Quelle “misteriose” spie sul cruscotto delle auto elettriche

Dalla Gran Bretagna arriva un’interessante indagine che mostra come i nuovi indicatori presenti sui veicoli elettrici e plug-in sono spesso sconosciuti ai guidatori
Spie sul cruscotto di un auto elettrica

È sicuramente uno degli accadimenti meno amati da qualsiasi guidatore, ovvero l’improvviso accendersi di una luce sul cruscotto. L’esperienza, infatti, insegna che a quel segnale faranno probabilmente seguito perdite di tempo e di denaro necessarie a ripristinare il corretto funzionamento del veicolo. Ma in realtà nella reazione alla spia che si accende spesso non c’è solo il timore di un danno ma anche lo sconcerto del guidatore che sul momento non sa a che cosa si riferisca esattamente il segnale luminoso.

Proprio di questa ignoranza dei conducenti si occupa un’indagine di confused.com, un sito britannico focalizzato sulle assicurazioni. Con una premessa: l’elettrificazione dei veicoli, già in corso ma destinata a procedere con ritmi esponenziali nei prossimi decenni, sta “arricchendo” i cruscotti digitalizzati delle auto di nuovi simboli e spie, il che amplifica ulteriormente il rischio di fraintendimenti all’attivarsi di una luce durante la guida.

Coinvolti più di 2.000 automobilisti

Per questo la ricerca, che ha coinvolto più di 2000 automobilisti dell’Unione Europea, ha duplicato i risultati. Da un lato, quelli relativi ai livelli di comprensione degli automobilisti in relazione ai simboli presenti sul cruscotto delle macchine dotate di tradizionale motore termico. Dall’altro lato, si sono misurati gli stessi livelli di comprensione, nell’ambito però dei veicoli elettrici e plug-in.

Diciamo subito che, come era logico attendersi, la percentuale di risposte inesatte fornite dagli intervistati è stata maggiore per i simboli e le spie presenti nelle macchine elettriche, alcuni dei quali rappresentano un’autentica novità per coloro che hanno fin qui guidato veicoli spinti da un motore alimentato con combustibili fossili.

Tantissime risposte sbagliate

Più nel dettaglio, il simbolo che crea maggiore confusione è quello che indica un guasto elettrico (electrical fault), con l’80% dei conducenti interpellati che non lo associa ad un malfunzionamento di batterie, motore o cablaggi. Al secondo posto, con il 77% di risposte errate, si colloca l’indicatore auto-glide che si trova in alcuni veicoli ibridi e si attiva automaticamente durante la guida in modalità normale. Ed ancora, sul podio della confusione troviamo, con il 68% di risposte sbagliate, il simbolo ready to drive che indica lo stato di accensione dell’auto con il sistema propulsivo pronto a erogare potenza.

Per quanto riguarda le auto con motorizzazione tradizionale, le percentuali di risposte errate, come detto, sono nettamente minori. A generare i maggiori errori (35% del campione) è la spia dell’Abs, seguita da quella della pressione gomme (32%) e del controllo di trazione (31%). Troviamo poi gli indicatori del malfunzionamento degli airbag (29%) e del malfunzionamento delle sospensioni pneumatiche (23%).

La “tartaruga” questa sconosciuta

Tornando ai veicoli elettrici e ibridi plug-in, l’indagine segnala come il 60% dei partecipanti al sondaggio non ha ben chiaro il significato della spia modalità elettrica (electric-mode only), che sulle vetture ibride segnala l’avanzamento della vettura soltanto ricorrendo alla parte elettrica del sistema propulsivo. Al quinto posto in classifica, con il 59% di risposte sbagliate, si colloca la caratteristica spia con l’immagine di una tartaruga, che su alcuni modelli segnala un guasto elettrico, un’anomalia nella temperatura della batteria o un altro problema che limita le prestazioni dell’auto.

Un’ignoranza, quella di spie e simboli, che non va assolutamente considerata come un peccato veniale. Le auto moderne ne hanno una per ogni possibile guasto o malfunzionamento (a questo link una guida con le diverse spie delle auto elettriche) ed ignorarle può rivelarsi un errore costoso.

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Marco Ventimiglia

Giornalista professionista ed esperto di tecnologia. Da molti anni redattore economico e finanziario de l'Unità, ha curato il Canale Tecnologia sul sito de l'Unità
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