Smart mobility ed Energy storage guidano il settore dell’energia

Nel mondo dell'Energia sono due, oggi, i campi applicativi e di attività che guidano i progetti in innovazione, gli investimenti, la ricerca e sviluppo: Smart mobility ed Energy storage
Smart city: Smart mobility ed Energy storage guidano il settore dell’energia

Negli scenari presenti e futuri dell’innovazione, il mondo dell’Energia – tra i vari settori economici e industriali – è uno di quelli dalle prospettive più interessanti ed ‘elettrizzanti’. Le aziende del settore per reggere e battere la concorrenza devono conquistare vantaggio competitivo e incassare alte performance. Anche, spesso innanzitutto, attraverso investimenti in ricerca e sviluppo, nuove tecnologie, acquisizioni, Startup.

L’universo Energy è composto di tante attività e specializzazioni: Smart grid, Smart building, Smart mobility, Energy storage, Energy efficiency, Facility management e Renewable energy, per dirla sempre all’inglese. Questo universo richiede una visione che non si può limitare ai confini nazionali, né tanto meno al perimetro interno delle imprese. Che devono sviluppare una Vision globale, di lungo periodo, per anticipare e cavalcare i nuovi Trend tecnologici che sono sempre più veloci e imprevedibili, e trovare nuovi modi per creare maggiore valore per i clienti. Allo stesso tempo, le imprese Energy devono mettere in campo azioni concrete e tempestive per aprirsi alle idee esterne, creare collaborazioni con Startup innovative, sfruttare una conoscenza sistematica dei principali Trend in atto nel settore.

La Smart mobility tra i principali investimenti

Sono innanzitutto due, oggi, i campi applicativi e di attività che guidano i progetti e gli investimenti: Smart mobility ed Energy storage. La Mobilità ‘intelligente’ perché è un universo avveniristico ancora tutto da scoprire e conquistare – dove le imprese dell’Automotive si giocano una grossa fetta del proprio futuro –, lo Storage energetico perché è uno dei principali strumenti concreti che permetteranno alle idee e alle nuove soluzioni di fare passi in avanti.

Non a caso, gli investimenti di Corporate venture capital (Cvc) realizzati a livello globale tra il 2015 e il 2019 dalle imprese del settore Energy – nel capitale di giovani aziende innovative ad alto contenuto tecnologico – superano i 25 miliardi di dollari, con oltre 17 miliardi di finanziamenti e progetti solo da parte dei primi 15 gruppi Automotive mondiali. Risultano quadruplicate, inoltre, le acquisizioni di Startup, in particolare europee e statunitensi, che sono passate da 11 nel 2015 a 45 nel 2019. Numeri e tendenze in atto che sono certificati anche dall’Energy Innovation Report 2020, realizzato dall’Energy&Strategy Group della School of Management del Politecnico di Milano.

Il Corporate venture capital è in forte diffusione, e rappresenta una leva strategica sempre più adottata da imprese mature, di medio-grandi dimensioni, per accedere a nuove idee, competenze e tecnologie altrimenti difficili da sviluppare internamente, secondo i principi del modello dell’Open Innovation.

Smart Mobility ed Energy Storage i maggiori investimenti

I maggiori investimenti nei tre settori analizzati – Fonte Energy Innovation Report 2020 – Energy&Strategy Group

I gruppi dell’Automotive investono molto sul (proprio) futuro

In questo quadro, a essere più attivi a livello di investimenti in Corporate venture capital sono i gruppi dell’Automotive, sia per numero di operazioni e accordi (248 concentrati su 190 imprese target) che di volume investito (17 miliardi di dollari), a conferma del fatto che è in atto una polarizzazione di investimenti nell’ambito della Smart mobility e dell’Energy storage, ambiti che con oltre 100 accordi conclusi raccolgono l’85% del volume finanziato. A farla da padrone negli investimenti per le imprese Automotive sono la fornitura di hardware e software per l’Autonomous driving, lo sviluppo di infrastrutture di ricarica per veicoli elettrici e soluzioni nell’offerta di servizi legati al mondo del Car sharing e del Ride hailing.

Digitalizzazione e Servitization sono due fattori importanti – ma non certo gli unici – che “stanno cambiando le regole del gioco e soprattutto i modelli di business delle imprese, mentre i mercati dell’energia sono animati da crescenti pressioni competitive”, rimarca Federico Frattini, vicedirettore dell’Energy&Strategy Group del Politecnico milanese. Che sottolinea: “l’energia non è più un’industria, chiaramente distinguibile da altri settori, quanto un ecosistema di imprese interconnesse e interdipendenti, come nel caso della mobilità elettrica”.

Smart mobility: l’innovazione crea nuovi modelli di Business

Gli investimenti in Smart mobility ed Energy storage da parte delle imprese Automotive “derivano dalla sempre maggiore diffusione all’interno dei contesti urbani europei e mondiali di nuovi paradigmi legati all’e-mobility, e alle nuove forme di mobilità condivisa”, osserva il vicedirettore dell’Energy&Strategy Group. Nell’ambito dell’Energy storage, in particolare, gli investimenti sono legati alla volontà di trovare nuove tecnologie hardware con l’obiettivo di migliorare l’autonomia dei veicoli elettrici e ridurre i costi dei pacchi batterie, problematiche che stanno ancora limitando la diffusione di questa tipologia di veicoli sul mercato.

Ma tutto è accelerato dai veloci cambiamenti tecnologici che abbattono le barriere all’ingresso e creano nuovi modelli di Business.

Per questo, il tema dell’innovazione diventa sempre più strategico per il vantaggio competitivo e le performance delle imprese Energy.

Basta considerare su cosa investono i fornitori di tecnologia nel settore energetico: con 6 miliardi di dollari investiti in 192 Startup innovative, progetti e finanziamenti sono focalizzati su mobilità elettrica, applicazioni digitali dell’energia, ossia Smart grid e Smart building, ma anche su ambiti ‘non Energy’, come Smart manufacturing, ICT e Cybersecurity.

Le (grandi) società di Utility – sempre secondo le analisi di mercato realizzate dall’Energy&Strategy Group della School of Management milanese – hanno effettuato investimenti per 2 miliardi di dollari nei confronti di 148 target: a livello di volume finanziato, l’ambito di maggiore interesse anche qui è la Smart mobility (663 milioni di dollari investiti in 17 Startup), mentre Smart building e Renewable energy rimangono costanti nel numero di operazioni sul mercato. Al contrario, Energy storage e Smart grid hanno ricevuto investimenti altalenanti, nonostante la loro centralità per la trasformazione sostenibile e digitale del sistema elettrico.

Le principali Startup innovative del mondo Energy

L’analisi delle principali Startup attive nel mondo Energy ha considerato un campione di 600 realtà, a livello globale, di cui il 55% localizzate in Europa, il 41% negli Stati Uniti e il 3% in Israele. All’interno del contesto europeo, l’Italia a livello di numeri con 18 Startup presenta un’attività analoga a Paesi come Israele, Spagna, Svizzera e Belgio, ma inferiore a Paesi come la Germania (56 Startup censite), Regno Unito (49) e Francia (47).

ambiti tecnologici delle startup

Fonte Energy Innovation Report 2020 – Energy&Strategy Group

Per quanto riguarda gli ambiti applicativi, c’è – anche qui – una forte preponderanza di Startup attive nella Smart mobility (204 in tutto, il 34% del totale), anche se in flessione nel 2019, e una rilevanza per gli ambiti Renewable energy ed Energy storage, che comprendono rispettivamente 88 Startup (15% del campione) e 78 Startup (13% ). Molto meno rilevanti a livello di numeri, risultano le categorie Smart grid (23 Startup), Smart building (22), Energy efficiency e Facility management (28).

Le 18 Startup italiane del mondo Energy risultano in genere e in media più piccole rispetto a quelle europee e statunitensi, anche perché faticano a crescere a causa della difficoltà ad accedere ai capitali necessari per sviluppare e commercializzare le loro innovazioni. Difficoltà di reperimento di capitali che si traducono non solo in ridotte capacità finanziarie, ma anche nella difficoltà a reperire competenze manageriali e asset complementari, come catene di distribuzione già strutturate per lanciare prodotti all’estero. E così restano realtà ambiziose e innovative, ma poco strutturate, e quindi meno competitive.

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Stefano Casini

Giornalista specializzato nei settori dell'Economia, imprese, tecnologie e innovazione. Dopo il master all'IFG, l'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Milano, in oltre 20 anni di attività, nell'ambito del giornalismo e della Comunicazione, ha lavorato per Panorama Economy, Il Mondo, Italia Oggi, TgCom24, Gruppo Mediolanum, Università Iulm. Attualmente collabora con InnovationPost, Corriere Innovazione, Libero, Giornale di Brescia, La Provincia di Como.
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