A inizio ottobre la Commissione Europea ha dato formalmente il via a un’indagine per verificare se le sovvenzioni introdotte dalla Cina a sostegno delle industrie che producono auto elettriche stiano danneggiando il mercato interno dell’Unione Europea.
Nello specifico l’obiettivo è capire se le catene del valore dei BEV (veicoli elettrici a batteria) in Cina sfruttino sovvenzioni illegali e se tali sovvenzioni possano causare un danno economico ai produttori europei. In caso di accertamento dell’impatto negativo delle misure adottate in Cina sulla produzione europea di veicoli elettrici, si valuterebbero le probabili conseguenze e l’impatto delle misure su importatori, utenti e consumatori di veicoli elettrici a batteria nell’UE.
In base ai risultati dell’indagine, la Commissione stabilirà se sia nell’interesse dell’UE intervenire o meno per arginare gli effetti delle pratiche commerciali sleali accertate imponendo dazi antisovvenzioni sulle importazioni di veicoli elettrici a batteria dalla Cina.
L’indagine, che è stata annunciata dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen lo scorso 13 settembre nel discorso sullo stato dell’Unione europea, seguirà procedure legali rigorose, in linea con le norme dell’UE e dell’OMC (Organizzazione Mondiale del Commercio), consentendo a tutte le parti interessate – comprese il governo cinese e le aziende esportatrici – di presentare commenti, prove e argomentazioni.
Secondo la Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, il settore dei veicoli elettrici racchiude un enorme potenziale per la futura competitività dell’Europa e per promuovere la sua leadership industriale in ambito green. “I produttori automobilistici dell’UE e i settori correlati – precisa in nota von der Leyen – stanno già investendo e innovando per sviluppare appieno questo potenziale.
Ovunque troveremo prove che i loro sforzi sono ostacolati da distorsioni del mercato e concorrenza sleale, agiremo con decisione. E lo faremo nel pieno rispetto dei nostri obblighi comunitari e internazionali, perché l’Europa rispetta le regole, all’interno dei suoi confini e a livello globale. Questa indagine antisovvenzioni sarà approfondita, equa e basata sui fatti”.
La Commissione UE, si legge nella nota, ha dato il via a questa indagine di propria iniziativa, ovvero “ex officio”, dopo aver raccolto prove sufficienti del fatto che il recente aumento delle importazioni a basso prezzo e sovvenzionate di veicoli elettrici dalla Cina in Unione Europea poteva rappresentare “una minaccia economica” per l’industria delle auto elettriche dell’UE.
Nonostante al momento non sia stata ricevuta alcuna denuncia formale da parte dell’industria europea per avviare un procedimento, le norme antisovvenzioni dell’UE prevedono che al settore venga richiesto di collaborare all’indagine d’ufficio.
In conformità ai requisiti giuridici previsti dalle norme dell’UE e dell’Organizzazione Mondiale del Commercio, prima della pubblicazione dell’avviso di apertura si sono svolte delle consultazioni preliminari con il governo cinese.
Ma nel complesso come si strutturerà l’intero iter dell’indagine? L’avviso di apertura pubblicato a inizio ottobre riassume le accuse e spiega la procedura che verrà seguita per verificare la potenziale esistenza di sovvenzioni che costituiscono una minaccia per l’industria UE.
L’indagine dovrà concludersi al massimo entro 13 mesi dall’avvio. Se giuridicamente giustificato, eventuali dazi antisovvenzioni provvisori potranno essere imposti entro 9 mesi dall’apertura. Eventuali misure definitive potranno invece essere istituite fino a 4 mesi dopo o entro 13 mesi dall’apertura dell’inchiesta.