Arrivare a 3 GW all’anno di capacità produttiva entro la fine del 2024. Il tutto per diventare la gigafactory fotovoltaica più grande d’Europa. È questo l’obiettivo che Enel Green Power punta a raggiungere con la sua Gigafactory 3Sun a Catania, un progetto che ha ottenuto un nuovo finanziamento da 560 milioni di euro dalla BEI, frutto della collaborazione tra la Banca europea per gli investimenti, sostenuta da InvestEU, e un gruppo di banche italiane, con a capo Unicredit, composto da Bper Banca (Corporate & Investment Banking) e Banco Bpm, affiancate da Sace.
Il progetto abbina vantaggi ambientali e occupazionali. Oltre a generare un quantitativo di energia pulita sufficiente a coprire il fabbisogno di 1 milione di famiglie all’anno, infatti, l’operazione darà un impulso positivo anche alla crescita economica in Sicilia, creando diversi posti di lavoro diretti e opportunità di lavoro indirette.
Secondo la BEI il progetto è in linea con la più ampia missione REPowerEU e contribuisce al percorso di raggiungimento dell’obiettivo fissato dall’Unione Europea di produrre quasi 600 GW di energia solare entro il 2030. Il tutto cercando di ridurre allo stesso tempo la dipendenza dalle importazioni di gas e di diversificare il più possibile l’approvvigionamento dai componenti solari cinesi.
Tante le tecnologie innovative presenti nell’impianto. Tra queste ci sono i 3Sun B60, moduli bifacciali top di gamma destinati al segmento utility scale. L’efficienza, con una potenza di picco, è compresa tra 640 e 680 W, con un’efficienza di conversione del 24%.
Altra soluzione tecnologica all’avanguardia presente nella gigafactory sarà quella CORE-H basata sull’eterogiunzione in silicio. A queste innovazioni si aggiungeranno le nuove celle con tecnologia tandem silicio/perovskite. Queste ultime soluzioni, al momento in fase di laboratorio, hanno ottenuto entro fine del 2023 un’efficienza del 28,4% su una cella 9 centimetri quadrati.
Tra gli obiettivi del progetto c’è anche quello di dare un contributo e a un’altra importante sfida dell’Unione Europea: riportare nei Paesi Membri la produzione di celle e pannelli solari. Un tema che sta assumendo un ruolo di primo piano perché a essere in gioco è l’indipendenza del percorso di transizione energetica europea. In quest’ottica affrontare in modo adeguato la sfida del reshoring significa permettere all’UE di non subire in modo passivo gli effetti negativi di strategie estere penalizzanti.
Il riferimento è in particolare al ruolo di primo piano che la Cina ha nel settore fotovoltaico, arrivando a coprire oltre l’80% del mercato totale, compresa la produzione di polisilicio, lingotti, wafer, celle e moduli.
Secondo la BEI il nuovo progetto della Gigafactory siciliana avrà un ruolo di catalizzatore per favorire il reshoring della catena del valore del fotovoltaico in Europa. Un altro risultato sarà la promozione della tecnologia solare ad alta efficienza di prossima generazione e la riduzione della dipendenza energetica del continente.
A inizio febbraio il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha visitato l’impianto catanese, sottolineando, tra i tanti temi, l’importanza di arrivare a una produzione di cinque milioni di pannelli fotovoltaici l’anno. Ciò, ha spiegato la premier, porterebbe a un incremento occupazionale di circa 709 assunzioni entro il 2024, più circa 1.000 nuovi occupati per quello che riguarda l’indotto.
La premier ha inoltre ricordato come l’investimento per l’impianto sia stato “imponente”: oltre 700 milioni di euro complessivi dei quali 520 garantiti da Enel, il rimanente, quasi 190 milioni, dall’Innovation Fund dell’Unione europea e dal PNRR.
Nello specifico, ha spiegato la premier, come si legge in una nota, il PNRR ha messo a disposizione di questo progetto quasi 90 milioni di euro. Sulla base di queste risorse, Invitalia, che gestisce questi incentivi, ha predisposto con Enel un contratto di sviluppo che permetterà di realizzare le opere di adeguamento e di potenziamento dello stabilimento attualmente già esistente. Le risorse serviranno inoltre alla realizzazione di un nuovo stabilimento, da circa 50 mila metri quadri, per un’ulteriore linea di produzione di moduli fotovoltaici.