Torna il tempo della sharing mobility

Sembrava “affossata” da paura e distanziamento sociale, ma l’Osservatorio Nazionale Sharing Mobility parla di rinascita per la condivisione di bici, monopattini, moto e automobili in città
Sharing Mobility: si riparte dopo il lockdown

Ripartono gli italiani, riparte la voglia di una sharing mobility sicura e sostenibile. Se durante la quarantena le città italiane hanno visto calare vertiginosamente la richiesta di biciclette, monopattini e auto attraverso servizi condivisi, torniamo oggi a ragionare su livelli pre-crisi. Almeno per Roma, Milano, Torino, Bologna, Cagliari e Palermo, le sei città italiane coinvolte dal quarto Osservatorio Nazionale Sharing Mobility.

Qui, infatti, il confronto tra febbraio e maggio 2020 fotografa un recupero record di 60-70 punti percentuali per biciclette e monopattini. Meno significativa, ma comunque promettente, la ripartenza del car sharing, al +30% nel mese di maggio.

Sharing mobility alleata del trasporto pubblico

Il motivo della rapida risalita? Gli analisti concordano nell’accordare alla mobilità condivisa un importante ruolo di supporto al trasporto pubblico, fortemente “penalizzato” dall’emergenza sanitaria. Infatti, a causa del distanziamento sociale, bus, tram e metro viaggiano a capacità ridotta, agevolando l’adesione a servizi alternativi e sostenibili.

I servizi leggeri con biciclette, scooter e monopattini sono attualmente preferiti ad altre forme di mobilità condivisa

“La tragedia del Covid-19 sta cambiando il nostro modo di vivere, in particolare nelle grandi città – spiega il ministro dell’Ambiente Sergio Costa, intervenuto durante la Conferenza Nazionale Sharing Mobility, promossa da Deloitte, Rete Ferroviaria Italiana, Uber, Key Energy di Italian Exhibition Group e Lifegate -. Un modo diverso di muoversi, più gentile, più attento alla tutela dell’ambiente e alla qualità dell’aria, che fa recuperare tempi e spazi al cittadino. Questo nell’ottica di ricercare una normalità green, che prevede anche una mobilità sostenibile, condivisa e intelligente”. E lo vediamo nella decisa ripartenza dei servizi di sharing nelle città analizzate.

Italiani in mobilità green

Veniamo al dunque: il 71% dei 12.688 cittadini intervistati dichiara di aver iniziato a lavorare in smart working, con ripercussioni nella mobilità nel suo complesso. La buona notizia è che già nel mese di aprile, il 61% dei “clienti” abituali del car sharing dichiarava la volontà di riutilizzare questo servizio nella fase due. Le percentuali crescono per scootersharing (66%) e bikesharing (69%), confermando la predilezione per i servizi senza abitacolo. Tra le città che hanno recuperato più velocemente, spiccano Palermo e, al secondo, posto Milano.

Anche al momento di esprimere la sicurezza percepita delle diverse modalità di trasporto su una scala di valori da 1 a 5, il campione ha premiato i mezzi “aperti”:

  • 3,3 per il bikesharing;
  • 2,6 per il carsharing;
  • 1,8 per il trasporto pubblico.

Infine, nel complesso dei dati raccolti, gli italiani non ritengono pericolosi i servizi di mobilità condivisa e non hanno intenzione di mettere in discussione le abitudini consolidate prima della pandemia.

Città sostenibili? 5 mosse per farcela

La riscossa della mobilità sostenibile trova riscontro nella micromobilità incentivata dal Decreto Rilancio, ma non basta. Cittadini e istituzioni sono chiamati a vincere una sfida culturale, che porterà benefici ambientali, sociali, sanitari ed economici.

“Il Covid-19 impatterà sugli attori italiani dell’ecosistema mobilità – spiega Luigi Onorato, Senior Partner di Monitor Deloitte -: il settore automotive prevede un calo delle immatricolazioni di automobili del 37% sul 2019, mentre il 42% dei lavoratori afferma di aver subito perdite di reddito sostanziali e il trasporto pubblico incasserà 1,5 miliardi di euro in meno nel 2020. Nessuno sarà escluso dall’esigenza di reinterpretare la propria idea di mobilità, pensando a digitalizzazione, sicurezza e infrastrutture”. Dalla conferenza sulla sharing mobility emerge dunque un “Piano strategico della Nuova Mobilità”, che integra le esigenze delle aree metropolitane e quelle, ben diverse, delle realtà locali.

La proposta muove su 5 pilastri:

  • sicurezza e distanziamento sociale;
  • modelli di mobilità intermodali;
  • interventi legislativi per regolarizzare nuove forme di mobilità;
  • evoluzione delle infrastrutture;
  • condivisione dei dati tra pubblico e privato.

La green economy si fa condivisa

“L’obiettivo di mobilità sostenibile di questo paese – conclude Raimondo Orsini, coordinatore dell’Osservatorio Sharing Mobility è ridurre l’uso dell’automobile e quindi anche il suo tasso di proprietà, tra i più alti al mondo. I servizi di sharing sono un’alternativa al calo della domanda del trasporto pubblico e un alleato delle città per limitare la congestione. È importante quindi aiutare questa rivoluzione silenziosa, già nella conversione in legge del DL Rilancio, aiutando le famiglie italiane che vogliono avvicinarsi a queste nuove forme di mobilità”.

La conferenza digitale sulla sharing mobility ha preso quest’anno il simbolico titolo di #LessCARS.

Trasporto locale, auto elettriche e sharing mobility integrati in modelli di business che mettono al centro le esigenze e la sicurezza delle persone, con un occhio di riguardo per l’ambiente.

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Maria Cecilia Chiappani

Copywriter e redattore per riviste tecniche e portali dedicati a efficienza energetica, elettronica, domotica, illuminazione, integrazione AV, climatizzazione. Specializzata nella comunicazione e nella promozione di eventi legati all'innovazione tecnologica.
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