Rendere le città i centri propulsore della mobilità sostenibile

È stato pubblicato il report del Mims sulle iniziative, investimenti e programmi per lo sviluppo della mobilità sostenibile nelle Città metropolitane
Report del Mims sulla mobilità sostenibile

Una delle sfide cruciali che il nostro pianeta è chiamato ad affrontare in questa fase storica è la lotta al cambiamento climatico. Per raggiungere questo importante risultato bisogna sfruttare al meglio le diverse innovazioni tecnologiche a disposizione, promuovendo allo stesso tempo, modelli operativi resilienti per gestire i fenomeni estremi legati al continuo aumento delle temperature. Tuttavia, affinché questo percorso virtuoso possa essere attuato nel modo migliore è necessario un efficace coordinamento delle politiche nazionali e internazionali, abbinato a un profondo cambiamento negli stili di vita delle popolazioni, a partire da quelle dei Paesi più ricchi e sviluppati come l’Italia. A sottolinearlo è il RapportoInvestimenti, programmi e innovazioni per lo sviluppo della mobilità sostenibile nelle Città metropolitane” pubblicato recentemente dal Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili (Mims), secondo cui il centro propulsore di questo sforzo collettivo verso paradigmi green devono essere le grandi città, in cui è prioritario promuovere modelli di trasporto in linea con l’ambiente.

Il paradigma A-S-I per promuovere la mobilità sostenibile locale

Nello specifico, un approccio efficace per favorire una mobilità locale sostenibile è l’adozione di iniziative incentrate al paradigma A-S-I, che prevede tre principi operativi:

  • evitare viaggi non necessari (Avoid);
  • favorire l’uso di modalità di trasporto più efficienti (Shift);
  • aumentare efficienza e sicurezza dei sistemi di trasporto (Improve).

Se il termine Avoid si riferisce per lo più al cambiamento epocale delle abitudini in chiave green, lo Shift si focalizza invece essenzialmente sulle strategie per accelerare al massimo questo processo. Su quest’ultimo punto, si legge nel rapporto del ministero, le aree urbane e le città metropolitane potranno giocare un ruolo centrale “attraverso la promozione dell’intermodalità come nuovo paradigma di una mobilità sostenibile, concretamente praticato e non solo immaginato”.

In questo contesto di progressivo passaggio all’adozione combinata di diversi mezzi di trasporto sostenibili, a influire sono diversi fattori, tra cui la disponibilità di nuove tecnologie, l’andamento del prezzo dell’energia e la necessità di ridurre le emissioni di gas climalteranti lungo tutta la filiera produttiva. A ciò si aggiungono poi gli ingenti investimenti previsti dal PNRR e da altri fondi: queste risorse – si legge nel report – stanno cambiando la propensione delle imprese, delle aziende e delle persone all’intermodalità e al trasporto ferroviario, con una vivace richiesta di nuovi servizi da parte del mercato.

Passando infine al terzo principio operativo del paradigma A-S-I, ovvero l’Improve tecnologico, la ricerca del Mims sottolinea come nel nostro Paese, nel biennio 2021-2022, sono stati stanziati investimenti rilevanti per un significativo rinnovo del parco veicolare circolante per il Trasporto Pubblico Locale (TPL) con veicoli a basso impatto ambientale. Ciò è stato possibile attraverso l’acquisto di diverse tipologie di mezzi:

  • 3.000 autobus elettrici/idrogeno nelle aree urbane;
  • 1.500 autobus a metano per il trasporto extraurbano;
  • 50 nuovi treni ecologici per trasporto passeggeri;
  • 150 carrozze per intercity al Sud.
Esempio di città con mobilità sostenibile

Intelligent Transport System, un quadro di luci e ombre

Altro tema chiave affrontato dal report è quello dell’ITS, Intelligent Transport System, ovvero soluzioni per la pianificazione, progettazione, esercizio, manutenzione e gestione dei sistemi di trasporto.

Le aree urbane del nostro Paese presentano, in questo settore, uno scenario fatto di luci e ombre: accanto a punte di eccellenza, sottolinea il Mims, troviamo un livello medio generale spesso insoddisfacente. Molto frequentemente l’approccio adottato in questo settore è infatti frammentato e limitato a progetti prototipali, che raramente arrivano a essere realizzati su larga scala. In particolare, i sistemi di controllo e gestione del traffico, si legge nel report, rimangono ancora poco diffusi, mentre la digitalizzazione nel TPL mostra lacune significative, sia nei sistemi di gestione, monitoraggio e informazione sia nei servizi (digitali) di bigliettazione, pagamento e verifica”.

I fattori che contribuiscono a generare questo scenario sono molteplici: si va dalla complessità tecnica e gestionale dei sistemi ITS, che richiede competenze specifiche in tutte le fasi (pianificazione, realizzazione e gestione), alla mancanza di linee di finanziamento specifiche, che relega questi progetti a programmi di ricerca e sviluppo in cui si resta spesso alla fase prototipale.

Il modello Mobility as a Service

Il report del Mims sottolinea inoltre come, nel nostro Paese, siano state intraprese importanti azioni per incentivare il modello del Mobility as a Service (Maas). Questo paradigma di mobilità è incentrato sull’integrazione di più servizi di trasporto pubblici e privati combinabili tra loro in un unico servizio, accessibile digitalmente attraverso piattaforme di intermediazione. L’utente può così scegliere tra taxi, car sharing, bike sharing, moto sharing e scooter sharing, trasporto a chiamata, in base alle diverse esigenze. In particolare, Milano, Napoli, Roma, Bari, Firenze e Torino sono state identificate come città capofila nella sperimentazione di questo tipo di servizi e hanno ricevuto contribuiti statali complessivi pari a 57 milioni di euro.

Vuoi rimanere aggiornato sui contenuti di ElettricoMagazine?
Iscriviti alla nostra newsletter!

Mailchimp subscribe

Monica Giambersio

Giornalista professionista e videomaker. Da anni si occupa di energia e transizione ecologica
menu linkedin facebook pinterest youtube rss twitter instagram facebook-blank rss-blank linkedin-blank pinterest youtube twitter instagram