La Commissione Europea ha pubblicato lo scorso 18 dicembre la sua valutazione dei Piani Nazionali di Energia e Clima (PNIEC), fornendo un quadro sulle misure messe in atto dai singoli Paesi membri per arrivare a traguardare gli obiettivi fissati dagli accordi di Parigi. In generale, dall’analisi di tutti 21 piani fino ad oggi inviati, emergono “lacune, sia rispetto all’ambizione complessiva, sia sull’attuazione delle politiche di decarbonizzazione”. In linea con questo quadro generale è anche il giudizio sul PNIEC italiano, inviato lo scorso luglio. Nello specifico Bruxelles sottolinea come, il documento – seppur conforme agli obiettivi del Fit for 55 – presenti lacune nell’elaborazione di una strategia efficace per il raggiungimento di tali obiettivi di riduzione delle emissioni”.
A sintetizzare così le conclusioni di Bruxelles è il report intitolato “Il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima – Un piano per l’azione”, pubblicato a fine dicembre dal Think Tank ECCO. Lo studio non solo ripercorre punto per punto le osservazioni della Commissione, ma fornisce anche una serie di proposte sulle misure da introdurre o rafforzare per rendere il documento in linea con gli obiettivi del Governo.
Dall’analisi complessiva di ECCO – che riassume le criticità rilevate dalla Commissione UE in tutti i piani presentati – emerge come, secondo Bruxelles, i diversi Paesi Membri debbano lavorare di più a livello nazionale, tenendo presente questi tre aspetti:
Tornando invece a focalizzarci sul PNIEC Italiano e i punti chiave dell’analisi di Bruxelles riguardano questi aspetti:
Per quanto riguarda, in particolare, il primo punto, ovvero il mancato raggiungimento degli obiettivi clima nazionali, le raccomandazioni europee, spiega ECCO, chiedono all’Italia di mettere in campo ulteriori politiche e misure economicamente efficienti (cost-efficient additional policies and measures). “Queste norme sono indispensabili per riuscire a colmare il divario rispetto all’obiettivo di riduzione delle emissioni del -43,7% al 2030 rispetto ai livelli del 2005”.
Nello specifico – si legge sul sito del think tank – le raccomandazioni enfatizzano la necessità di accelerare le azioni di mitigazione nei settori di ‘competenza’ nazionale, come trasporti, civile, agricoltura. Si chiedono in particolare tangibili progressi nell’attuazione delle politiche esistenti, oltre a nuove urgenti misure per allineare la traiettoria di riduzione delle emissioni con l’obiettivo della neutralità climatica”.
In tema di rinnovabili, invece, la Commissione sottolinea come il PNIEC italiano dichiari di raggiungere e superare leggermente gli obiettivi minimi richiesti. Tuttavia, Bruxelles esorta il nostro Paese a a definire un quadro regolatorio funzionale al massimo sviluppo delle rinnovabili.
“La Commissione – sottolineano gli esperti di ECCO – suggerisce, inoltre, di indicare obiettivi specifici per lo stoccaggio di energia e per lo sviluppo dei sistemi di demand response, per favorire l’integrazione tra le reti e la flessibilità nella gestione del sistema elettrico”.
Passando invece al tema del finanziamento della transizione, la Commissione chiede all’Italia di completare la valutazione del fabbisogno finanziario. A emergere è in particolare la necessità di puntare su un approccio più dettagliato e “bottom up”.
Altro punto chiave è la necessità di specificare informazioni relative ai fondi disponibili. “Ogni politica o misura – si legge nell’analisi di ECCO – dovrebbe dotarsi, secondo la Commissione UE, di una breve descrizione del tipo di strumento finanziario da accompagnare per la sua attuazione (contributi, prestiti, assistenza tecnica, garanzie pubbliche e fonte di finanziamento, fondi pubblici o altro). Il tutto enfatizzando il ruolo delle Banche nazionali di promozione (ad es. CDP), ove rilevante.
Infine, Bruxelles precisa come sia importante chiarire le diverse modalità con cui i fondi e le misure del REPowerEU e PNRR contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi del Piano, ma anche la strategia più efficace per interrompere i sussidi alle fonti fossili.
La Commissione Europea nella sua valutazione del PNIEC italiano si sofferma infine sull’importanza di fornire maggiori dettagli sugli impatti macroeconomici e sociali delle misure contenute nel Piano.
Bruxelles sottolinea che il documento dovrebbe specificare le forme di supporto, l’impatto delle politiche, i gruppi di individui interessati e le risorse dedicate. Un altro punto chiave è poi la necessità di assicurare coerenza con i Piani di Giusta Transizione e di fornire una solida base analitica per lo sviluppo del Piano Sociale per il Clima.
Nell’analisi dell’UE non manca infine un riferimento alla necessità di avere un focus su una governance del Piano. In quest’ottica l’obiettivo è favorire e costruire il dialogo tra i diversi livelli di governo nazionale e locale.
Il tutto coinvolgendoli attivamente nel monitoraggio, nella valutazione e nel reindirizzo dinamico delle politiche e misure (flexibility to adjust to changing circumstances). Naturalmente in questo percorso non deve mancare un’attenzione ai partner sociali e agli stakeholders, che devono diventare protagonisti del percorso virtuoso di transizione ecologica.
Il Think tank Ecco ha inoltre realizzato una serie di proposte sulle politiche da introdurre o rafforzare per rendere il Piano più ambizioso e più ‘realistico’, in linea con gli auspici dichiarati dal Governo.
Un piano realistico – si legge nel report – implica la capacità di accompagnare il quadro delle politiche e misure per il raggiungimento degli obiettivi con una strategia per la loro attuazione.
Politiche e misure devono essere completate da elementi abilitanti, che abbiamo chiamato nel lavoro le dimensioni trasversali del piano:
Queste misure devono essere accompagnate: