Fotovoltaico e autoconsumo: cosa bisogna sapere

L’autoconsumo dell’energia prodotta dall’impianto di fotovoltaico permette di ridurre le spese e di essere più sostenibili. Ecco cosa c’è da sapere
Il fotovoltaico con accumulo permette di aumentare la quota di autoconsumo

Cosa si intende per autoconsumo fotovoltaico? Con il termine autoconsumo si intende la quantità di energia, prodotta dall’impianto fotovoltaico installato, che consumiamo direttamente in casa. Durante il giorno i pannelli fotovoltaici producono una certa quantità di energia e, almeno una parte di essa, viene utilizzata per soddisfare almeno in parte il fabbisogno energetico domestico. Per sopperire alla domanda di energia non soddisfatta con l’autoconsumo, si acquista l’energia secondo le normali procedure e la si preleva dalla rete elettrica nazionale.

Si parla molto di questo argomento perché, fondamentalmente, è un dei temi centrali quando si parla di convenienza e di ritorno dell’investimento per gli impianti fotovoltaici. Ecco perché.

La fetta di energia prodotta in eccesso e non consumata viene immessa in rete, dando il diritto a un relativo “rimborso” proporzionato alla quantità venduta. Lo scambio sul posto, però, risulta essere economicamente meno vantaggioso rispetto all’autoconsumo, in quanto il rimborso non è mai equivalente al costo totale pagato in bolletta. Per fare una quantificazione, possiamo dire che se l’autoconsumo è di circa il 20% e l’acquisto di energia è dell’80%, il rimborso per lo scambio sul posto non equivale alle spese sostenute per quell’80%, ma ne coprirà fino a circa il 70%. Tutto ciò che autoconsumiamo, invece, è a costo zero. Ogni kWh di energia autoprodotta, del resto, equivale a un kWh che non si deve acquistare dal distributore.

L’autoconsumo può essere immediato o differito. Nel primo caso consumiamo energia nel momento in cui viene prodotta, quindi durante le giornate di sole; nel secondo caso possiamo consumare l’energia prodotta anche in un secondo momento, inclusa la notte. È chiaro, quindi, che l’autoconsumo differito aumenta la percentuale di energia autoprodotta utilizzata in casa, ma per farlo è necessario un impianto fotovoltaico con accumulo.

Impianto fotovoltaico con accumulo: come aumentare l’autoconsumo

Secondo il GSE, in media un impianto fotovoltaico senza un sistema di accumulo permette un autoconsumo che arriva al 30% dell’energia prodotta. Questo dipende dalle abitudini e dai consumi che si hanno in casa, ma è vero che nella maggior parte dei casi l’energia consumata durante il giorno è meno rispetto a quanto avviene durante la sera. In realtà, l’autoconsumo può essere aumentato modificando l’uso che facciamo di alcuni elettrodomestici. Ad esempio, programmando lavatrici e lavastoviglie durante il giorno anziché la sera.

La soluzione per aumentare l’autoconsumo risiede proprio nell’impianto fotovoltaico con accumulo, che permette di immagazzinare in una batteria una certa quantità di energia, consumabile in qualsiasi momento.

Le batterie di accumulo domestiche hanno taglie contenute, generalmente tra i 2 e i 5 kWh, con i quali si riesce generalmente a portare la percentuale di autoconsumo anche all’80% di quanto prodotto, riducendo al massimo la quantità di energia da acquistare e lo scambio sul posto. Aumentando la capacità dell’accumulo e migliorando le nostre abitudini, è possibile raggiungere anche il 100% dell’autoconsumo e dell’indipendenza energetica.

Per raggiungere concretamente questo obiettivo, però, è fondamentale applicare alcune altre buone pratiche, come il monitoraggio dei consumi domestici, la riduzione degli sprechi ed intervenire per l’efficientamento energetico dell’edificio. Ma l’accumulo è davvero sempre la soluzione più conveniente? I fattori da considerare, in realtà, sono molti, come il costo delle batterie, la loro durata di vita media (attualmente di circa 10-12 anni), l’effettivo fabbisogno energetico e la distribuzione dei picchi di consumo.

Impianto fotovoltaico con accumulo: come aumentare l’autoconsumo

Le batterie di accumulo per il fotovoltaico: quanto costano?

Il costo delle batterie di accumulo per il fotovoltaico varia a seconda della loro capacità e della tecnologia con cui sono realizzate. Anche per questo è fondamentale eseguire un progetto accurato dell’impianto fotovoltaico con accumulo, che deve essere ponderato proprio sulla base delle nostre abitudini e dei consumi medi stimati.

Oggi, una batteria per usi domestici può costare dai 3.000 agli 8.000 euro circa. Il costo elevato iniziale, seppur attualmente in decrescita, è proprio ciò che finora ha limitato la diffusione degli impianti fotovoltaici con accumulo, in quanto il ritorno dell’investimento era eccessivamente lungo e comprometteva il vantaggio di aumentare anche fino all’80% l’autoconsumo. Oggi, invece, il discorso può essere ribaltato. Perché? Innanzitutto cambiano gli edifici e le nostre esigenze, ad esempio sempre più persone devono ricaricare di notte un’auto elettrica; in secondo luogo l’Ecobonus 110% include anche l’installazione dell’accumulo.

Superbonus 110%, fotovoltaico e accumulo

Il Superbonus 110 prevede incentivi per coloro che eseguono interventi di efficientamento energetico che portino, nel complesso, ad un salto di almeno due classi energetiche. Tra gli interventi trainati ammessi all’incentivo ci sono anche il fotovoltaico e i sistemi di accumulo. Quindi, purchè si rispettino tutti i criteri posti dal decreto (i lavori devono includere almeno o cappotto termico o sostituzione della centrale termica e salto di due classi energetiche), è possibile detrarre il 100% della spesa sostenuta per fotovoltaico e accumulo. In questo modo, i vantaggi economici dovuti all’installazione sono immediati.
Per chi è escluso dal Superbonus, invece, c’è comunque la possibilità di ricorrere al bonus pari al 50% con detrazioni o sconto in fattura.

Autoconsumo collettivo: che cos’è

Il Decreto Milleproroghe ha previsto incentivi pensati proprio la diffusione dell’autoconsumo e delle comunità energetiche. Si parla, in questo caso, di autoconsumo collettivo, ovvero della possibilità di un gruppo di consumare e accumulare energia prodotta da un impianto fotovoltaico. Ogni soggetto mantiene totale autonomia nella libertà di consumo e di acquisto di energia da un fornitore scelto, ma l’impianto è, in sostanza, condiviso. È il caso di un condominio, di un edificio condiviso da più imprese o soggetti o di un ente locale. Viene previsto un apposito incentivo riconosciuto per 20 anni, che si può cumulare al Superbonus. Il GSE ha realizzato un portale dedicato al tema (https://www.autoconsumo.gse.it/) in cui si trovano tutte le informazioni utili e si può stimare la convenienza della realizzazione dell’impianto.

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Gaia Mussi

Laureata in Progettazione Tecnologica e Ambientale, da sempre appassionata ai temi della sostenibilità e della tecnologia. Collabora come copywriter con portali, magazine e aziende per la creazione di contenuti inerenti il campo dell’edilizia, della sostenibilità e del risparmio energetico
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