Delle novità relative al Superbonus vi avevamo dato conto pochi giorni fa, con il possibile ritorno dell’agevolazione alla sua versione originaria, seppur con un’importante limitazione. Ma adesso è opportuno tornare sull’argomento perché, con la recente riunione della “cabina di regia” del governo, le solide indiscrezioni si sono adesso trasformate in lacunose certezze, dove l’ultimo aggettivo va ovviamente spiegato. Cominciamo da quella che è indubbiamente una stranezza, forse provocata da un “imbarazzo” del governo nel rilanciare un’agevolazione che per molto tempo è stata bersaglio delle critiche di vari ministri, soprattutto per via dell’impatto sui conti pubblici e dell’emergere di truffe. Fatto sta che il Superbonus si appresta a tornare sulla scena pur non essendo mai nominato nel recente comunicato del governo che di fatto lo resuscita…
“Uno dei punti più qualificanti del Piano REPowerEU – si legge nel comunicato di Palazzo Chigi – riguarda l’Ecobonus, dedicato espressamente alle abitazioni private. Attraverso lo strumento tradizionale della detrazione fiscale, ma con alcune importanti e sostanziali correzioni, la nuova misura del Piano andrà in supporto delle famiglie a basso reddito, in passato rimaste escluse dagli interventi di efficientamento delle abitazioni”.
Nuovo Ecobonus, quindi, e non Superbonus, ma la successiva descrizione fa capire che si tratta soltanto di un cambio di nome a un’agevolazione il cui meccanismo di funzionamento è destinato a rimanere sostanzialmente analogo. Ben di più di una semplice questione lessicale è invece la precisazione relativa ai destinatari, ovvero le famiglie a basso reddito.
Il perché del restringimento della platea è legato alla limitatezza delle risorse disponibili, con il comunicato governativo che precisa come “la dotazione del provvedimento è di 4 miliardi di euro e si basa sulle consuete detrazioni fiscali, ma, a differenza del passato, con vincoli stingenti che le renderanno disponibili solo per le fasce a basso reddito”.
Si diceva in apertura delle lacunose certezze derivanti dalle decisioni del governo. Infatti, i punti da chiarire sul nuovo Ecobonus sono vari, senza dimenticare che la misura fa parte delle modifiche al PNRR rese necessarie da altri chiarimenti, ovvero quelli richiesti dall’UE, che poi è il principale erogatore delle risorse economiche. E non a caso nel documento di rettifica presentato a Palazzo Chigi, ben 152 pagine, sono indicati tagli, nonché spostamenti dei fondi prima destinati al PNRR e ora inseriti nel piano RepowerEu.
Una prima indicazione da precisare è quella relativa al lasso di tempo nel quale verranno ripartiti i soldi a disposizione per il nuovo Ecobonus. L’orientamento sembrerebbe quello di dividere in parti eguali i 4 miliardi fra 2024 e 2025. Altra questione è quella della percentuale del recupero fiscale, che potrebbe non tornare all’originario 110% ma essere limitata al 100%.
Il maggiore punto interrogativo riguarda però il limite di reddito oltre il quale le famiglie non avranno più diritto ad effettuare lavori beneficiando del nuovo Ecobonus. L’ipotesi più accreditata è che a fare da spartiacque ci sarà l’ISEE, con la possibilità di accedere all’agevolazione fiscale a condizione che il suo valore non vada oltre i 15mila euro.
Ulteriori chiarimenti sono attesi in relazione alle “sostanziali correzioni” e ai “vincoli stringenti” che caratterizzeranno il nuovo Ecobonus. Il pericolo, inutile girarci intorno, è che agli interessati vengano richieste ulteriori attestazioni che si andranno ad aggiungere alla pila di documenti già necessari per accedere al Superbonus.
Infine, più in generale, segnaliamo come, nel citato spostamento di risorse dal PNRR al RepowerEU figura una lista di interventi con investimenti complessivi pari a 14,8 miliardi, tutti legati alla transizione verde e all’efficientamento energetico. Fra questi, oltre al sostegno alla produzione di biocarburanti, vi sono “misure legate all’estensione del supporto ad iniziative di Hydrogen Valleys, mentre altri fondi sono destinati al rafforzamento della ricerca e sviluppo per la produzione di idrogeno verde”.