Città digitali che cambiano, tra smart working e resilienza

Firenze scala il podio delle città digitali italiane davanti a Bologna e Milano: ICity Rank 2020 racconta le conferme e le sorprese delle nostre realtà urbane alla prova della pandemia
Città digitali: la classifica italiana 2020

Esigenze, servizi, priorità: perché non possiamo descrivere le città digitali di oggi utilizzando criteri che fino a qualche mese fa ci sembravano assodati? Il 2020, lo abbiamo sperimentato, è stato l’anno della consapevolezza digitale. L’emergenza sanitaria ha stravolto le abitudini lavorative e private degli italiani e, di conseguenza, i fattori chiave del concetto di smart city.

Un cambio di prospettiva evidenziato anche da ICity Rank 2020, la classifica delle città italiane più intelligenti e sostenibili realizzata da FPA. Vediamone le principali novità.

Nuove città digitali: quando smart fa rima con responsive

Il comune più digitale è Firenze, che spodesta Milano, la regina degli ultimi anni, in terza posizione dietro Bologna. Ma c’è di più: se il covid-19 ha accelerato la trasformazione smart delle nostre città, non lo ha fatto in modo uniforme. Si conferma infatti la profonda differenza tra Nord e Sud, con speranzose eccezioni, mentre si rafforza il ruolo guida dei capoluoghi metropolitani. Importante anche la reazione “adattiva” dei centri urbani più colpiti dalla pandemia.

Prima, un cambio di prospettiva

Le misure restrittive e il distanziamento sociale hanno sottolineato nuovi aspetti dell’organizzazione urbana, attivando reazioni e stimolando la ricerca di soluzioni intelligenti. In particolare, hanno reso fondamentale la possibilità di svolgere attività online quali smart working, didattica a distanza, e-commerce e diversi servizi pubblici. Le amministrazioni locali hanno poi dovuto implementare il monitoraggio digitale dei servizi e delle attività urbane.

“Il processo di trasformazione digitale delle città italiane non si è arrestato in questo anno terribile. Anzi, anzi per molti versi ha ricevuto una spinta che ha consentito di superare resistenze organizzative e culturali – spiega Gianni Dominici, Direttore generale di FPA -. Chi si trovava già a uno stadio avanzato, ha confermato i progressi, ma arrivano segnali confortanti anche da aree meno mature, con quattro città del Sud che entrano nelle prime venti classificate”.

Gli 8 indicatori di ICity Rank 2020

Insomma, la crisi ha corroborato il valore dei modelli di smart city più flessibili e resilienti. Per questo, le performance digitali dei 107 comuni capoluogo analizzati da ICity Rank sono state valutate quest’anno secondo 8 indicatori completamente aggiornati.

I nuovi parametri della digitalizzazione sono:

  • accessibilità online dei servizi pubblici;
  • disponibilità di app di pubblica utilità;
  • adozione delle piattaforme digitali;
  • utilizzo dei social media;
  • rilascio degli open data;
  • trasparenza;
  • implementazione di reti wifi pubbliche;
  • tecnologie di rete intelligenti (IoT).

Città digitali italiane: la graduatoria del 2020

Top10 e oltre: quali sono le migliori città digitali

L’indice di trasformazione digitale, media aritmetica degli 8 indicatori settoriali, permette di costruire il ranking delle città più digitali d’Italia. La top 10 è composta da Firenze, Bologna, Milano, Roma Capitale, Modena, Bergamo, Torino, Trento, Cagliari e Venezia, con un livello di digitalizzazione “molto avanzato”. Segue un gruppo di altre 15 città di livello “avanzato”: Parma, Reggio Emilia, Palermo, Pavia, Brescia, Genova, Lecce, Cremona, Prato, Bari, Pisa, Verona, Vicenza, Bolzano e Forlì.

Nel ranking ci sono poi 23 città con un livello “discreto”: Rimini, Mantova, Livorno, Monza, Piacenza, Piacenza, Siena, Ravenna, Treviso, Udine, Perugia, La Spezia, Napoli, Ferrara, Novara, Pordenone, Padova, Trieste, Lodi, Arezzo, Pesaro, Ancona, Verbania, Lecco. E ancora 24 capoluoghi di livello “intermedio” e altri 27 con una digitalizzazione solo “avviata”. Chiudono la classifica 8 città principalmente del Sud: Taranto, Avellino, Caserta, Carbonia, Nuoro, Enna, Chieti e Agrigento.

Città digitali: le migliori del Mezzogiorno nel 2020

Le migliori città digitali del Sud Italia

Cosa fanno Firenze, Milano e Bologna

Firenze svetta con un punteggio di 872 nell’indice di trasformazione digitale. Il primato è generato soprattutto dalle performance in app municipali, open data, trasparenza, wifi pubblico. Al secondo posto c’è Bologna, con un punteggio di 866, grazie ad app municipali (a pari merito), piattaforme abilitanti, social media. Milano, è terza con 855 punti, distinguendosi in particolare per piattaforme digitali, open data e trasparenza, ma anche per una buona disponibilità di wifi pubblico.

Quattro eccellenze del Sud

C’è ancora molto da fare per colmare il gap fra Nord e Sud nei processi di trasformazione digitale. Due terzi dei capoluoghi meridionali, infatti, si collocano nelle zone più basse della graduatoria. Eppure, alcune eccezioni confermano che l’innovazione può progredire anche in contesti più complessi dal punto di vista economico e sociale. Cagliari, con il 9° posto in classifica, è la prima città del Sud, ma si segnalano anche i casi virtuosi di Palermo (13), Lecce (17) e Bari (20).

ICity Rank 2020: le tendenze settoriali

Guardando i singoli indicatori del report, Pisa si distingue per il secondo posto nella graduatoria dei servizi online, subito dopo Roma. Trento guadagna il primato nelle app municipali, insieme a Bologna, Firenze e Modena, mentre Cremona è la prima città d’Italia nelle piattaforme digitali con Bologna e Milano.

Palermo è al top per disponibilità di open data, accompagnata da Firenze e Milano, Bergamo e Venezia sono al secondo posto per wifi pubblico e Bolzano e Mantova evidenziano i migliori risultati nell’IoT. La classifica della trasparenza vede in prima linea Bari, Benevento, Catanzaro, Latina, Novara, Padova e Trento (oltre a Milano e Firenze).

Bene i servizi online

L’accesso online allo Sportello Unico per le Attività Produttive è ormai una realtà diffusa: solo 3 su 107 città non lo hanno attivato. All’opposto, un servizio anagrafico relativamente “semplice” come il cambio di domicilio o residenza risulta oggi digitalizzato in meno di un terzo dei comuni capoluogo. Il servizio più performante, nell’ultimo periodo, è quello della gestione/pagamento della TARI. Qui si sono aggiunti 11 comuni, portando il totale da 44 a 55. A livello geografico, quasi la metà dei capoluoghi del Nord si collocano nella fascia alta della classifica e più della metà delle città del Mezzogiorno sono invece in quella più bassa.

Città digitali: la top 10 2020 per i servizi online

Anche le app avanzano

I risultati della rilevazione effettuata da FPA su 73 comuni per i quali è stato possibile reperire dati aggiornati, indicano la forte crescita delle app gratuite di pubblica utilità. Il settore con la maggiore frequenza è ancora quello culturale-turistico, seguito da mobilità (trasporti pubblici e parcheggi) e rifiuti (raccolta differenziata). Il 2020 di pandemia ha siglato anche il boom delle app legate alla sicurezza e alla comunicazione diretta tra cittadini e istituzioni.

Anche qui, la discriminante territoriale è rilevante. Solo sei capoluoghi del Meridione si trovano nella fascia più elevata (poco più del 15%), mentre sono 24 (oltre il 50%) quelli del Nord.

Città digitali: geografia delle reti wi-fi pubblicheCome va il Wi-Fi pubblico?

Da due anni FPA rileva sistematicamente i dati sulla consistenza sulla consistenza delle reti wifi pubbliche organizzate o sostenute dalle amministrazioni comunali. Nell’ICity Rank 2020, il numero di città con più di 10 punti di accesso è salito da 61 a 73.

Tra i capoluoghi meridionali, oltre a Cagliari solo Lecce è presente nella fascia alta della classifica. Ma anche i comuni del Centro risultano distribuiti meno bene di quelli del Nord. I sette capoluoghi metropolitani del Centro-Nord sono tutti nella parte alta, quattro tra quelli del Mezzogiorno si collocano nella fascia intermedia e due in quella più bassa.

IoT e reti intelligenti

La rete di illuminazione pubblica è una delle più importanti infrastrutture abilitanti per le responsive city. Secondo FPA, il numero delle città capoluogo dove è stata sperimentata l’istallazione di lampioni smart è salito dai 17 del 2017 (dato Istat) ai 27 del 2020. Dopo Cagliari, solo tre capoluoghi meridionali raggiungono il primo terzile della classifica (Bari, Siracusa e Lecce). Anche la distribuzione dei capoluoghi centrali è decisamente meno positiva di quella del Nord. Otto capoluoghi metropolitani sono nella parte alta della classifica, cinque in quella intermedia e uno in quella inferiore.

Per fare città digitali serve cultura digitale

Cosa emerge dunque dalla corposa analisi di ICity Rank 2020? La digitalizzazione delle attività amministrative e del rapporto con i cittadini appare ben avviata, pur nelle difficoltà delle aree deboli. Il problema cruciale resta quello della diffusione di una cultura digitale, tra i dipendenti delle amministrazioni comunali come tra i cittadini.

Quanto all’integrazione e alle reti IoT, invece, la strada è ancora lunga. Ecco perché le risorse del Recovery Plan rappresentano una grande opportunità di innovazione e digitalizzazione di tutte le città italiane.

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Maria Cecilia Chiappani

Copywriter e redattore per riviste tecniche e portali dedicati a efficienza energetica, elettronica, domotica, illuminazione, integrazione AV, climatizzazione. Specializzata nella comunicazione e nella promozione di eventi legati all'innovazione tecnologica.
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