La bozza del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) costituisce un ulteriore passo verso la compiuta definizione del Piano che dovrà essere predisposto dall’Italia entro il 30 aprile per accedere ai fondi di Next Generation EU, il nuovo pacchetto dell’Unione Europea volto a sostenere la ripresa post Covid-19. Per l’occasione, WWF, Legambiente, Greenpeace, Transport & Environment e Kyoto Club hanno realizzato un documento congiunto indirizzato alle Istituzioni, in cui chiariscono che cosa si aspettano di vedere incluso nella revisione del PNRR rispetto alla lotta al cambiamento climatico e al processo di decarbonizzazione.
Sintetizziamone i punti salienti.
Come puntualizzato nel documento condiviso, “la decarbonizzazione è un percorso che prevede l’abbandono delle fonti fossili, una maggiore efficienza dei consumi e il completo approvvigionamento energetico da fonti rinnovabili.” Secondo le associazioni ambientaliste, queste mission rappresentano il fulcro della decarbonizzazione, il presupposto per lo sviluppo dell’innovazione e della riconversione produttiva del nostro Paese. Tali mission vanno declinate nei settori chiave della decarbonizzazione, ovvero:
WWF, Legambiente, Greenpeace, Transport & Environment e Kyoto Club si aspettano che tutti questi elementi vadano a costituire il cuore del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Le associazioni chiedono in particolare:
Entrando ancor più nel merito, le organizzazioni ambientaliste valuteranno la coerenza e l’efficacia del PNRR per imprimere una forte accelerazione verso la decarbonizzazione, partendo dai seguenti criteri:
Tali criteri costituiscono lo schema di analisi applicato dalle associazioni nelle consultazioni sulla revisione del Piano e nella valutazione del testo finale.
Sulla base di questi criteri, il documento congiunto di WWF, Legambiente, Greenpeace, T&E e Kyoto Club elenca possibili ambiti di progetti e riforme per le diverse dimensioni identificate.
Come precisato nel documento, “la realizzazione degli impianti rinnovabili nel sistema elettrico (FER) rappresenta un settore dove crescita economica e degli investimenti, lavoro e decarbonizzazione coincidono”. Secondo le cinque organizzazioni ambientaliste, il PNRR deve concentrarsi su questa dimensione sia nei progetti sia nelle riforme.
Allo stato attuale, le rinnovabili sono competitive sul mercato italiano ma il loro sviluppo è bloccato dall’impossibilità di ottenere autorizzazioni in tempi ragionevoli e da un mancato completamento delle policy nazionali. Il PNRR deve essere in grado di invertire questa tendenza, riportando le rinnovabili al centro della policy energetica.
Il primo punto di partenza per raggiungere l’obiettivo dovrà focalizzarsi perciò sulla riforma delle autorizzazioni e sul rapido aggiornamento del Piano Energia e Clima (PNIEC), con lo scopo ultimo di portare almeno 6.000 MW di rinnovabili elettriche l’anno, attraverso interventi attenti a minimizzare il consumo del suolo.
Nell’ambito dell’efficienza energetica, secondo le associazioni, il PNRR deve puntare ad accelerare gli interventi di riqualificazione profonda oltre a definire una strategia che veda l’efficienza energetica nel settore costruzioni come un pilastro del rilancio dell’economia nazionale. Tra i punti basilari deve inserirsi l’avvio di programmi significativi negli edifici pubblici, a partire dalle scuole e dall’edilizia residenziale. Anche in riferimento all’edilizia privata, i piani di spesa vanno vincolati a obiettivi minimi di efficienza.
Il patrimonio edilizio esistente in Italia deve essere ripensato nel suo complesso, tracciando un programma per ridurre fino ad azzerare la quantità di fonti fossili utilizzate.
Come puntualizzato nel documento, le sfide da affrontare nel settore della mobilità sono molteplici: dalla diminuzione della CO2 al miglioramento della qualità dell’aria, passando per lo svecchiamento del parco veicolare fino alla riduzione del tasso di motorizzazione.
L’abbattimento delle emissioni climalteranti del settore dei trasporti deve emergere come un elemento centrale del PNRR. Le cinque organizzazioni suggeriscono in particolar modo progetti focalizzati sulla mobilità urbana e regionale, per circa 30 miliardi di euro, inclusivi della messa in sicurezza delle strade.
Nel PNRR non può inoltre mancare l’elettrificazione del sistema dei trasporti e la contemporanea realizzazione dell’infrastruttura di ricarica.
Rispetto al settore industriale, il documento condiviso suggerisce la necessità di tre diversi programmi:
In ultimo, nel documento si auspica che lo spirito di consultazione del nuovo Governo con le associazioni ambientaliste venga mantenuto anche nella sostanza e nel merito delle decisioni, coinvolgendo la società civile e le sue rappresentanze.