l’introduzione di una comunicazione preventiva dei lavori che diventa necessaria per accedere alle agevolazioni edilizie (a questo punto tramite il meccanismo rimasto delle detrazioni fiscali). In particolare, nel comunicato governativo si parla “di misure volte ad acquisire maggiori informazioni inerenti alla realizzazione degli interventi agevolabili”.

E i soggetti interessati faranno bene a ricordarsene perché “l’omessa trasmissione di tali informazioni, se relativa agli interventi già avviati, determina l’applicazione di una sanzione amministrativa di euro 10.000, mentre per i nuovi interventi è prevista la decadenza dall’agevolazione fiscale”.

Compensazione con i debiti fiscali

Inoltre, al fine di evitare la fruizione dei bonus edilizi anche da parte dei soggetti che hanno debiti nei confronti dell’Erario, nel decreto si dispone la sospensione dei crediti d’imposta relativi alle agevolazioni “fino a concorrenza di quanto dovuto”. In pratica una compensazione fra i crediti edilizi ed i debiti fiscali.

“Queste misure – ha affermato senza giri di parole il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti – sono tese a chiudere definitivamente l’eccessiva generosità del Superbonus con norme nate in modo scriteriato e che hanno prodotto risultati devastanti per la finanza pubblica. Già il conto è salatissimo, il prezzo per la finanza pubblica e sul debito graverà sul Paese per diversi anni a venire”.

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Leonardo Barbini

Copywriter ed editorialista di Elettricomagazine.it, appassionato di tecnologia. Da anni segue le tematiche della mobilità elettrica, della transizione energetica e della sostenibilità
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