Le variabili sono tante. Anzi troppe, considerato che di un paio di esse, leggasi pandemia e guerra in Ucraina, avremmo fatto molto volentieri a meno. Variabili che influenzano l’andamento del mercato elettrico nazionale e che, di conseguenza, vanno tenute bene a mente nel valutare i relativi numeri. Se poi, nello specifico, ragioniamo sul rapporto di aprile sul sistema elettrico messo a punto da Terna, c’è da considerare che mentre per la pandemia si può parlare di una fase d’uscita, con relativo rimbalzo di offerta e domanda energetica, tutt’altro discorso vale per il conflitto, i cui effetti sull’andamento dei prezzi soltanto adesso si stanno cominciando a dispiegare.
Ciò premesso, ad aprile la richiesta di energia elettrica nel nostro Paese è stata di 24.064 GWh, in lieve crescita rispetto allo stesso mese dell’anno precedente (+0,6%) ma in forte aumento rispetto al valore di aprile 2020 (+22,5%), il mese di due anni fa trascorso peraltro in lockdown. Si registra, altresì, un considerevole aumento del saldo estero (+18,9%) rispetto allo stesso mese del 2021. Quest’anno la richiesta di energia elettrica accumulatasi nel primo quadrimestre si è attestata su 104.374 GWh, facendo segnare un doppio incremento, sia nel paragone con lo stesso periodo del 2021 (+2,1%), sia rispetto a quella del 2020 (un ben più sostanzioso 8,3%).
Guardando alla tipologia dell’apporto energetico, nel mese di aprile la richiesta di energia elettrica è stata soddisfatta per il 49% facendo ricorso a fonti energetiche non rinnovabili, mentre un 37% (percentuale analoga al 2021) è stato assicurato dalle fonti energetiche rinnovabili, con la restante quota soddisfatta dal saldo estero. Quanto alla rilevazione del fabbisogno sull’intero primo quadrimestre, la richiesta di energia elettrica è stata soddisfatta al 57% da fonti non rinnovabili, per il 31% da fonti rinnovabili, con la restante quota coperta dal saldo estero.
Interessante la “scomposizione” del dato sulle fonti energetiche rinnovabili, perché se nel complesso la produzione ha accusato una flessione dell’1,4% rispetto allo stesso mese del 2021, si tratta in realtà di un risultato frutto di dinamiche interne contrapposte. Infatti, ad aprile si sono registrati significativi aumenti della produzione eolica (+53,5%) e della produzione solare (+17,6%) a fronte di un autentico crollo (-43,2%) della produzione idroelettrica.
Andando a valutare il contesto territoriale, con Terna che effettua le sue rilevazioni per città campione, emerge invece un andamento uniforme orientato al rialzo. In particolare, ad aprile si evidenzia un fabbisogno energetico in aumento al Nord (Torino, Milano e Verona), al Centro (Roma e Firenze), sulle Isole (Palermo e Cagliari) e al Sud (Napoli) rispetto al corrispondente periodo
dell’anno precedente.
Quanto detto sulla buona performance del fotovoltaico nel mese di aprile trova un precedente riscontro nel report elaborato e diffuso dalla associazione Italia Solare, sempre sulla base dei dati resi disponibili da Terna (fonte Gaudì). In questo caso l’arco temporale è quello del primo trimestre 2022, con una potenza totale degli impianti fotovoltaici installati in Italia pari a 377 MW.
Il raffronto con lo stesso periodo del 2021 indica addirittura che si è andati oltre il raddoppio, con una crescita del 116%. Andamento che non cambia andando a vedere il numero degli impianti installati: nel primo trimestre di quest’anno sono stati 32.430 segnando un incremento del 117% rispetto allo stesso periodo del 2021.
Resta immutata, rispetto al passato, la netta prevalenza dei nuovi impianti solari di capacità medio-piccola, ovvero con una potenza inferiore ai 12kW. Nel dettaglio, il 45% della nuova potenza complessiva viene erogato dalle installazioni di questa categoria. Se invece si guarda al numero, ben il 93% dei nuovi impianti ha una potenza inferiore ai 12 kW (30.186 unità).