“GreenItaly racconta numeri e storie di un sistema che ormai vede nella sostenibilità non solo una necessità ma un’opportunità per competere, per innovare per creare coesione e bellezza”. È il biglietto da visita di quello che nel corso degli anni è divenuto uno dei rapporti più attesi nell’ambito della transizione green del nostro Paese.
Giunto alla sua quattordicesima edizione – realizzato da Fondazione Symbola e Unioncamere in collaborazione con Conai, Ecopneus, Novamont e European Climate Foundation – GreenItaly fornisce un’analisi accurata del percorso e delle prospettive italiane nella transizione energetica. Una delle sue parti più interessanti a quella relativa all’incidenza delle fonti rinnovabili nel sistema elettrico del nostro Paese.
La cornice nella quale collocare l’andamento delle rinnovabili è quella del fabbisogno di energia elettrica che l’anno scorso in Italia è stato pari a 316,8 miliardi di chilowattora, con una flessione dell’1% rispetto al 2021 (tenendo conto che, a causa prima del COVID e poi della guerra in Ucraina, le comparazioni anno su anno sono meno indicative rispetto al passato).
Ebbene, in tale contesto le fonti rinnovabili hanno coperto complessivamente il 31,1% della domanda nazionale di energia elettrica. E qui ci sarebbe da azionare subito le sirene d’allarme perché si tratta della peggiore incidenza percentuale degli ultimi dieci anni, con un crollo addirittura del 6% rispetto allo stesso dato del 2021.
Ma in realtà, come spesso succede, i numeri vanno anche “letti” con attenzione. E così si scopre che la vistosa flessione dell’anno scorso è dovuta quasi interamente al forte calo registrato dalla produzione idroelettrica, a sua volta provocato dalle particolari condizioni climatiche con lunghi periodi di siccità. Resta però il fatto che anche “depurando” i numeri dagli sbalzi dell’idroelettrico, l’incidenza italiana delle rinnovabili evidenzia una fase di stallo iniziata nel 2013.
Tornando ai dati del 2022 fotografati da GreenItaly, la domanda di energia elettrica è stata soddisfatta per l’86,4% con produzione nazionale e per la quota restante (13,6%) dal saldo dell’energia scambiata con l’estero.
Per quanto riguarda la produzione nazionale, il rapporto sottolinea come “la citata forte contrazione della generazione idroelettrica (-37,7%) è stata in gran parte compensata dall’aumento della generazione termoelettrica (+6,1%), in particolare con l’incremento dell’uso del carbone, il tutto a seguito delle azioni messe in atto dal governo per fronteggiare la crisi del gas”.
Concentrandosi sulle fonti rinnovabili, si vede come l’anno scorso per la prima volta la produzione fotovoltaica ha raggiunto quella idroelettrica “sfruttando” il calo di quest’ultima che è passata da circa il 40% sul totale FER (Fonti Energia Rinnovabile) del 2021 al 28,4% del 2022. Nel dettaglio, il contributo della produzione fotovoltaica è stato del 28% sul totale FER, seguito da quello di eolico (20,7%), biomasse (17,4%) e geotermia (5,5%).
Relativamente alle installazioni, nel 2022 l’Italia ha raggiunto una capacità totale installata rinnovabile di circa 61 GW suddivisi in:
A livello regionale, in testa si trova la Lombardia, con quasi 10 GW (di cui oltre la metà da idroelettrico), seguita a distanza dalla Puglia con 6,5 GW e dal Piemonte con 5,5 GW. Sotto i 5 GW si collocano tutte le altre regioni, con la Liguria che chiude la classifica con appena 0,4 GW.
Guardando invece alle nuove installazioni, l’anno scorso sono stati aggiunti circa 3 GW generati da fonti rinnovabili. Un dato largamente insufficiente perché ben distante da quell’obiettivo di circa 8-9 GW di installazioni green annue che è indispensabile per permettere all’Italia di raggiungere i target previsti al 2030.
In particolare, i nuovi impianti rinnovabili del 2022 sono suddivisi tra 2.318 MW di fotovoltaico, 531 MW di eolico, 60 MW di idroelettrico e 18 MW di bioenergie. Infine, per gli impianti esistenti si sono registrati potenziamenti e dismissioni pari a +164 MW per il solare, – 5 MW per l’eolico, -29 MW per l’idroelettrico e -21 MW per le bioenergie.