In Italia le auto connesse si ritagliano uno spazio crescente, in un mercato che evidenzia contraddizioni. La prima e più evidente è che il parco auto cresce, ma è sempre più vecchio.
L’età media delle vetture ha raggiunto i 12,8 anni e conta ancora una percentuale bassa di auto elettriche (full electric e ibride plug-in): seppure quelle immatricolate nei primi 4 mesi dell’anno in corso siano il 9.7% del totale (+2,1% rispetto al 2024), rappresentano solo l’1,5% del parco circolante, una quota che stride nel confronto con la crescita registrata in diversi altri Paesi in Europa e nel mondo.
In questo contesto, si leva la nota positiva del mercato “connected car & mobility”, giunto nel 2023 a 2,9 miliardi di euro (+11%). Nel 2024 ha raggiunto i 3,3 miliardi di euro (+16%), un valore in linea con quello mondiale. Quello nazionale «è un mercato che va piuttosto bene. Questo lo si deve al fatto che le nuove auto immatricolate sono tutte connesse, ci sono sempre più sistemi ADAS a bordo veicolo. Cresce anche la parte dei servizi, 750 milioni di euro più 21% rispetto a un anno fa», ha illustrato Giulio Salvadori, direttore dell’Osservatorio Connected Vehicle & Mobility del Politecnico di Milano, che ha fatto il punto su mercato e prospettive sul presente e il futuro della mobilità, mettendo in evidenza che sul totale dei 3,36 miliardi, il solo comparto connected car vale 1,66 miliardi.
Così si è arrivati a 17,4 milioni di auto connesse a fine 2024, poco meno di una ogni tre abitanti. Di queste, 5,6 milioni sono nativamente connesse tramite SIM, 10,5 milioni contano sulle “scatole nere” (box GPS/GPRS per la registrazione dei parametri di guida), mentre 1,6 milioni di auto aziendali sono connesse per il fleet management.
Il mercato della smart mobility vale, invece, 500 milioni di euro, sui 3,36 miliardi totali. Il suo valore è aumentato del 25% nel confronto col 2023.
Crescono nel mondo le auto elettriche e le auto connesse. Le prime hanno registrato vendite globali per oltre 17 milioni nel 2024, con un aumento di oltre il 25% (Fonte: IEA). L’incremento negli anni è stato sensibile, se si considera che già solo le auto in più vendute nel 2024 rispetto al 2023 (3,5 milioni) hanno superato le vendite totali di auto elettriche nell’intero 2020.
La rapida crescita delle vendite di auto elettriche negli ultimi cinque anni ha avuto un impatto significativo sul parco auto globale: alla fine del 2024, il parco auto elettrico aveva raggiunto quasi 58 milioni, circa il 4% del parco auto passeggeri totale e più del triplo del parco auto elettrico totale nel 2021.
Le auto connesse previste in funzione entro l’anno in corso saranno più di 400 milioni, rispetto ai circa 237 milioni del 2021, rileva Statista.
Le auto elettriche e le auto connesse, pur non essendo la stessa cosa, simboleggiano il presente e il futuro dell’automotive, malgrado le complessità che vivono, specie pensando che oggi il settore automotive «è quello dove l’intelligenza artificiale sta prendendo maggiormente piede», ha affermato Salvadori, che ha fatto il punto su mercato e prospettive sul presente e il futuro della mobilità
Un terzo del valore del mercato connected car italiano (1,2 miliardi di euro) proviene dai sistemi ADAS (+26% rispetto al 2023). Un incremento significativo, reso possibile dall’introduzione, nel luglio 2024, dell’estensione dell’obbligo di dotazione degli Advanced Driver Assistance Systems a tutti i veicoli, inclusi auto e camion, per poter essere immatricolati.
Cosa comprendono gli ADAS? I sistemi di assistenza alla guida, la frenata automatica in caso di emergenza, la possibilità di contare sul rilevamento angolo cieco. L’obbligo di dotazione di questi sistemi ha comportato miglioramenti in termini di sicurezza.
Da una stima condotta dall’Osservatorio, si è evidenziato che l’adozione dei sistemi ADAS può portare a riduzione sia in termini di gravità degli incidenti (-13%) sia di frequenza (12%) sul tasso di incidentalità. Inoltre, si è notato che al miglioramento della loro qualità ed efficacia. «Se consideriamo tutti i sistemi ADAS introdotti nei veicoli dal 2010 al 2024, si può stimare, negli ultimi 14 anni un risparmio dei costi sociali, legati agli infortuni, alla riparazione delle auto, pari a 1,89 miliardi di euro. Ecco, arriviamo a poco più della metà del risparmio generato guardando a solo agli ADAS installati a bordo veicolo nel 2024. Questo si deve al loro numero, ma anche alla loro maggiore efficacia», ha sottolineato Salvadori.
Il comparto delle auto elettriche, connesse e della smart mobility è sempre più regolato, non solo per la questione delle emissioni da ridurre, ma dai dati da gestire. Si pensi, per esempio, al Data Act, per la regolarizzazione del mercato dei dati. Ma c’è anche il settore della manutenzione e assistenza: con la normativa SERMI, introdotta da febbraio 2025, tutte le officine certificate hanno pari accesso alle informazioni, garantendo trasparenza e parità di condizioni.
Inoltre, c’è stata l’introduzione del tachigrafo digitale e, dal 2019, del tachigrafo intelligente. Da quest’anno è in vigore la misura che richiede ai camion superiori a 3,5 tonnellate l’obbligo di registrare tutti i parametri di guida.
Un accenno va poi fatto sul ruolo dell’intelligenza artificiale. come detto, l’automotive oggi è il settore dove l’AI sta prendendo maggiormente piede, dietro solo al tech, colmando gap importanti. Sebbene l’Europa sia dietro sia a Cina sia agli USA, ha cominciato a muoversi: quest’anno la Commissione Europea istituirà inoltre un’alleanza europea per i veicoli connessi e autonomi per sostenere lo sviluppo di software, hardware, IA e altri componenti critici per i veicoli connessi e autonomi.
Ci sono gli investimenti stanziati, un miliardo di euro di investimenti del programma Horizon Europe nei prossimi 3 anni, ma ancora più significativo è il rafforzamento del quadro normativo per i veicoli a guida autonoma. Anche in italia c’è una sperimentazione in atto, spaziando dalle prove lungo la Milano-Serravalle a quello sulla tangenziale di Napoli.
Dall’analisi dell’Osservatorio Connected Vehicle & Mobility, emergono altri elementi caratteristici dell’Italia. Un primo punto all’attenzione riguarda il punto di vista dell’utente finale. In che modo il Fit For 55% (regolamento attuato per ridurre le emissioni di almeno il 55% entro il 2030 e che riguarda proprio il mondo auto) impatta sulle scelte degli acquirenti delle automobili?
Dall’indagine condotta da Doxa in collaborazione con l’Osservatorio Connected Vehicle & Mobility su 1000 consumatori, emerge un quadro a due facce: da una parte (col 34% di utenti) ci sono quelli che valuteranno l’acquisto di un’auto elettrica quando sarà più conveniente, oppure lo anticiperà (10%). Dall’altra, però un terzo (31%) del campione dichiara di utilizzare l’auto a combustione il più a lungo possibile, con un 17% che cercherà di acquistare un veicolo endotermico prima del 2035. Se c’è ancora una certa diffidenza sulle auto elettriche, le auto connesse, invece attirano. Il 44% possiede un’auto connessa e il 92% di essi usa almeno una funzione smart.
Ma c’è ancora molta strada da fare, se il 42% non conosce ancora il significato di auto connessa. Anche guardando i fleet manager il quadro è migliorabile: il 70% di essi non dispone di una flotta connessa e solo il 7% ha integrato o sta integrando sistemi di intelligenza artificiale per la gestione della flotta.