10 miliardi di euro per investire nella smart city in ottica di rigenerazione urbana, sostenibilità e digitalizzazione dei servizi. Il rilancio dell’evoluzione intelligente delle nostre città parte necessariamente da qui. Più precisamente, secondo Luca Gastaldi, responsabile scientifico del Tavolo di Lavoro Smart City del Politecnico di Milano, “dalla definizione di un quadro chiaro degli obiettivi, dalla condivisione di buone pratiche e dalla collaborazione degli operatori e delle amministrazioni a tutti i livelli. Bisogna fare tutto il possibile per cogliere appieno le opportunità generate dai fondi del Pnrr”.
Cosa ne pensano i diretti interessati? Il 69% delle amministrazioni comunali italiane si dichiara pronta a ricorrere ai fondi. Il potenziale è alto, ma i nodi da sciogliere sono sfidanti.
I comuni che hanno risposto alla survey del Politecnico di Milano puntano a investire principalmente su tre fronti:
Per farlo, però, è fondamentale sopperire alla carenza di competenze e di personale amministrativo e tecnico che segua i progetti nell’intero ciclo di vita. Ovvero dall’uscita del bando alla loro implementazione. Questo fattore potrebbe infatti incidere negativamente sia sui tempi di esecuzione sia sui risultati degli interventi. Considerando che i primi target sono datati 2026, se non si risolve in primis il fattore strutturale le risorse del Pnrr rischiano di essere utilizzate in modo inefficace.
Tolta questa innegabile problematica, i 10 miliardi di euro stanziati rappresentano un potenziale progettuale molto vasto e trasversale a diversi settori. Tra i finanziamenti in Missione 1 si trovano per esempio 40 milioni di euro destinati alla Mobility as a Service (MaaS). L’iniziativa MaaS4Italy prevede infatti l’avvio delle sperimentazioni in tre città – Milano, Roma, Napoli – che costituiranno delle best practice da condividere con altri sette centri urbani. La Missione 2 prevede ulteriori 9 miliardi per lo sviluppo sostenibile del trasporto pubblico locale. Il tutto tramite il rafforzamento della mobilità ciclistica, del trasporto rapido di massa e delle infrastrutture di ricarica elettrica.
Progetti di Smart City, in particolare di Smart Building, rientrano anche nei 15 miliardi stanziati per efficienza energetica e riqualificazione di edifici e unità abitative pubblici. Qui troveranno spazio tecnologie IoT e di smart metering per ridurre i consumi energetici degli immobili. Tra gli altri interventi di digitalizzazione delle infrastrutture, 4 miliardi di euro sono dedicati allo sviluppo di smart grid e al rafforzamento della rete di distribuzione elettrica in chiave digitale e flessibile.
La Missione 5 di inclusione e coesione resta invece la parte più legata alla dimensione delle città. Parliamo di circa 2,5 miliardi per i piani integrati che prevedano progetti di rigenerazione urbana, per trasformare territori vulnerabili in città smart e sostenibili. Gli interventi mirano anche ad attivare sinergie di pianificazione tra città metropolitane e comuni limitrofi. Progetti di Smart Land o Smart City semplificherebbero infatti le interazioni e lo scambio di informazioni all’interno del network. Migliorandone l’impatto sul territorio, i livelli di innovazione e la qualità della vita dei cittadini coinvolti. Ulteriori fondi di rigenerazione urbana, pari a 2,8 miliardi di euro, sono stati stanziati infine per il Programma innovativo della Qualità dell’Abitare (PinQua). Tra i suoi scopi c’è anche la definizione di modelli e strumenti innovativi per la gestione, l’inclusione e il benessere urbano.
“I fondi sono distribuiti sulle diverse Missioni del Pnrr perché gli interventi che rientrano nella sfera di influenza delle città intelligenti coprono molte delle dimensioni trattate – conclude Luca Gastaldi -. Nei prossimi anni saranno disponibili molte risorse, ma i comuni devono sono già chiamati ad attrezzarsi per coglierle senza deficit e sprechi”.