Per gli italiani sono le aziende i soggetti al centro del processo globale della transizione energetica. È compito infatti delle imprese ridurre l’impatto ambientale delle proprie attività e limitare le emissioni climalteranti provenienti dalle loro sedi, dagli impianti produttivi e dall’utilizzo di server. È quanto emerge dall’indagine “Gli italiani, la sostenibilità e le imprese” condotta dall’agenzia Sustrain su un campione di mille persone. Lo studio mostra quali siano per gli italiani le azioni che le realtà imprenditoriali dovrebbero portare avanti nel prossimo futuro per salvaguardare l’ambiente.
Secondo gli italiani, il reale impegno ambientale delle aziende porta con sé non solo vantaggio d’immagine ma anche un tangibile ritorno economico. Per mettere in atto politiche sostenibili all’interno delle imprese occorre però un cambiamento di mentalità, che parta dai manager e dai vertici dell’azienda.
Per il 71% degli intervistati l’azione principale da implementare è la riduzione delle emissioni di CO2, mentre per il 55% degli italiani occorre aggiungere all’impegno ambientale anche quello sociale (55%), con l’introduzione di pratiche di welfare aziendale e la nascita di iniziative per la comunità e il territorio di riferimento.
La stragrande maggioranza degli intervistati (il l’84%) si è detta disponibile a pagare di più per un prodotto green rispetto a uno tradizionale.
Per l’89% delle persone che hanno preso parte all’indagine è importante scegliere di comprare prodotti di brand considerati sostenibili. All’interno di questa percentuale:
Nel 39% viene considerata sullo stesso piano la sostenibilità, la qualità e il prezzo del prodotto. Gli italiani sono disposti a spendere di più per l’acquisto di prodotti alimentari freschi (62%) e soluzioni e servizi per la casa, come riscaldamento e infissi (36%). Seguono i prodotti per la salute (35%), i vestiti (29%) e i mezzi di trasporto (25%). Solo il 18% degli italiani, invece, è disposto a spendere di più per il turismo sostenibile.
