Accumulo con idrogeno verde: un’opportunità sostenibile per la transizione energetica

Contare su soluzioni di energy storage alternative al litio può aprire a interessanti opportunità anche in ambito residenziale, oltre che per le Pmi e gli enti pubblici. La tecnologia basata sull’idrogeno verde - ideata da Hybitat - è destinata ad aprire interessanti scenari e possibilità
Accumulo con idrogeno verde, ideale per la transizione energetica

Nel mosaico della transizione energetica, le soluzioni di accumulo con idrogeno verde rappresentano una tessera di significativa importanza. La possibilità di stoccare energia e reimmetterla in circolazione è un’opportunità, considerando che – secondo BloombergNEF – le nuove installazioni fotovoltaiche si stima raggiungeranno i 574 GW quest’anno (rispetto ai 444 GW previsti nel 2023), 627 GW nel 2025 e 880 GW nel 2030.

Nell’ambito dell’energy storage si fanno strada anche soluzioni di piccola e media taglia, di solito con tecnologia agli ioni di litio. Ma stanno prendendo corpo anche alternative. Una, in particolare è una soluzione di accumulo con idrogeno verde ideata dalla italiana Hybitat, giovane realtà nata nel 2023 dalla joint venture della società deep tech e-Novia e SIT Group, specializzato in soluzioni intelligenti per il controllo del clima e la misurazione dei consumi.

Hybitat sta mettendo a punto un sistema di energy storage basato sull’idrogeno verde che consente una maggiore indipendenza dalla rete e un risparmio sensibile sui costi. Per comprendere come funzioni e quali spazi possa creare, abbiamo incontrato l’amministratore delegato, Giovanni Pulice in occasione di MCE 2024.

Accumulo con idrogeno verde per il residenziale e commerciale

Innanzitutto, è bene comprendere a che punto sia la soluzione oggi: “abbiamo già realizzato un primo proof of concept l’anno scorso – spiega Pulice –. Per settembre 2024 rilasceremo un secondo prototipo che avrà forma analoga al prodotto definitivo. Partiremo subito dopo col progetto pilota per il primo prodotto certificato; contiamo, quindi, di avere un prodotto commerciabile nella seconda metà del 2025. Dopodiché ci auguriamo di assistere a una crescita dal punto di vista commerciale e industriale, con un ramp-up stimato fino al 2028”.

Proprio la partecipazione alla fiera MCE – Mostra Convegno Expocomfort – ha permesso all’azienda di far conoscere la propria soluzione e strategia nel settore. L’accumulo con idrogeno verde è sicuramente una tecnologia che può dare una grossa spinta alla transizione energetica, ma deve essere raccontata e compresa.

Mercato e idrogeno: i commenti a MCE 2024

Hybitat sta portando avanti diversi contatti con le ESCo, con le utility, professionisti del settore energetico al fine di sviluppare una rete di contatti sui vari segmenti.
“Stiamo anche ragionando con potenziali partner per ipotizzare una partnership con un produttore o un grosso installatore di impianti fotovoltaici in grado di proporre una soluzione end to end comprensiva sia della parte di produzione energetica sia della parte di accumulo basata sulla nostra tecnologia” aggiunge Pulice.

Ambito condominiale: come è possibile suddividere le varie utenze?

L’installazione in un condominio si presta a diverse configurazioni. Immaginiamo che in un edificio siano installati dei pannelli fotovoltaici per soddisfare le esigenze condominiali (ascensore, luci ecc.), ma che possa contare su energia in eccesso che possa essere stivata in accumulo d’idrogeno verde.

A questo punto potrebbe essere organizzato con due soluzioni:

  • storage condominiale con possibilità di rivendere l’energia ai singoli condomini che pagano l’energia consumata. In questo modo il condominio riceve un incentivo mediante scambio sul posto;
  • storage installato all’interno del perimetro del singolo condomino che produce l’energia, la accumula e la impiega in base alle necessità. Il vantaggio in questo caso è legato agli incentivi sia per il condominio sia per il singolo condomino, che può attivare un ulteriore meccanismo incentivante.

Costi e i ritorni dell’investimento: un confronto con il litio

La questione costi è prioritaria, come pure quella sul tempo necessario per rientrare dall’investimento. “Riteniamo, nel caso di una soluzione da 40 kWh, di essere competitivi con la fascia alta delle batterie agli ioni di litio, che integrano sistemi di controllo sofisticati con cui vogliamo confrontarci e che oggi costano intorno a 500-700 euro/kWh. Più cresce la taglia, più il nostro prodotto rispetto al litio diventa particolarmente vantaggioso”.

Le potenzialità del mercato dell’idrogeno

La crescita dei consumi energetici richiede e richiederà un aumento della produzione di energia elettrica. Attualmente questa richiesta viene in parte soddisfatta da fonti energetiche rinnovabili che risultano più economiche rispetto alle fonti fossili tradizionali. L’energia rinnovabile, da fotovoltaico ed eolico, per sua natura è intermittente; quindi, lo storage è di fondamentale importanza. “È impensabile che il litio possa essere l’unica forma di accumulo, perché è un prodotto limitato in termini di disponibilità perché occorre estrarlo” evidenzia Pulice.

Giovanni Pulice Hybitat a MCE 2024

Peraltro, il prezzo del litio è un’incognita: secondo alcune previsioni, potrà rimanere più o meno stabile solo se non esplode il mercato automotive. La strategia europea impone che dal 2035 le uniche auto che potranno essere vendute saranno quelle elettriche. Fonti autorevoli come il Fondo monetario internazionale affermano che il prezzo potrebbe anche triplicare nei prossimi dieci anni. “Per questo riteniamo che il litio sulle taglie medio piccole presenta semplicità costruttive che lo rendono sostanzialmente imbattibile oggi, ma su dimensioni medio-grandi, una soluzione di accumulo con idrogeno verde è economicamente più interessante oltre che sostenibile”.

Inoltre, si presta anche a prospettive future in cui l’idrogeno prodotto da fonti rinnovabili può essere impiegato direttamente per alimentare le caldaie dedicate.

“Poter contare su una produzione in proprio di idrogeno, oltre ad abbattere il prezzo della bolletta, contribuirà a una modalità distribuita e più democratica di energia – aggiunge Pulice -. Oltre che meno impattante, non richiedendo di trasportare il vettore energetico, potendolo usare sul posto”.

Oltre al settore domestico, per quali altri ambiti potrà risultare vantaggioso l’accumulo con idrogeno verde?

Anche il settore pubblico è incentivato ad accumulare perché con il cosiddetto “scambio sul posto altrove” può per esempio produrre energia utilizzando i tetti delle scuole per i pannelli fotovoltaici o usare l’energia di notte per attivare l’illuminazione pubblica che è tipicamente di pertinenza del Comune, contando anche su un incentivo. Ulteriore tema prioritario è lo storage distribuito, destinato a essere fondamentale per garantire nei prossimi anni il corretto bilanciamento della rete elettrica.

I vantaggi per chi adotta soluzioni di storage

Rendersi più indipendenti dalla rete è indubbiamente un vantaggio. Dotarsi di una soluzione di storage consente, infatti, di aumentare l’autoconsumo dell’energia prodotta. Inoltre, è particolarmente utile in caso di blackout, un fenomeno che sta aumentando negli ultimi anni.

In ambito domestico consente, anche di gestire i picchi di consumo, potendo contare sulla batteria. A cui, ovviamente, si aggiunge la riduzione dei costi energetici grazie proprio al consumo della propria energia prodotta.

Esempi di consumi, spese e ritorni di investimento

“Partendo da una casa unifamiliare in cui si è ipotizzato 110 metri quadri di pannelli fotovoltaici, quindi circa 20 kW di picco, con consumi annui per circa 30 MWh e con un costo della bolletta su 15 anni -conclude Pulice – è possibile calcolare un impatto positivo in termini di risparmio di circa 60mila euro. Nel caso di un condominio, l’impatto positivo in termini di risparmi è ancora più ampio, naturalmente, e ancor più per una piccola media impresa”.

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Andrea Ballocchi

Giornalista freelance, si occupa da anni di tematiche legate alle energie rinnovabili ed efficienza energetica, edilizia e in generale a tutto quanto è legato al concetto di sostenibilità. Autore del libro “Una vita da gregario” (La Memoria del Mondo editrice, prefazione di Vincenzo Nibali) e di un manuale “manutenzione della bicicletta”, edito da Giunti/Demetra.
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