Anie, serve un piano nazionale per Building 4.0 e Casa 4.0

La Federazione che riunisce le industrie italiane di elettronica ed elettrotecnica propone un programma di sviluppo strategico per le nuove tecnologie applicate agli edifici, il cosiddetto Building 4.0, e alle abitazioni
piano nazionale per Building 4.0 e Casa 4.0

Un Piano nazionale per il Building 4.0 e la Casa 4.0”. Così come è stato fatto per l’Industria 4.0 a partire dal 2016, ma con misure e incentivi mirati e dedicati allo sviluppo tecnologico degli edifici e delle abitazioni.

Lo propone la Federazione Anie, l’organizzazione delle aziende elettroniche ed elettrotecniche italiane, per voce del suo presidente, Giuliano Busetto. Che spiega: “quelle dell’edilizia evoluta dal punto di vista tecnologico e della domotica all’avanguardia sono tra le principali nuove frontiere dell’innovazione applicata alla vita e al lavoro di tutti i giorni”.

Ma per dare forte slancio a un settore dalle potenzialità enormi, e in gran parte ancora tutte da cogliere, il manager fa notare che “sarebbe molto importante realizzare un Piano nazionale di sostegno e sviluppo, sulla linea di quello già avviato per l’innovazione e il rinnovamento dell’Industria e della manifattura più in generale”.

Sviluppare Building 4.0 e Casa 4.0

Considerando la diffusa esigenza di un rinnovo e ammodernamento degli impianti elettrici degli edifici e delle case, “i benefici fiscali già applicati in caso di riqualificazione per l’efficienza energetica andrebbero estesi all’interno di un piano d’intervento più strutturato, che comprenda anche l’innovazione e la sicurezza degli impianti, degli elettrodomestici e dei sistemi di illuminazione”, è la proposta della Federazione Anie. “Da un lato, tutto il comparto offre nuove tecnologie ancora tutte da valorizzare e, dall’altro, moltissimi impianti negli edifici e nelle case meno recenti sono ormai obsoleti e poco efficienti”.

La ricetta, dunque, è sviluppare edifici intelligenti, digitalizzati, connessi: i cosiddetti Building 4.0

L’associazione delle aziende elettroniche ed elettrotecniche italiane ogni semestre fa il punto della situazione e del mercato. E a questo giro di boa di fine 2019 il bilancio per il settore non è confortante.

“La situazione del mercato, per l’industria tecnologica italiana, in questo ultimo anno è diventata grave, drammatica. Il fatturato complessivo è in frenata rispetto all’ultimo biennio, mancano gli investimenti per l’incertezza dello scenario generale, e la politica deve sostenere in modo efficace l’attività delle nostre imprese”, rimarca Busetto.

Manca una visione di ampio respiro

La principale critica che gli imprenditori e i manager Hi-tech rivolgono alla politica nazionale riguarda la mancanza di progettualità, il fatto che le varie misure a sostegno delle imprese – come il Piano Industria 4.0, iper-ammortamento, e via dicendo – abbiano sempre il fiato corto di una annualità, al massimo una e mezza. E poi chissà, si naviga sempre a vista. Del resto, un anno o poco più è anche spesso la durata di un governo, dei vari ministri in carica, e dei loro progetti.

In queste settimane di fine anno l’attenzione degli imprenditori è tutta rivolta alla prossima Legge di Bilancio 2020, la cui ultima bozza contiene delle misure a sostegno delle aziende, come quella per il credito d’imposta, che da chi guida le imprese vengono giudicate parziali e non sufficienti.

“Chiediamo che la durata dei benefici del credito d’imposta, previsti nella bozza della Manovra 2020, non solo abbiano una durata non annuale ma almeno triennale”, rimarca il presidente di Federazione Anie, “ma che vengano mantenute le misure, comprese negli allegati A e B della Finanziaria, quelli dedicati al rinnovamento di hardware e software nelle aziende, per sostenere nuovi investimenti in tecnologie, svincolando le nuove spese in sistemi software da quelle per l’hardware”.

E i benefici fiscali “dovrebbero comprendere anche i servizi e le soluzioni di Cloud computing, che ormai fanno parte di un sistema tecnologico evoluto e integrato, ma che ancora molte aziende, innanzitutto piccole e medie, non hanno ancora sviluppato”.

Mercato dell’elettronica in frenata

Federazione Anie rappresenta le aziende di 4 mercati strategici per l’Italia (industria, building, energia, infrastrutture-trasporti), con 1.400 realtà associate, per un fatturato aggregato di 80 miliardi di euro, e le sue rimostranze vengono fatte con i dati alla mano: il rallentamento del mercato registrato dai settori Anie nella seconda metà del 2018 si conferma anche nel primo semestre del 2019, dove si registra un calo del fatturato totale pari al -0,6%. Con prospettive piuttosto cupe anche per la chiusura d’anno, per cui si stima un calo complessivo nel 2019 vicino all’1,0%.

“Una flessione dell’uno per cento può sembrare contenuta”, spiega Busetto, “ma non si riferisce a un settore di nicchia e verticale, bensì è il risultato, in frenata, dell’intera industria tecnologica italiana. In più, segue due anni molto positivi, come il 2017, quando l’aumento del nostro fatturato complessivo era stato del 3,8%, e il 2018, con una crescita del 4,7%. Per cui, l’inversione di rotta è netta e molto preoccupante. Per questo, parliamo di una situazione grave e drammatica. Per questo serve una linea chiara, precisa, e duratura, anche per quanto riguarda le misure d’intervento e sostegno della politica all’economia e alle aziende. Occorre potenziare le misure a sostegno dell’innovazione tecnologica”.

Ordini in calo, investimenti fermi

A ottobre 2019, nel confronto con lo stesso mese del 2018, l’industria Elettrotecnica ed Elettronica italiana ha registrato un calo della produzione industriale pari allo 0,5% (-2,7% la corrispondente variazione nella media del manifatturiero nazionale). Nella media del periodo gennaio-ottobre 2019, e nel confronto su base annua, l’industria Elettrotecnica ed Elettronica italiana ha segnato un calo cumulato della produzione industriale dello 0,7% (-1,6% la corrispondente variazione nella media del manifatturiero nazionale).

Ecco altri tra i principali dati emersi dall’Osservatorio Anie 2019: il calo del portafoglio ordini delle imprese – che, dopo una fase di crescita, evidenzia una flessione (-0,9%) nella seconda metà del 2018 e conferma anche nel primo semestre del 2019 una dinamica di segno negativo (-1,9%) – lascia presagire un andamento più debole anche nel 2020.

“Le imprese continuano a confrontarsi con le incognite imposte da uno scenario in rallentamento”, sottolinea Busetto: “non va dimenticato che nei settori Anie l’Italia è il secondo Hub industriale in Europa, dopo la Germania. Occorre accelerare le misure anticicliche partendo dai fattori competitivi che creano più alto valore aggiunto”.

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Stefano Casini

Giornalista specializzato nei settori dell'Economia, imprese, tecnologie e innovazione. Dopo il master all'IFG, l'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Milano, in oltre 20 anni di attività, nell'ambito del giornalismo e della Comunicazione, ha lavorato per Panorama Economy, Il Mondo, Italia Oggi, TgCom24, Gruppo Mediolanum, Università Iulm. Attualmente collabora con InnovationPost, Corriere Innovazione, Libero, Giornale di Brescia, La Provincia di Como.
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