Ricarica elettrica sul lavoro: l’ideale per sostenere l’emobility, la rete e la transizione energetica

L’infrastruttura di ricarica elettrica sul posto di lavoro può contribuire allo sviluppo della emobility, ed essere uno strumento utile per equilibrare la rete elettrica e supportare lo sviluppo delle rinnovabili
L’infrastruttura di ricarica elettrica sul lavoro può contribuire allo sviluppo della emobility

La ricarica elettrica sul lavoro è un’opzione gradita per i dipendenti e un’occasione per sostenere la transizione verso l’emobility. Se oggi sulle strade di tutto il mondo circolano oltre 20 milioni di veicoli elettrici si prevede che entro il 2030 se ne conteranno circa 350 milioni.

Nella sola Unione Europea si prevede che gli attuali 5,3 milioni di veicoli elettrici supereranno i 30 milioni entro la fine del decennio. “Inoltre, l’infrastruttura di ricarica europea è destinata a moltiplicarsi dagli attuali 3 milioni a circa 35 milioni di punti di ricarica entro il 2030, con la ricarica sul posto di lavoro che probabilmente aumenterà dal 10% al 15% della fornitura totale”, stima ChargeUp Europe nel suo State of the Industry Report 2023.

Ricarica elettrica sul lavoro: perchè è importante?

La ricarica sul posto di lavoro – segnala la stessa associazione di rappresentanza del settore delle infrastrutture di ricarica dei veicoli elettrici – è il modo più praticato per ricaricare lontano da casa.
Già oggi in Unione Europea si contano 300mila carica batterie da lavoro e si prevede arrivino a
4,5 milioni i punti di ricarica sul posto di lavoro nel 2030.

Come renderla un’opzione sostenibile per le aziende e gli enti pubblici? Una soluzione può essere quella messa a punto da un team di ricercatori di ingegneria del campus di Mawson Lakes dell’Università dell’Australia del Sud. Secondo le conclusioni cui sono giunti, l’utilizzo di energia da fonti rinnovabili per alimentare la ricarica diurna dei veicoli elettrici permette di ridurre la domanda della rete elettrica serale e contribuire a sostenere gli obiettivi di decarbonizzazione che l’Australia intende raggiungere entro il 2050.

Come rileva lo studio condotto dai ricercatori, raddoppiando il sistema fotovoltaico esistente nel campus, la ricarica gratuita potrebbe essere disponibile per più di 200 veicoli elettrici, ovvero il 25% dei parcheggi disponibili nel campus. Col raddoppio dell’impianto fotovoltaico e introducendo una tariffa di ricarica nominale, il campus potrebbe supportare in futuro la penetrazione dei veicoli elettrici, supportando l’emobility, risparmiando oltre il 20% sui costi energetici.

Ricarica elettrica e fotovoltaico: l’esempio australiano

La ricarica elettrica sul lavoro può essere studiata basandosi sull’esempio di quanto è stato fatto al campus universitario australiano. Attualmente dispone di pannelli solari sul tetto di 18 edifici, integrati da pannelli solari montati a terra. L’installazione originaria, del 2019, si basava sul fabbisogno energetico dell’epoca, ma prima della rapida diffusione dei veicoli elettrici.

I risultati dello studio, pubblicati sulla rivista Renewable Energy, sono frutto di un’analisi condotta esaminando diversi modelli per determinare il modo più efficiente per supportare la ricarica dei veicoli elettrici, riducendo al tempo stesso i costi energetici netti annuali del campus.

Ricarica auto elettrica V2G

Secondo quanto messo in luce dai ricercatori, con una penetrazione dei veicoli elettrici pari al 25%, il campus Mawson Lakes potrebbe ridurre i costi annuali dell’elettricità di oltre il 9% aggiornando il suo sistema solare fotovoltaico esistente alla capacità ottimale, supportando la ricarica gratuita dei veicoli elettrici durante il giorno.

Ciò aiuterebbe anche a ridurre la domanda di energia di picco di almeno il 12%. Secondo gli autori della ricerca: “ottimizzando l’impianto fotovoltaico, più energia verrebbe esportata nella rete: ciò non attirerebbe alcun ricavo. Tuttavia, fornire servizi di ricarica per veicoli elettrici a una tariffa nominale utilizzando la produzione fotovoltaica in eccesso è una soluzione sensata. In questo modo, il campus può potenzialmente supportare 800 auto elettriche, il numero massimo di parcheggi a Mawson Lakes, sostenendo quasi gli stessi costi energetici annuali di quelli per una penetrazione del 25% con ricarica gratuita”.

L’energia in eccesso generata dal solare sui tetti ed esportata nella rete crea gravi problemi di rete poiché l’energia dispacciabile deve essere aumentata rapidamente per sostituire l’energia solare in diminuzione nel corso della giornata.

Priorità alla ricarica diurna

La ricarica sul posto di lavoro dei veicoli elettrici aiuta ad affrontare questa sfida, impiegando la produzione rinnovabile in eccesso durante il giorno. Dare priorità alla ricarica diurna sul posto di lavoro riduce la pressione sulla rete durante le ore di punta serali, diminuendo la domanda di ricarica domestica dei veicoli elettrici.

Secondo uno degli autori dello studio, l’Australia utilizzerebbe l’energia solare in modo più efficiente se stabilisse infrastrutture di ricarica per veicoli elettrici comparabili nelle strutture pubbliche e private. “Questa iniziativa non solo aiuta a raggiungere un profilo di domanda di rete più equilibrato, ma promuove anche un ambiente più verde”, ha affermato Mohammed Haque, docente di ingegneria elettrica e co-autore dello studio.

Dalla ricarica elettrica al lavoro al Vehicle to Grid

La ricarica elettrica sul lavoro potrebbe giocare un ruolo fondamentale per abilitare la transizione alla mobilità elettrica. Pensiamo solo alle le persone che vivono in case plurifamiliari o senza un posto dedicato per la ricarica. Ma le sue potenzialità sono decisamente più ampie.

La ricarica dei veicoli elettrici mediante fotovoltaico comporta l’utilizzo del potenziale solare degli edifici adibiti a uffici e i lunghi tempi di parcheggio sul posto di lavoro aprono la strada all’implementazione della tecnologia Vehicle to Grid.

La modalità V2G è una è una tecnologia promettente che consente ai veicoli elettrici inattivi o parcheggiati di agire come fonti distribuite, in grado di immagazzinare o rilasciare energia al momento opportuno, consentendo così lo scambio di potenza tra la rete e il veicolo elettrico. Le potenzialità sono molto interessanti e tutte da scoprire.

V2G per stabilizzare la rete

Come mette in evidenza un articolo del Los Angeles Times, se si sfruttassero le potenzialità offerte dall’energy storage dei veicoli elettrici, in forte aumento “se solo un veicolo su dieci di questi veicoli fosse collegato e in grado di fornire elettricità alla rete, si aggiungerebbero fino a 6.000 MegaWatt di potenza di backup per diverse ore”. Potrebbero contribuire per stabilizzare la rete e ridurre i blackout, fenomeno frequente negli USA.

Lo scorso anno ha detto la senatrice democratica Nancy Skinner in un’audizione della commissione aveva presentato un disegno di legge che fissava l’obiettivo di richiedere che tutte le nuove auto e apparecchiature di ricarica a emissioni zero includano la tecnologia per consentire il “veicolo alla rete” entro il 2027.

La Cina sta pensando di cogliere al volo l’opportunità del Vehicle to Grid. L’amministrazione statale cinese ha emanato nuove regole per rafforzare l’integrazione dei veicoli alimentati a nuova energia con la rete elettrica, in un contesto in cui il più grande mercato mondiale di veicoli elettrici al mondo mira a gestire la propria domanda di energia in un contesto di aumento della ricarica delle batterie, ha segnalato Reuters.

La notizia, pubblicata in questi giorni dalla Commissione nazionale cinese per lo sviluppo e la riforma verte sulla richiesta della creazione di standard tecnici iniziali in grado di regolare l’integrazione dei nuovi veicoli energetici nella rete entro il 2025. L’intenzione è fare dei nuovi veicoli energetici elementi cardine del sistema di stoccaggio energetico del Paese entro il 2030.

I ricercatori del World Resources Institute hanno scoperto che in uno scenario di forte crescita per i veicoli elettrici cinesi, in cui le principali città ne avranno più di tre milioni in circolazione entro il 2035, la ricarica delle batterie delle auto potrebbe aumentare la domanda di potenza di picco di quasi il 12%, travolgendo i sistemi di generazione e trasmissione. Ecco allora che la ricarica durante le ore non di punta e la ricarica V2G, in cui milioni di proprietari di veicoli elettrici potrebbero rivendere la carica delle loro batterie agli operatori di rete durante le ore di punta, costituirebbero un rimedio utile e prezioso.

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Andrea Ballocchi

Giornalista freelance, si occupa da anni di tematiche legate alle energie rinnovabili ed efficienza energetica, edilizia e in generale a tutto quanto è legato al concetto di sostenibilità. Autore del libro “Una vita da gregario” (La Memoria del Mondo editrice, prefazione di Vincenzo Nibali) e di un manuale “manutenzione della bicicletta”, edito da Giunti/Demetra.
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