Circa 300 GW di potenza aggiuntiva da ottenere entro la fine di questo decennio: è questo lo sforzo, certamente rilevante, che l’Unione Europea chiede al comparto eolico per restare al passo con i grandi obiettivi del continente, in primis il raggiungimento del traguardo dell’impatto zero per la metà del secolo. Un contributo che però appare al momento di problematica realizzazione, come indicano in modo inequivocabile le rilevazioni più recenti che fotografano sì una crescita del settore, ma in un modo chiaramente insufficiente per raggiungere l’obiettivo dichiarato per il 2030. Una situazione che ha spinto la Commissione Europea a varare di recente un piano d’azione per sostenere in modo immediato l’industria eolica europea.
In particolare, la Commissione Europea ha individuato ben cinque elementi di criticità per i produttori europei di attrezzature eoliche:
C’è da dire che, nonostante questi importanti problemi da risolvere, il comparto eolico europeo non ha mai interrotto la sua crescita negli ultimi anni – sia nel settore onshore che in quello offshore – fino ad arrivare a coprire circa il 17% del fabbisogno elettrico globale relativo ai Paesi aderenti all’Unione Europea. Ma i numeri vanno anche contestualizzati…
Innanzitutto, c’è lo scenario generale nel quale inserire qualsiasi dato relativo alla transizione energetica del nostro continente. Occorre quindi partire dal target più recente fissato dall’UE, ovvero l’obiettivo di raggiungere almeno il 42,5% di energia rinnovabile entro il 2030. In quest’ambito si colloca la richiesta di un massiccio aumento della capacità eolica europea con la crescita dell’installato indicata in apertura: dai 204 GW nel 2022 agli oltre 500 GW per il 2030.
Ma la necessità di aggiungere 300 GW di capacità eolica nel periodo che ci separa dalla fine del decennio ci fa capire, appunto, quanto sia inadeguato l’attuale ritmo di crescita del comparto in Europa.
Infatti, nel 2022 sono stati aggiunti nel continente 16 GW di installazioni di energia eolica, che pur rappresentando un aumento record del 47% rispetto al 2021 sono tuttavia ben al di sotto dei 37 GW/anno necessari per raggiungere il target UE.
La forbice maggiore fra progresso effettivo e crescita desiderata si riscontra nel settore dell’eolico offshore. “Nel 2022 – evidenzia la Commissione Europea –, la capacità installata offshore dell’UE-27 ammontava a 16,3 GW. Ciò significa che per colmare il divario tra i 111 GW impegnati dagli Stati membri per il 2030 e la capacità del 2022, dobbiamo installare in media quasi 12 GW/anno, ovvero 10 volte di più della capacità, 1,2 GW, che è stata installata lo scorso anno”.
Ma quali sono i rimedi alla crescita insufficiente dell’eolico che vengono delineati nel piano d’azione presentato dalla Commissione Europea? Si va da una maggiore affidabilità e rapidità dei processi di autorizzazione degli impianti eolici al miglioramento del meccanismo delle aste grazie a “criteri ben concepiti e oggettivi che premino le apparecchiature a maggior valore aggiunto”.
Inoltre, la Commissione faciliterà l’accesso ai finanziamenti dell’UE per accelerare gli investimenti per la produzione di energia eolica. Ed ancora, la stessa Commissione lavorerà con gli Stati membri e l’industria eolica su “una Carta dell’energia eolica dell’UE per migliorare le condizioni che consentono all’industria eolica europea di rimanere competitiva”.