Edilizia efficiente contro le emergenze italiane

La riqualificazione edilizia e la lotta alla povertà energetica come strumento urgente per affrontare le tante crisi che stiamo vivendo: il nuovo rapporto Civico 5.0 di Legambiente
Edilizia efficiente: nuovo report di Legambiente 2022

Caro bollette, emergenza clima, crisi socioeconomica e conflitti internazionali: cosa può fare l’edilizia efficiente? Se lo è chiesto Legambiente, che nel rapporto Civico 5.0 torna ad analizzare le possibili strategie per superare le emergenze attraverso la riqualificazione energetica di case e condomini. La missione è possibile, a patto che la “vita in classe A” sia accessibile anche alle fasce più bisognose della popolazione e ai quartieri marginali delle città italiane.

Il focus della quarta edizione, infatti, è ancora legato all’edilizia popolare. Partendo dal presupposto che conoscere e monitorare i quartieri rappresenta un primo passo verso la loro transizione energetica. Incentivi e superbonus non bastano, se il mondo istituzionale non rimette al centro di un dibattito concreto la politica energetica e quella abitativa italiana.

Cosa dice il monitoraggio di Legambiente

“La riqualificazione edilizia in chiave energetica unita alla rigenerazione urbana, all’elettrificazione dei consumi domestici e alla modifica degli stili di vita rappresenta una chiave fondamentale per affrontare le emergenze attuali – commenta Katiuscia Eroe, responsabile Energia di Legambiente -. Nonché un investimento senza pari per il futuro dell’Italia”. Eppure, l’edilizia efficiente è ancora un miraggio per molte realtà territoriali. Gli ultimi monitoraggi, condotti attraverso termografie, rivelano il comportamento termico dei manufatti edilizi in cinque Regioni italiane. Un totale di sette città e nove quartieri che si uniscono ai dieci della precedente edizione del rapporto.

Parliamo di:

  • Corvetto a Milano: in atto processi di rigenerazione;
  • San Giovanni a Teduccio a Napoli: ospita la prima comunità energetica rinnovabile e solidale italiana;
  • Isolotto a Firenze: risale alla seconda metà del 900;
  • Quarticciolo, Casilino 23 e Villa dei Gordiani a Roma: ancora poca progettualità;
  • Villaggio Kennedy a Piazza Armerina, Viale Autonomia a Caltagirone e Via Turati a Caltanisetta: anche qui gli interventi non bastano.

Il viaggio da Nord a Sud racconta un’edilizia popolare vecchia e poco manutenuta. Si rilevano in particolare dispersioni degli infissi, involucri poco coibentati e sistemi murari disperdenti.

Edilizia efficiente contro la povertà energetica

Tutte queste criticità non fanno che acuire disuguaglianze note anche prima dell’emergenza sanitaria e oggi aggravate dal caro bollette. Secondo i dati Arera, nel primo trimestre 2022 i costi della luce sono cresciuti del 131% e quelli del gas del 94% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Ciò significa che una famiglia-tipo ha speso quasi 1.000 euro in più da marzo 2021 a marzo 2022. Ma dove non arrivano – purtroppo – le politiche di sostegno del Governo, possono arrivare quelle legate alla riqualificazione degli immobili energivori.

Confronto bolletta gas 2020 per zone climatiche

Gli edifici vecchi inquinano e costano

Il “vecchio” Pniec assegna infatti al settore edilizio il 17,4% delle emissioni italiane. Causate non solo dalle fonti fossili utilizzate nel settore, ma anche dallo stato di inefficienza degli edifici. Questo comporta forti dispersioni di calore che costringono famiglie, scuole e uffici a ricorrere molto più spesso all’impianto di riscaldamento.

Altri dati della “Relazione annuale situazione energetica 2020” del Ministero della Transizione Ecologica confermano il ruolo chiave dell’edilizia in tal senso. I consumi finali di energia delle famiglie italiane nell’anno del Covid si attestano intorno a 47 Mtep (con una fisiologica riduzione del 9,6% rispetto all’anno precedente), per un costo totale di 65 miliardi di euro. Ma è interessante notare come il 64% dell’energia, pari a 30,3 Mtep di cui 15,6 da gas fossile, venga utilizzata nel settore residenziale (riscaldamento, raffrescamento, acqua calda, uso cucina, illuminazione ed elettrodomestici). Una spesa che si traduce in 1.400 euro medi annui, di cui 932 euro solo per il gas. Tra le diverse voci, incide soprattutto il riscaldamento con 21,32 Mtep, pari al 67% degli usi domestici. Il restante 33% è destinato ad acqua calda sanitaria, raffrescamento, luce e dispositivi elettrici.

La riqualificazione porta benessere socioeconomico

Anche lo stato di qualità degli edifici italiani preoccupa. Il 60% di quelli a destinazione residenziale ha più di 45 anni ed è stato realizzato prima della prima legge sul risparmio energetico (Legge 373/1976) e della normativa sulla sicurezza statica (Legge 64/1974 – legge Bosetti Gatti). Siamo di fronte, dunque, a una enorme necessità di riqualificazione che, considerando le attuali sfide ambientali, climatiche e sociali, non può sganciarsi dal tema dell’innovazione.

Gli edifici efficienti servono per l’ambiente, ma anche per i costi in bolletta e per una migliore qualità di vita per tutti i cittadini. Non meno importante, il contributo alla democratizzazione del sistema energetico e all’indipendenza dal gas fossile. Bellona Europa, Ember, Rap e E3G hanno tradotto questo potenziale anche rispetto al tema del conflitto russo. Attraverso elettrificazione dei consumi termici ed efficienza energetica si otterrebbero almeno 28 milioni di metri cubi di gas in meno, oltre agli obiettivi del pacchetto “Fit for 55”. Insieme a tutti i vantaggi sociali e urbani legati a queste opportunità di riqualificazione edilizia.

Riqualificazione edilizia: le proposte di Legambiente

Come raggiungere gli obiettivi con l’edilizia efficiente

Legambiente non ha dubbi. Attraverso una politica strutturale e lungimirante, che non offra solo incentivi generosi, ma che sappia spingere le famiglie a intervenire in modo sostanziale. Senza accontentarsi di riqualificazioni standard con un minimo salto di due classi energetiche e arrivando a numeri ben differenti da quelli degli ultimi anni. In cifre, bisogna intervenire su oltre 93.000 condomini ogni anno tra 2022 e 2030. Così, si eliminerebbero più di 2,6 milioni di tonnellate di CO2 e 1,3 miliardi di metri cubi di gas all’anno.

Aggiungendo interventi su oltre 900 mila abitazioni, si riuscirebbero a tagliare di un ulteriore milione di tonnellate le emissioni e di 513 milioni i metri cubi di gas. Sommando le due tipologie di interventi, nei prossimi 8 anni otterremmo riduzioni pari a:

  • 29,2 milioni di tonnellate di CO2;
  • 14,55 miliardi di mc di gas fossile: il 19,4% dei consumi totali italiani.

Tra 2019 e 2020 (fino a settembre 2021 con il Superbonus) siamo riusciti a riqualificare solo il 6,7% dei condomini e il 4,4% delle case da coprire in un anno. Ecco perché la proposta di Legambiente diventa molto ambiziosa, ma anche molto urgente.

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Maria Cecilia Chiappani

Copywriter e redattore per riviste tecniche e portali dedicati a efficienza energetica, elettronica, domotica, illuminazione, integrazione AV, climatizzazione. Specializzata nella comunicazione e nella promozione di eventi legati all'innovazione tecnologica.
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