Regolamenti e burocrazia continuano a frenare la diffusione delle rinnovabili in Europa

Un’indagine di SolarPower Europe prende in esame il processo di semplificazione delle procedure burocratiche e autorizzative relative ai progetti per impianti solari in 16 Paesi dell’Unione Europea
Fotovoltaico: snellire le procedure burocratiche

Quando in Europa compare un qualsiasi studio che si occupa di regolamentazioni e peso della burocrazia nei Paesi aderenti all’Unione, per chi vive al di sotto delle Alpi la reazione è pressoché automatica: adesso sono dolori… Una percezione che però una recente indagine condotta da SolarPower Europe – relativa ai risultati di 16 paesi dell’UE in 8 aree chiave per il miglioramento delle procedure burocratiche necessarie al completamento dei progetti di energia solare – conferma solo in parte. Infatti, dal documento esce un’immagine del nostro Paese che non è lusinghiera ma nemmeno disastrosa.

L’analisi condotta da SolarPower Europe si apre con una considerazione poco confortante, ovvero che i Paesi dell’Unione Europea continuano a perdere l’opportunità di beneficiare di energie rinnovabili prodotte in proprio e poco o per nulla impattanti sul clima a causa di norme e pratiche burocratiche inefficienti.

Procedure burocratiche: fare di più a livello nazionale

“Nonostante le leggi dell’UE – si legge – costringano gli Stati europei a semplificare le autorizzazioni di pianificazione per i progetti di energia rinnovabile, l’attuazione è insufficiente e sono ancora necessari dei miglioramenti a livello nazionale”.

In particolare, per cercare di sbloccare la situazione è stata varata alla fine del 2022 una legge di emergenza in risposta alla crisi energetica – nota come RES booster – con il preciso intento di accelerare la diffusione delle energie rinnovabili. E a pochi mesi dalla sua introduzione si cominciano a registrare “alcuni miglioramenti nei quadri nazionali di autorizzazione, grazie alla volontà politica e alle migliori pratiche creative”.

Questioni chiave ancora in sospeso

Tuttavia, SolarPower Europe sottolinea come nonostante l’aiuto del RES booster restano ancora in sospeso delle questioni chiave, come la modernizzazione e la digitalizzazione dei processi e del personale, che stanno sì avvenendo, ma troppo lentamente.

Guardando poi all’evoluzione del settore fotovoltaico, emerge come i Paesi UE non ne stanno massimizzando il potenziale estendendolo anche a superfici diverse dai tetti. “L’energia solare può funzionare in diversi ambienti edificati, non soltanto sui tetti. Ma gli sviluppatori di energie rinnovabili non hanno ancora abbastanza chiarezza sulla mappatura spaziale e sulle aree di accelerazione per lo sviluppo del fotovoltaico”.

Pianificazione e autorizzazione

Ed è proprio riguardo gli impianti solari che l’indagine è andata a valutare e comparare le performance di 16 nazioni aderenti all’Unione Europea in tema di misure di pianificazione e autorizzazione. Nel dettaglio, sono stati individuati 8 indicatori chiave, misurando in termini percentuali il loro livello di soddisfazione da parte dei Paesi coinvolti nella rilevazione.

Analisi procedure burocratiche paesi UE

Ad esempio, è emerso che la maggior parte delle nazioni ha reso più semplice per le persone collegare piccoli progetti solari alla rete. Mentre relativamente ad un altro indicatore – il rispetto delle scadenze per le autorizzazioni nella legge – i paesi dell’UE non ottengono buoni risultati, raggiungendo solo un tasso di attuazione del 25%.

Le performance nazionali

Dal quadro completo dei vari livelli nazionali di recepimento delle raccomandazioni UE per lo “snellimento” delle procedure burocratiche emerge una graduatoria di merito. Sono Belgio, Grecia e Portogallo ad ottenere risultati particolarmente positivi, avendo implementato il 75% del RES Booster per i processi di pianificazione e autorizzazione dei nuovi impianti solari.

Ed ancora, la Germania (65%) è l’unico Paese che ha pienamente attuato almeno tre delle otto misure chiave. All’altra estremità si collocano invece Bulgaria, Repubblica Ceca, Paesi Bassi e Polonia, ovvero le nazioni che presentano i tassi di attuazione più bassi (13%).

I risultati dell’Italia

E l’Italia? Si può dire che il nostro Paese si colloca nel mezzo, raggiungendo esattamente il 50%, con una misura chiave pienamente attuata (individuazione delle aree di accelerazione) e due per nulla implementate (termine per il rilascio dei permessi e silenzio/assenso). Altro dato importante, dei sedici Paesi oggetto dell’indagine di SolarPower Europe ben dieci hanno performance inferiori a quella italiana in tema di recepimento del RES booster.

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Leonardo Barbini

Copywriter ed editorialista di Elettricomagazine.it, appassionato di tecnologia. Da anni segue le tematiche della mobilità elettrica, della transizione energetica e della sostenibilità
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