La transizione energetica passa da una rete elettrica resiliente

Secondo WindEurope gli investimenti europei destinati alle reti elettriche dovrebbero essere potenziati. È vitale accelerare la costruzione di nuove reti di trasmissione e distribuzione, rafforzare quelle esistenti e aumentarne la flessibilità
nuove reti elettriche per diventare più resilienti

L’efficienza e la resilienza delle reti elettriche dovrebbero diventare delle priorità per l’Unione Europea. Gli investimenti per rendere queste infrastrutture il perno di un sistema energetico basato sull’integrazione efficace delle energie rinnovabili non sono invece al momento adeguati.

Se infatti, da un lato, le risorse economiche destinate alle energie pulite, alla mobilità elettrica e alle pompe di calore registrano numeri in continua crescita, lo stesso purtroppo non si può dire delle risorse impiegate per migliorare la rete elettrica europea, che non stanno crescendo alla stessa velocità.
A sottolinearlo è Giles Dickson, il ceo di WindEurope, che ha precisato in una nota come l’Europa debba passare dagli attuali 40 miliardi di euro all’anno fino a 80 miliardi di euro all’anno. Nello specifico bisognerebbe destinare la maggior parte di questi soldi alla creazione di nuove infrastrutture e all’ottimizzazione delle reti esistenti, sfruttando tutte le potenzialità delle tecnologie più all’avanguardia presenti sul mercato. Solo così gli obiettivi di transizione ecologica e sicurezza energetica potranno essere traguardati efficacemente.

Le criticità nella catena di fornitura

Uno dei nodi da affrontare per l’Europa, come si legge sul sito di WindEurope, è in particolare, l’espansione della propria capacità produttiva per quanto riguarda le apparecchiature per la rete elettrica. La catena di fornitura delle apparecchiature di rete europee – sottostazioni, trasformatori, cavi, trasformatori, quadri – oggi non è abbastanza estesa, sottolinea l’associazione.

Attualmente infatti si possono produrre fino a 1.900 km di cavi offshore all’anno, mentre l’Europa avrà bisogno di oltre 3.200 km di cavi entro il 2030. Altra questione chiave è inoltre la necessità di espandere la produzione di trasformatori e sottostazioni.
Per cercare di favorire la produzione delle apparecchiature di rete, secondo WindEurope, i governi dovrebbero mettere in campo ingenti finanziamenti ad hoc, ma anche accelerare i processi autorizzativi per la realizzazione di nuove fabbriche.

Il Net Zero Industry Act non basta

Quello che è stato realizzato finora dall’Europa secondo l’associazione non è sufficiente. L’UE ha introdotto, ad esempio, il Net-Zero Industry Act, che include esplicitamente le tecnologie di rete, con l’obiettivo di rafforzare ed espandere la propria capacità di produzione di tecnologie pulite. Tuttavia, secondo WindEurope, il Net-Zero Industry Act da solo non basta, ma deve essere integrato con altre risorse.
Sarà inoltre fondamentale realizzare accordi quadro a lungo termine tra gestori di rete e fornitori e introdurre incentivi per standardizzare la progettazione delle apparecchiature e ridurne l’impatto ambientale. Il tutto senza trascurare il tema della sicurezza informatica e fisica delle infrastrutture di rete.

Eolico e ritardo degli interventi sulla rete elettrica

Ma come influisce questa situazione sul settore eolico? Il ritardo negli interventi volti a rafforzare e rendere più resilienti le reti elettriche rappresenta uno dei principali ostacoli alla tempestiva installazione di nuovi progetti in questo comparto. L’obiettivo dell’UE è infatti di installare circa 30 GW di nuova energia eolica ogni anno da qui al 2030, ma l’anno scorso si è arrivati solo alla metà.

Impianto eolico in Olanda

Attualmente, sottolinea WindEurope, più di 100 GW di progetti di energie rinnovabili sono in attesa di connessione alla rete in Spagna e più di 50 GW sono in attesa di essere connessi in Romania.
“I governi – sottolinea in nota l’associazione – devono semplificare il processo di connessione alla rete e garantire che le richieste vengano approvate il più rapidamente possibile. Dovrebbero inoltre chiarire le norme sulla connessione alla rete e pubblicare regolarmente dati sulla capacità di rete disponibile”.

Puntare su una governance adeguata

L’associazione sottolinea inoltre come sia positivo che l’UE consenta investimenti anticipati da parte di TSO e DSO nell’ambito della riforma proposta della struttura del mercato elettrico. Tuttavia è necessario che questi investimenti siano pienamente allineati con gli obiettivi nazionali in materia di energia e clima per il 2030 e il 2050.

WindEurope sottolinea inoltre come i progetti legati al Trans-European Networks for Energy esistenti e i Piani decennali di sviluppo della rete da soli non siano sufficienti per la pianificare in modo adeguato le reti e le relative catene di approvvigionamento necessarie per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.

“La pianificazione della rete a lungo termine – si legge in una nota – richiede un pensiero sinergico e una leadership politica solida. Solo così si possono garantire autorizzazioni più rapide, attenzione alla sostenibilità e alla biodiversità e il giusto mix economicamente vantaggioso tra elettrificazione diretta e investimenti nella rete dell’idrogeno e del gas”.

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Monica Giambersio

Giornalista professionista e videomaker. Da anni si occupa di energia e transizione ecologica
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