La New Mobility sta attraversando una fase di grandi cambiamenti in tutta l’Europa. Nonostante il lieve arresto del mercato delle auto nel corso dell’ultimo anno, nuove sfide attendono le Istituzioni e la filiera industriale, con impatti che riguardano da vicino anche il consumatore finale.
Di questi trend si è discusso in occasione del recente convegno Connected Car & Mobility: da grandi poteri, grandi responsabilità. L’evento è stata l’occasione per presentare la nuova ricerca sul tema delle auto connesse, realizzata dall’Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano.
Il settore dell’auto è da sempre un comparto che fa da traino all’industria. Nel corso dei decenni, alcune delle più grandi innovazioni hanno avuto luogo proprio in questo ambito. Il quadro è tuttavia mutato nel tempo e allo stato attuale il settore automotive tende a essere meno proponente e maggiormente influenzato da comparti esterni.
Da un lato è condizionato da tematiche di carattere ambientale ed è perciò spinto ad adottare determinate soluzioni per gestire la mobilità in ottica green. Dall’altro lato, si tratta di un ambito sempre più inglobato nella trasformazione digitale, contesto che ha contribuito a creare un’enorme difficoltà adattativa da parte delle imprese tradizionali.
L’auto elettrica sta accelerando la sua crescita nel mercato, contrastando la leadership delle aziende tradizionali. L’Europa ha abbracciato appieno il trend, evidenziando una diffusione crescente delle e-car e dei modelli ibridi. In complesso, nel 2022, il comparto non tradizionale, ha superato il 50% in termini di vendite.
Permane tuttora la problematica di una mancanza capillare di punti di ricarica. A oggi, i punti installati settimanalmente nel Vecchio Continente corrispondono a 2mila ma dovrebbero salire a un ritmo di 14mila.
L’ulteriore problematica da affrontare è di tipo ambientale. Per una diffusione sostenibile delle auto elettriche, occorre generare delle energie che non siano di origine fossile. Il quadro varia ovviamente da Nazione a Nazione, ma il contesto generale indica la presenza di numerose barriere di carattere infrastrutturale.
L’incremento delle e-car pure e delle plug-in riguarda anche il resto del Pianeta. La leadership spetta alla Cina, seguita dall’Europa e dagli Stati Uniti. Seguono in coda gli altri Paesi del mondo.
Nel contesto attuale esiste un divario tra le startup americane e quelle cinesi. Le prime non stanno procedendo a passi spediti. I loro modelli presentano grosse difficoltà sotto il profilo economico, essendo quotati con prezzi troppi alti. I prezzi dei prodotti provenienti dalle startup cinesi, invece, si stanno via via riducendo, in seguito alla crescita dell’offerta.
La connettività è un elemento chiave nell’evoluzione del settore automobilistico e nella transizione verso la Smart Mobility. La connessione dei veicoli e delle infrastrutture stradali rende attuabili una serie di nuove opportunità e di servizi che migliorano l’esperienza di guida, la sicurezza, l’efficienza e l’interazione con l’ambiente circostante.
La comunicazione V2V (veicolo-a-veicolo) e quella V2I (veicolo-a-infrastruttura) si stanno sempre più diffondendo, agevolando lo scambio di informazioni in tempo reale tra i veicoli, oltre che tra questi ultimi e l’ambiente circostante. Tale comunicazione è in grado di fornire avvisi di sicurezza, informazioni sul traffico, servizi di navigazione avanzati e persino una gestione coordinata per ridurre la congestione stradale.
I veicoli connessi sono inoltre capaci di raccogliere un grande quantitativo di dati, che possono essere utilizzati per migliorare la progettazione dei veicoli, l’efficienza del carburante, la manutenzione preventiva e la personalizzazione dei servizi per l’utente.
Questi dati possono essere analizzati sfruttando algoritmi avanzati di Intelligenza Artificiale e apprendimento automatico, in modo da estrapolare informazioni significative e fornire soluzioni innovative.
L’Italia si sta posizionando tra i leader europei nella promozione della mobilità intelligente e delle infrastrutture connesse. Il proliferare dei progetti e le opportunità previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) stanno contribuendo a stimolare lo sviluppo di nuove soluzioni e di modelli di business diversificati.
Tuttavia, dalla ricerca condotta dal Politecnico, si evince che ci sono ancora delle sfide importanti da affrontare. La carenza di semiconduttori e di materie prime, insieme all’instabilità economica e politica, possono influire sull’andamento del mercato automobilistico e sulla capacità delle aziende di adottare pienamente le tecnologie connesse. Per garantire una transizione fluida verso la Smart Mobility, è fondamentale mettere in atto delle strategie che favoriscano l’approvvigionamento delle risorse necessarie e promuovano la stabilità economico-politica.
Il futuro della New Mobility, insomma, è alle porte. Basterà solo abbattere gli ostacoli attualmente presenti e saper accogliere con sapienza le innovazioni disponibili, sfruttandole in termini di sostenibilità tanto per l’ambiente quanto per i cittadini.
