Sara EcoBonus, l’assicurazione per chi ristruttura casa

Il risparmio offerto dal Superbonus 110% è invitante, e infatti molti edifici sono in fase di ristrutturazione sfruttando questi incentivi. Ma ci sono diversi parametri da rispettare per accedervi, e questo talvolta è causa di dubbi e ripensamenti da parte dei privati.
Per questo Sara Assicurazioni ha lanciato Sara EcoBonus, pensata per tutelare chi effettua lavori di efficientamento energetico e riduzione del rischio sismico usufruendo del Superbonus 110% e, più in generale, dei vari incentivi ed ecobonus.

Cos’è Sara EcoBonus

Sara Ecobonus è una formula assicurativa pensata per tutelare il committente dei lavori in caso di mancato recupero del credito o di vertenze per irregolarità nei requisiti. Il pacchetto si compone di due garanzie:

Con una estensione facoltativa, la garanzia copre anche le spese necessarie in sede civile, amministrativa e tributaria per proporre ricorso all’accertamento effettuato dalle autorità competenti.

Ristrutturazione piastrelle casa

La suite è acquistabile dai titolari di polizza SarainCasa che hanno attivato la garanzia Incendio e/o RC Vita Familiare o la garanzia Tutela legale. Si rivolge alle persone fisiche che possono beneficiare delle detrazioni previste dal Superbonus e che, come previsto dalla normativa, hanno ceduto a Sara Assicurazioni il credito d’imposta relativo agli interventi di ristrutturazione ammessi.

Una consulenza guidata

Per accompagnare il cliente in tutte le fasi del processo di cessione del credito, Sara Assicurazioni ha attivato un apposito sito.
Supporterà inoltre i clienti che hanno deciso di usufruire del Superbonus in tutte le fasi, dalla consulenza fiscale alla verifica delle caratteristiche per accedere alle detrazioni, fino all’attestazione della prestazione energetica, la valutazione della congruità del progetto, la dichiarazione di conformità e le procedure di cessione del credito e compilazione dei documenti contrattuali.

Risparmio energetico negli edifici? Ci pensa l’intelligenza artificiale

Il risparmio energetico negli edifici è tutto, quando si parla di obiettivi green e transizione energetica. Oggi, infatti, circa il 40% dei consumi italiani è riconducibile a questo contesto applicativo, e la metà della percentuale coinvolge gli impianti di climatizzazione estiva e invernale.

Ecco perché integrare intelligenza artificiale, IoT e prodotti connessi in una nuova soluzione di ottimizzazione dei consumi per i moderni smart building. Lo hanno fatto Edison ed Enerbrain con HVAC Optimizer: una proposta digitale dedicata all’efficientamento degli edifici, dell’industria e del terziario, che taglia fino al 30% la spesa energetica.

Risparmio energetico negli edifici: si parte dal clima

“Gli edifici hanno un potenziale di efficientamento enorme e i dati possono permettere di sprigionarlo – spiega Paolo Quaini, direttore servizi energetici e ambientali di Edison –. Unendo l’expertise di Edison alle soluzioni smart di Enerbrain, siamo in grado di offrire l’ottimizzazione delle performance energetiche degli edifici attraverso tecnologie digitali”.

HVAC Optimizer e la sua intelligenza artificiale si adattano infatti a tutti gli edifici, indipendentemente dalla loro età e obsolescenza. Come? Monitorando da remoto gli impianti di riscaldamento, raffrescamento, ventilazione e refrigerazione, analizzandone i dati e ottimizzandone la gestione. Il tutto senza rinunciare al massimo del comfort e aumentando la sostenibilità degli immobili.

Come funziona HVAC Optimizer?

La piattaforma digitale HVAC Optimizer si basa sull’utilizzo di sensori wireless installati sulle aree critiche dell’edificio. Questo consente di raccogliere, misurare e monitorare diversi dati ambientali.

Tra questi:

Il sistema invia poi le informazioni al cloud, che le elabora in modo dinamico attraverso algoritmi adattivi e predittivi basati su metodi di machine learning. Da qui partono dunque le istruzioni per gli attuatori, installati negli impianti di ventilazione, riscaldamento e raffrescamento, avviandone la regolazione ottimizzata in tempo reale.

Digitalizzazione su misura per l’efficienza energetica

Trattandosi di una soluzione flessibile, frutto delle competenze integrate di Edison ed Enerbrain, HVAC Optimizer si presta anche alla personalizzazione. Basta infatti considerare le esigenze di ogni edificio, dal più piccolo al più complesso, progettando interventi mirati, non invasivi ed economicamente convenienti.

Ecco come “applicare” la trasformazione digitale al risparmio energetico negli edifici italiani sfruttando il grande potenziale dei dati.

Rilevamento vocale sulle telecamere PTZ Panasonic con Sennheiser

Le telecamere PTZ di Panasonic utilizzano i microfoni Sennheiser per orientarsi automaticamente e mettere a fuoco sull’interlocutore attraverso la funzione di rilevamento vocale.
Sfruttando i microfoni Sennheiser, le telecamere sono in grado di spostare automaticamente la messa a fuoco e inquadrare direttamente l’interlocutore.

Le nuove funzionalità delle telecamere PTZ

Grazie al panning fluido e automatizzato delle telecamere, questa tecnologia si rivela ideale per l’utilizzo durante gli eventi online, quali conferenze, lezioni o corsi di formazione, in particolare quando ci sono domande da parte del pubblico o in presenza di più di uno speaker.

La soluzione utilizza le telecamere PTZ di Panasonic e i microfoni TeamConnect Ceiling 2 di Sennheiser ed è già in uso presso il Business Solution Centre Europe (BSC) di Panasonic in combinazione con un Media Control System di Crestron, ma è compatibile anche con altri sistemi di controllo analoghi. I dispositivi vengono gestiti centralmente tramite un controller connesso alla rete.

Intelligent motion e tracking basato sull’audio

Il rilevamento vocale apre un’ampia gamma di nuove possibilità e può essere impiegato in abbinamento ai due software Panasonic di motion tracking e face tracking già sul mercato: AW-SF100 (per il rilevamento automatico del movimento) e AW-SF200 (per il rilevamento facciale). Un esempio pratico di utilizzo può prevedere l’impiego durante una conferenza di una telecamera con rilevamento automatico per registrare lo speaker principale, mentre una seconda telecamera con rilevamento vocale può essere impiegata per riprendere gli interventi degli altri partecipanti.

Le aziende che già utilizzano le telecamere PTZ Panasonic e i microfoni o i sistemi di controllo Sennheiser potranno integrare la soluzione nelle proprie sale conferenze, con la possibilità di combinare diversi tipi di dispositivi in base alle dimensioni e alla destinazione degli ambienti. Un microfono TCC2 di Sennheiser è in grado di coprire ambienti con una superficie di 60 metri quadrati. In caso di aree più ampie, è sufficiente utilizzare più microfoni.

Connessione immediata con i nuovi connettori e morsetti a leva

I connettori e i morsetti a leva per circuiti stampati delle serie integrate LPT e LPC di Phoenix Contact si distinguono per la particolare praticità di connessione dei conduttori, combinando l’affidabilità della connessione a molla push-in con la facilità d’uso dell’azionamento a leva.

Con la gamma ampliata, Phoenix Contact serve tutte le classi di potenza fino a oltre 50 kW di potenza di connessione.
La posizione della leva, cromaticamente codificata e di uso intuitivo, segnala in modo visibile e percettibile dall’esterno gli stati definiti del vano morsetto. In questo modo, si notano immediatamente i vani morsetto non correttamente chiusi e quindi le connessioni difettose. Inoltre, la forza di contatto è pre-programmata dalla molla ed è sempre costante.
Girando la leva, l’utente ha quindi la certezza che i conduttori inseriti vengano contattati in modo affidabile e stabile a lungo termine.

Disponibilità di connettori e morsetti a leva

I morsetti da PCB diritti ed angolari delle serie LPT/LPTA sono disponibili in versioni per sezioni di 2,5 mm2, 6 mm2 e 16 mm2. La gamma di morsetti PCB LPC/LPC(H) comprende linee di prodotti per sezioni di conduttori di 1,5 mm2, 2,5 mm2, 6 mm2 e 16 mm2. Ciò permette il collegamento dei conduttori con e senza capocorda in modo comodo e senza attrezzi.

100% rinnovabili in Italia? Serve più flessibilità energetica

87,1 GW di energia pulita e flessibile per un’Italia alimentata al 100% da fonti rinnovabili. Così, Wärtsilä lancia la “volata” energetica per una decarbonizzazione efficace al minor costo possibile.

L’analisi viene dall’esperienza dell’Atlas of 100% Renewable Energy, la piattaforma proprietaria sviluppata per modellizzare, in ottica net-zero, il mix di capacità ottimale di 145 Paesi al mondo. Guardando a noi, l’Atlante posiziona l’Italia al 14° posto tra le nazioni del G20 per fabbisogno di tecnologie flessibili. Da un lato, dunque, il potenziale non manca (soprattutto grazie all’energia solare), dall’altro è fondamentale immagazzinare e ottimizzare la produzione decentralizzata.

100% rinnovabili con storage e gas

“Per decarbonizzare in modo economicamente sostenibile è necessario aumentare massicciamente i livelli di energia pulita entro il 2030 – spiega Marco Golinelli, Senior Business Development Manager, Wärtsilä Energy -. Ma i modelli relativi all’impiego di fonti rinnovabili al 100% del nostro Atlante ci insegnano che questi sistemi energetici necessitano di una quantità significativa di flessibilità”.

Alla base del giusto mix energetico, dunque, ci sono due tecnologie chiave:

Le utility elettriche guarda all’idrogeno

Al bisogno di flessibilità della rete italiana, Wärtsilä risponde con una tecnologia di bilanciamento in grado di generare più di 10 MW in due minuti. Si tratta del motore 34SG Balancer, ottimizzato per i mercati del carico di base rinnovabile. L’efficienza e l’avviamento ultra rapido di questa soluzione consentono di generare potenza fino a 10,8 MW in due minuti, proprio per integrarsi con le fonti energetiche pulite. Un design snello dalle funzionalità smart: controllo da remoto, streaming dei dati 24/7 e gestione dinamica dell’energia. I motori a gas per centrali elettriche di Wärtsilä operano attualmente con gas naturale, biogas, metano sintetico o miscele di idrogeno. Ma l’azienda sta già lavorando a nuove soluzioni per la combustione del 100% di idrogeno.

La tecnologie rientrano nel portfolio di prodotti dedicati alla transizione energetica, che comprende centrali elettriche, soluzioni di storage e sistemi di gestione dell’energia

Dal bilanciamento allo stoccaggio, ecco la tecnologia integrata GridSolv, con la sua GEMS Digital Energy Platform. La proposta ottimizza in automatico i sistemi energetici attraverso funzioni smart come la regolazione della frequenza, per migliorare la resilienza della rete o del sistema.

Nuove formule per “ovviare” all’intermittenza di solare ed eolico e garantire stabilità al mix energetico, verso il traguardo italiano del 100% rinnovabili.

La sharing mobility si fa elettrica e digitale

La sharing mobility elettrica di Roma ha un’arma in più: l’intelligenza. Perché dalla collaborazione tra la startup italiana On e Siemens nasce un nuovo servizio integrato per la mobilità elettrica urbana.

Cosa prevede l’accordo? Siemens fornirà 120 colonnine di ricarica compatte Sicharge AC22 e la piattaforma per la gestione dell’energia in cloud. On si prepara a favorire l’utilizzo condiviso di diverse tipologie di mezzi elettrici, integrando le opzioni di ricarica di auto, e-scooter ed e-bike. Obiettivi finali, favorire le e-mobility, migliorare la qualità della vita dei cittadini, la salute pubblica e la sostenibilità ambientale in una metropoli tanto bella quanto complessa come Roma.

Le tecnologie connesse della sharing mobility

Sul fronte tecnologico, ogni stazione installata permette di ricaricare simultaneamente due veicoli elettrici attraverso due connettori con una capacità di 22 kW. Alle due ulteriori prese da 230 Volt AC potranno fare il “pieno” green anche le bici, gli scooter e i piccoli veicoli elettrici.

Le colonnine, poi, sono tutte connesse in cloud alla piattaforma di gestione dell’energia Siemens E-Car Operation Center (E-Car OC). Una soluzione integrata che controlla l’infrastruttura di ricarica e fornisce dati ai sistemi esterni, permettendo per esempio la fatturazione. Ma c’è di più: le informazioni raccolte passano poi alla app On, per mostrare agli utenti i punti di ricarica sulla mappa, la loro disponibilità e il loro stato in tempo reale.

Vivere Roma con mezzi green

“Integrazione, flessibilità e disponibilità sono gli ingredienti fondamentali della mobilità del futuro – spiega Marco Rastelli responsabile della Business Unit Distribution Systems di Siemens -. Grazie alla nostra infrastruttura di ricarica e alla piattaforma cloud, On potrà offrire un servizio innovativo, che rende più semplice e agevole l’utilizzo condiviso di auto elettriche, e-scooter e e-bike.”

Quando potremo “scorrazzare” per Roma con i veicoli On? Presto: le prime 23 colonnine sono già state installate, le altre arriveranno nel corso dell’anno. Un progetto di mobilità elettrica che guarda oltre la crisi pandemica, verso nuovi orizzonti di servizi integrati e turismo sostenibile. Il primo passo verso un approccio innovativo, efficiente e green alla mobilità della capitale italiana.

LIGHTNESS a sostegno delle comunità energetiche

Si chiama LIGHTNESS, nome che poi è un acronimo ricavato con molta fantasia dalla frase inglese Citizen energy communities enabLing hIGH peneTratioN of renewable Energy SourceS. Quel che più conta, però, è che stiamo parlando di un importante progetto europeo rivolto a sviluppare e sostenere le comunità energetiche per raggiungere i nuovi traguardi in fatto di riduzione delle emissioni e dei consumi, nonché contribuire alla transizione verde anche grazie al coinvolgimento dei cittadini.

Coinvolgimento di 70mila persone

Un progetto la cui durata è fissata in 36 mesi e che prevede di combinare inclusione sociale, sviluppo di soluzioni tecnologiche a costi contenuti e modelli di finanziamento innovativi. In particolare, verranno svolte attività su circa 500 abitazioni residenziali e oltre 30 edifici del terziario con un potenziale coinvolgimento di circa 70 mila persone.

Ed ancora, Lightness è finanziato con risorse provenienti dal programma Horizon 2020 è supportato da 59 organizzazioni, 10 città europee, 9 agenzie energetiche, 9 cooperative energetiche e 3 replicatori extra-comunitari situati in India, Turchia e Africa/America.

LIGHTNESS a sostegno delle comunità energetiche

Un’importante presenza italiana

Dentro Lightness c’è anche molta Italia se è vero che fra i 13 partner del progetto ce ne sono ben quattro del nostro Paese, ovvero ENEA, Axpo Energy Solutions, Civiesco e Ener2Crowd. Gli ulteriori 9 partner appartengono ad altri 7 Paesi dell’Unione europea, quattro spagnoli ed uno ciascuno per Irlanda, Paesi Bassi, Belgio, Bulgaria e Francia.

Per quanto riguarda le modalità di svolgimento del progetto, nella fase iniziale Lightness prevede “lo svolgimento di attività su alcuni siti specifici per favorire lo scambio di buone pratiche e fornire la base per la realizzazione di un piano di azione comune”.

Comunità energetica in un condominio di Cagliari

In Italia è previsto il coinvolgimento di un condominio di otto appartamenti, costruito nel 1966 e ubicato a Cagliari. Si tratta di un edificio di classe energetica G dove sarà formata una comunità energetica. Verranno effettuati interventi come l’installazione di un impianto solare da 20 kWp e l’isolamento dell’edificio. La gestione dell’energia sarà abilitata alla blockchain, mentre dati e analisi saranno disponibili in tempo reale per i prosumer.

Gli altri siti coinvolti sono una cooperativa energetica ad Alginet (Spagna), un complesso di edilizia sociale a Wroclaw (Polonia), un parco industriale a Valence (Francia) e tre comunità energetiche di cittadini connesse tra loro a Woerden, Helden e Delft (Olanda).

Saranno complessivamente coinvolti oltre 3mila tra utenti finali, professionisti e decisori Ue, con l’obiettivo di ottenere:

Lightness: benefici economici sociali e ambientali

“Gli ambiziosi obiettivi di riduzione di gas serra – ha spiegato Francesco Baldi, referente ENEA per il progetto – che l’Unione europea si è proposta di raggiungere nei prossimi anni richiedono il contributo di tutte le parti della società e i cittadini potranno avere un ruolo primario e attivo nella transizione energetica”.

Baldi ha poi sottolineato come “attraverso lo sfruttamento del potenziale di flessibilità che le comunità energetiche offrono per la riduzione dei consumi energetici e delle emissioni di CO2, il progetto Lightness fornirà benefici economici, sociali e ambientali alle comunità lungo l’intera catena del valore dell’energia”.

Controllo totale del clima? Ci pensano i sistemi di zonificazione

La termoregolazione degli smart building è molto più che accendere o spegnere il riscaldamento da un dispositivo mobile. Lo dimostra l’evoluzione connessa della zonificazione Airzone: climatizzazione su misura, risparmio energetico e bollette più leggere grazie a un unico sistema integrato.

Lo abbiamo approfondito insieme a Davide Truffo, Head of Training and Staff Development di Airzone Italia, in occasione di MCE Live + Digital 2021.

Regolazione intelligente per tutti

Il primo tema riguarda il benessere. Cosa si intende per comfort termo-igrometrico? “Sostanzialmente sentirsi bene in un ambiente – spiega Truffo -. Ovvero non sentire né troppo caldo, né troppo freddo, ma percepire come gradevole la permanenza. Questo è lo scopo dei sistemi Airzone: gestire ogni zona degli impianti canalizzati in modo completamente autonomo. Che si tratti di abitazioni, uffici, hotel, negozi o strutture sanitarie, infatti, la temperatura ambiente è spesso impostabile solo nelle stanze principali. Si sbilanciano così i livelli di comfort rispetto agli altri spazi, con relative conseguenze in termini di spreco energetico”.

E quando non abbiamo sistemi canalizzati? La termoregolazione Airzone si integra anche con i pavimenti radianti in caldo e freddo, gli impianti a radiatori (esistenti e nuovi) e tutti i tipi di split. Il tutto, mantenendo l’efficienza della suddivisione multizona.

Zonificazione Airzone: le tecnologie in campo

Il controllo del clima avviene secondo tre elementi principali:

Di seguito, alcuni protagonisti tecnologici di questa integrazione.

Nelle stanze basta un termostato

Questi dispositivi smart sono progettati per migliorare le esperienze degli utenti, con un design minimale in versione bianca o nera. Installatori e clienti possono scegliere tra le seguenti opzioni:

Quanto contano le interfacce di comunicazione?

Sono l’elemento forse meno visibile, ma più importante della situazione. Grazie a queste tecnologie, infatti, Airzone riesce a comunicare con tutti i tipi di macchine e impianti e con i principali marchi del settore climatizzazione. Specifici algoritmi, inoltre, permettono un’ulteriore razionalizzazione dei consumi energetici.

Tutti i sistemi di zonificazione Airzone sono forniti con una porta ModBus. Ma si interfacciano anche con altri noti protocolli come BACnet, Konnex, LonWorks. L’azienda collabora anche direttamente con diversi provider di soluzioni per la gestione integrata di edifici (es. Wago e Lutron).

Zonificazione Airzone: gestione via appCome utilizzare Airzone? Potere al cloud

L’installazione si completa con il Webserver Airzone Cloud, per gestire tutti i sistemi connessi con l’app gratuita scaricabile da Apple Store e Google Play.

Il controllo a distanza riguarda:

Ma c’è di più: la soluzione è nativamente predisposta per il comando vocale tramite Amazon Alexa e Google Assistant.

5 sistemi per un controllo totale

Dal componente al sistema integrato, Airzone ha sviluppato diverse proposte da valutare in base al contesto applicativo.

Ecco le 5 soluzioni sul mercato:

La zonificazione Airzone porta Ecobonus

La panoramica si conclude con un doveroso cenno normativo. Tutti i sistemi Airzone sono certificati secondo la classe B della norma EN 15232 legata ai sistemi di automazione degli edifici.

Una conformità che dà accesso all’Ecobonus 65% per la riqualificazione energetica degli immobili, connessi appunto all’installazione e messa in opera di sistemi che permettano la gestione personalizzata e automatica degli impianti di riscaldamento, produzione d’acqua calda sanitaria o climatizzazione estiva. Quanto al Superbonus 110%, invece, la termoregolazione multizona “partecipa” all’incentivo in qualità di lavoro trainato.

Mobilità green a Milano: il trasporto pubblico si fa sempre più elettrico

Il futuro del trasporto pubblico milanese è destinato a essere sempre più green. Il capoluogo lombardo prevede di cambiare tutti i suoi 1.200 autobus diesel con nuovi autobus completamente elettrici entro il 2030. Una volta raggiunto l’obiettivo, l’intera gamma di servizi di trasporto pubblico di Milano, inclusi le metropolitane e i tram, sarà elettrica al 100%. Un nuovo recente contributo alla mobilità green a Milano proviene da una partnership con ABB, multinazionale elettrotecnica operante nella robotica, nell’energia e nell’automazione.

La società ha infatti fornito ad ATM una soluzione chiavi in mano presso il deposito di San Donato che consentirà agli e-bus di completare il servizio senza necessità di ricariche intermedie nell’arco della giornata.

Mobilità green a Milano: gli obiettivi di ATM

ATM stima che, una volta  interamente implementata, la conversione dei propri autobus diminuirà i consumi di gasolio di 30 milioni di litri all’anno, riducendo così le emissioni di CO2 di 75mila tonnellate annue.

L’azienda di trasporti locale ha inoltre stabilito che tutta l’energia generata per alimentare i propri impianti elettrici dovrà essere garantita come proveniente da fonti rinnovabili certificate, quindi con un’impronta a emissioni zero.

Il piano finalizzato a sostituire gli autobus diesel della propria flotta con mezzi elettrici e a installare una infrastruttura di ricarica dedicata è il risultato di un impegno assunto dal capoluogo lombardo nel Summit sul clima di Parigi.

L’iniziativa prevede anche la realizzazione di quattro nuovi depositi interamente elettrici. Tra questi il deposito di San Donato occupa il ruolo di impianto “pilota” per future applicazioni. Per questo motivo, proprio questo deposito sta attualmente implementando varie soluzioni di ricarica, rientrando nel percorso progettuale che ATM ha sviluppato con il supporto del Politecnico di Milano.

Il sistema di ricarica di ABB

Anche ABB è stata coinvolta nell’ambito del piano che porterà a un trasporto pubblico completamente elettrico nel territorio meneghino. Nel marzo 2020 l’ATM ha commissionato alla multinazionale la realizzazione di un sistema di ricarica pilota, con contenuti tecnologici particolari anche in relazione alla possibilità di far fronte ai picchi di richiesta di energia.

ABB ha fornito una soluzione chiavi in mano inclusiva dell’installazione di 15 stazioni di ricarica Terra 124. I sistemi possono ricaricare rapidamente due veicoli alla volta o caricare un solo autobus a piena capacità, con attenzione ai costi. Fornendo ai mezzi un’autonomia fino a 180 Km in condizioni normali, la tecnologia permette agli e-bus di restare in servizio senza la necessità di una ricarica intermedia durante la giornata.

Oltre alla progettazione, la fornitura di ABB ha incluso la realizzazione dell’infrastruttura elettrica , il collegamento del sistema di ricarica alla sottostazione ATM e l’installazione di un EcoFlex Energy Storage Module da 324 kWh (ESM). Si riuscirà così a testare il potenziale futuro riuso dei pacchi batteria degli e-bus, dando loro una seconda vita come accumulatori stazionari e offrendo inoltre l’opportunità di re-immettere energia in rete, quando conveniente.

L’installazione si completa con un sistema di controllo EV Site Solution, progettato per ottimizzare il processo di ricarica riducendo al minimo la richiesta di energia.

“Gli operatori impegnati nel trasporto pubblico affrontano sfide energetiche per la completa elettrificazione delle loro flotte e, al tempo stesso, sono alla ricerca di soluzioni olistiche che consentano nuove funzionalità per la gestione dell’energia e permettano alle batterie dei bus elettrici una seconda vita. – ha commento Frank Muehlon, Presidente della Divisione eMobility di ABB . ABB ha fornito un’infrastruttura di ricarica end-to-end completa per ATM che abilita le funzionalità digitali dell’Industria 4.0 grazie a piena connettività e Cloud Computing”.

Sistema elettrico: 5 punti per la transizione ecologica ed energetica

L’obiettivo 2050 è quello di raggiungere una società carbon neutral basata solo sull’uso di fonti di energia rinnovabile (FER) all’interno di un sistema di generazione adeguato in termini di dimensioni e sicuro in termini di continuità.
Per raggiungere questo obiettivo è però necessario riflettere sul sistema elettrico attuale individuandone i limiti e quindi le aree sulle quali intervenire, da qui alcuni obiettivi da mettere in atto entro il 2030.  Secondo Italia Solare è necessario un vero e proprio processo di transizione ecologica del settore elettrico basata sulla piena integrazione delle fonti rinnovabili e dei sistemi di accumulo oltre ovviamente alla necessità di digitalizzare e rendere flessibile l’intero sistema. Per ribadire l’importanza di questa trasformazione, Italia Solare ha trasmesso al Ministro della Transizione Ecologica e al Presidente di Arera un position paper “Transizione ecologica e sistema elettrico”.

Un documento nel quale sono indicate le proposte e le azioni che l’Italia dovrebbe intraprendere per il taglio del 55% entro il 2030 delle emissioni di anidride carbonica come richiesto dall’Unione Europea e favorire la transizione ecologica nel settore elettrico entro il 2050 in Italia.

Quali sono gli obiettivi del sistema elettrico?

Il principale obiettivo è digitalizzare il sistema elettrico attuale per ottenere un monitoraggio costante e individuare i picchi di consumo e la capacità di fare fronte ad essi con le infrastrutture attuali. Le tecnologie digitali permetterebbero attraverso la raccolta di dati di rendere intelligenti i sistemi attuali modulandone la capacità produttiva senza sprechi o eccessi.
Senza attuare questo monitoraggio il rischio è per il 2030 di fare investimenti sovra dimensionati rispetto alla richiesta di mercato con spese eccessive per la collettività.

Questo significa modificare il concetto stesso di disponibilità di energia, passando dal concetto di fabbisogni di capacità di potenza e di infrastrutture basate sui picchi di consumo a produzione flessibile grazie alle smart grid.

Un altro obiettivo è garantire la flessibilità del sistema elettrico, non solo attraverso la lettura dei dati sui segnali di mercato, ma anche attraverso la realizzazione di una filiera avanzata basata su questi meccanismi:

Questi quattro meccanismi sono possibili solo ribaltando il paradigma della gestione centralizzata delle reti e passando a un meccanismo di interazione tra consumatori e infrastruttura.

Il ruolo delle fonti energetiche rinnovabili

Nella rivoluzione energetica 2030 giocano un ruolo fondamentale le fonti energetiche rinnovabili, in particolare quella fotovoltaica che richiede la presenza di impianti di grandi dimensioni a terra sfruttando le aree agricole, di medie e piccole dimensioni su tetti industriali o edifici residenziali per il consumo all’interno delle fabbriche o in casa.
Fondamentale promuovere l’autoconsumo dell’energia prodotta anche in ottica di condivisione e virtuale.

Un nuovo sistema di generazione distribuita che dovrebbe essere in grado di soddisfare la quasi totale richiesta del mercato, portando a una progressiva sostituzione delle  centrali termoelettriche.

La diffusione della generazione distribuita richiederà un ruolo sempre più attivo dei distributori, anche in termini di bilanciamento locale delle reti con adeguati servizi e selezione delle risorse.

I 5 punti chiave per la transizione ecologica ed energetica

Per trasformare il sistema elettrico e dare il via al processo di transizione ecologica è necessario focalizzarsi su 5 aspetti chiave:

  1. Digitalizzazione delle reti locali ovvero la creazione di una rete intelligente che unisca domanda e offerta di energia garantendo flessibilità dell’offerta, continuità di distribuzione e corretto dimensionamento degli impianti rispetto alla richiesta reale di energia. Una trasformazione che se sfruttata correttamente contribuirebbe alla nascita in Italia di un’industria di servizi nazionale finanziata dall’attivazione dei quattro meccanismi enunciati sopra.
  2. Definizione di prodotti e servizi nuovi che rispecchino le reali esigenze di consumo superando gli attuali meccanismi del Capacity Market, che in quanto calibrato sui grandi impianti di generazione, non consentirebbe l’ingresso di impianti di produzione di energia rinnovabile. Questi ultimi per loro natura non sono in grado di soddisfare i requisiti di continuità di offerta tipici dei grandi impianti termici ma necessitano di un meccanismo di storage dell’energia prodotta per bilanciare la richiesta.
  3. Analisi approfondita del sistema attuale in termini di adeguatezza e sicurezza rispetto ai target di decarbonizzazione.
    L’attuale sistema italiano purtroppo si caratterizza oltre che per la prevalenza di grandi impianti, per la scarsa trasparenza dei costi dei metodi e di reperimento delle risorse, e non ultimo per l’esclusione delle FER. Per una transizione elettrica ed ecologica in linea con gli obiettivi UE è necessario recuperare informazioni e riadattare le regole di ingresso nel sistema di produzione nazionale, rivedendone i requisiti tecnici e consentendo così l’ingresso anche delle FER: pur essendo più soggetti a sbalzi di tensione questi impianti incorporano una funzione di monitoraggio della frequenza (FSM) perfettamente in linea con il macro obiettivo della flessibilità.
  4. Analisi dei costi per implementare la transizione energetica affidandosi a un soggetto terzo per disegnare il sistema e individuare gli strumenti più adatti per il controllo dei costi senza danneggiare né i consumatori residenziali né i grandi clienti industriali.
  5. Garanzia di un mercato competitivo che permetta un confronto tra pari e separi gli interessi privati da quelli pubblici.