Pannelli solari, sempre più forte la dipendenza europea dalla Cina

Un report di Rystad Energy segnala che nei magazzini dei Paesi UE si sono ormai accumulati moduli fotovoltaici made in China per una potenza complessiva di 40 GW e non ci sono segnali di un cambio di rotta
Da dipendenza dal gas russo a dipendenza di pannelli fotovoltaici dalla Cina

Iniziamo con un paio di domande dalla risposta abbastanza scontata: è meglio vivere in una casa di proprietà o in affitto? Ed ancora: nel caso dell’affitto, è meglio avere il padrone di casa nelle vicinanze o a migliaia di chilometri di distanza? Ciò premesso, occupiamoci di un argomento, la produzione dei pannelli solari, sicuramente distante dalla tematica immobiliare ma con una situazione, appunto, che in qualche modo rimanda ai due quesiti di cui sopra…

Infatti, guardando all’Unione Europea, la scelta evidente è stata fin qui quella di rinunciare alla proprietà, intesa come la fabbricazione in proprio dei pannelli, preferendo piuttosto acquistarli, per motivi di convenienza economica, soprattutto da un produttore lontano, la Cina. Una tendenza che peraltro non denota alcun significativo segnale di cambiamento, come evidenzia un recente rapporto di Rystad Energy.

Spesa per il fotovoltaico quadruplicata

Per prima cosa c’è da considerare che la spesa europea per le importazioni legate alle installazioni fotovoltaiche è quasi quadruplicata negli ultimi cinque anni, passando da 5,5 miliardi di euro nel 2018 agli oltre 20 miliardi di euro registrati lo scorso anno. Una crescita esponenziale che, in mancanza di una produzione interna, ha portato a concentrarsi sempre di più sulla fonte di approvvigionamento cinese.

In particolare, ben 18,5 miliardi di euro, pari al 91% di tutta la spesa europea per le importazioni legate al fotovoltaico, sono stati spesi in prodotti cinesi. Il report di Rystad Energy spiega come a propiziare la continua ascesa di Pechino nel settore c’è stata anche la particolare dinamica che hanno assunto i prezzi negli ultimi anni.

Prezzi condizionati dalla volatilità

Nei tempi più recenti, a dominare il mercato dei pannelli fotovoltaici è stata la volatilità dei prezzi, un fattore che ha condizionato moltissimo le decisioni di acquisto dei Paesi europei. A determinarla è stata soprattutto la grave carenza di polisilicio – una materia prima cruciale nella produzione di moduli fotovoltaici – registratasi nel 2021 e 2022.

Importazioni europee di pannelli fotovoltaici

La scarsità di polisilicio, insieme alla crescente domanda di fotovoltaico solare installato, ha quindi contribuito all’impennata dei prezzi dei pannelli in tutto il mondo. E poiché la Cina domina sia la produzione che la trasformazione del polisilicio in moduli fotovoltaici, i produttori asiatici hanno avuto buon gioco nello sbaragliare la concorrenza sfruttando il fattore prezzo. Un vantaggio persistente, se è vero che ad oggi i pannelli prodotti in Cina costano mediamente appena i due terzi di quelli fatti in Europa.

Crescita vertiginosa dello stoccaggio di pannelli solari

Il risultato di tutto ciò è che i pannelli solari fotovoltaici (PV) prodotti in Cina si stanno accumulando nei depositi europei, con una capacità di circa 40 gigawatt di corrente continua (GWdc) dei moduli attualmente in stoccaggio nei magazzini, vale a dire la stessa quantità installata in tutto il nostro continente durante il 2022.

Le installazioni fotovoltaiche e l'importazione di pannelli dalla Cina

Per capire l’entità delle grandezze in gioco, questi pannelli solari in stoccaggio valgono circa 7 miliardi di euro e potrebbero generare elettricità sufficiente ad alimentare 20 milioni di case all’anno. Si potrebbe ragionevolmente pensare che questo surplus di stoccaggio è destinato ad essere smaltito nel prossimo futuro. Ed invece è esattamente il contrario!

Nuovi record di stoccaggio nel 2023

Rystad Energy prevede infatti che lo stoccaggio europeo dei pannelli segnerà nuovi record entro la fine del 2023. Previsione addirittura scontata se si guarda all’andamento dei primi cinque mesi del corrente anno: a gennaio le importazioni di pannelli sono state superiori del 17% rispetto al 2022, con febbraio in aumento del 22%, marzo in aumento del 51%, aprile in aumento del 16% e maggio in crescita del 6% rispetto allo scorso anno. Ne consegue che se gli attuali livelli di importazione continueranno per il resto dell’anno, il 2023 segnerà un altro anno record per importazioni e scorte di moduli fotovoltaici.

“I Paesi europei – spiega Marius Mordal Bakke, analista presso Rystad Energy – sono alla disperata ricerca di infrastrutture solari a prezzi accessibili per portare avanti i loro obiettivi di energia rinnovabile, decarbonizzare ed evitare di pagare prezzi elevati per nuova capacità. E sebbene siano in corso sforzi per costruire una catena di approvvigionamento solare affidabile in Europa, la necessità immediata di pannelli significa che i leader non possono aspettare fino al 2025 o più tardi per acquistare dei pannelli made in Europe”.

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Leonardo Barbini

Copywriter ed editorialista di Elettricomagazine.it, appassionato di tecnologia. Da anni segue le tematiche della mobilità elettrica, della transizione energetica e della sostenibilità
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