Il 64% delle aziende italiane ha investito in misure di risparmio energetico negli ultimi 12 mesi, installando sistemi fotovoltaici, monitorando i consumi di energia o abbassando le temperature degli ambienti. Un altro 27% non ancora “speso” in questa direzione, ma lo farà entro un anno.
Sono i primi dati della ricerca commissionata a OnePoll dal distributore di tecnologie IT reichelt elektronik. Al centro dell’indagine, che ha coinvolto 250 decision-maker IT di diversi settori industriali, l’attitudine delle aziende italiane in tema di risparmio energetico. Soprattutto alla luce delle tensioni geopolitiche e dell’inflazione che impattano notevolmente sui costi operativi.
Il tema del caro energia – e delle possibili misure per contrastarlo – è già al centro del dibattito pubblico-politico. Ma cosa fanno in concreto le aziende italiane per aumentare il proprio risparmio energetico?
Tra le misure più diffuse:
Dal primo scenario, dunque, emerge la volontà delle aziende italiane di investire in nuove tecnologie. Vediamo in seguito quali sono.
Il 72% degli intervistati ha già avviato investimenti (o intende farlo) per installare un impianto fotovoltaico o per ampliare quello esistente. Il 60%, invece, ha acquistato (o ha in programma di farlo) sistemi di riscaldamento alternativo come le pompe di calore. Ma le aziende si stanno anche concentrando sul risparmio delle risorse. Il 29% utilizza tecnologie smart o di controllo per ridurre il consumo energetico delle macchine. Un altro 27% ha sostituito i vecchi impianti con macchinari più efficienti. Gli investimenti, nel complesso, hanno già generato dei successi tangibili: circa un quarto delle aziende, il 25%, è riuscito a risparmiare tra l’11 e il 20% di energia. Il 22% ha ottenuto anche risparmi più significativi, tra il 41 e il 60%.
Emergono, tuttavia, alcune preoccupazioni. Il 53% dei rispondenti al sondaggio lamenta la mancanza di budget, principale ragione per la quale non ha ancora effettuato o pianificato alcun investimento. Il 21% dei decision-maker IT ritiene invece non necessari investimenti urgenti in tal senso. Sempre il 21% preferisce anche attendere la disponibilità di tecnologie più economiche. Il peggiore vincolo restano tuttavia le lunghe procedure burocratiche, tipiche del contesto italiano. Circa un terzo delle aziende pensa che i lunghi iter di approvazione rendano i progetti molto lunghi e costosi. Il 28% considera invece le nuove tecnologie o la loro installazione troppo dispendiose. E il 23% ritiene di non riuscire a sapere quale tecnologia prevarrà nel lungo periodo.
Nonostante questi timori, il 66% degli intervistati è molto o abbastanza soddisfatto delle normative esistenti e di quelle adottate dall’azienda per ottimizzare i consumi. Non solo, il 44% delle aziende concorda sul fatto che la tutela dell’ambiente, in questo caso attraverso misure di risparmio energetico, è molto importante per dare un contributo positivo alla società.
Cosa pensa chi ha già investito in tecnologie per il risparmio energetico? Il 70% si dice soddisfatto. Ma non per tutti è così. Il livello di frustrazione per gli elevati costi energetici (32%) e l’idea che la propria azienda non stia facendo abbastanza (30%) rappresentano l’altra faccia della medaglia. Inoltre, il 17% delle aziende ritiene che le misure di risparmio energetico non stiano portando i risultati desiderati.
C’è anche un tema organizzativo. Secondo il 26% degli intervistati, i dipendenti prestano poca attenzione alle norme in vigore sul risparmio energetico. Per altri, non vengono proposte nuove idee sul tema (25%), diminuiscono gli investimenti (24%) o i progetti avviati non vengono portati a termine (16%). Parallelamente, il 69% delle aziende teme di perdere competitività se i prezzi dell’energia rimarranno alti. Per questo motivo, il 45% delle aziende vorrebbe anche ricevere più sostegno da parte del Governo italiano.
Esiste, infine, una fetta di aziende che ha scelto la strada dell’outsourcing. Il 31% di queste realtà sta infatti trasferendo all’estero i processi ad alta intensità energetica (in toto o in parte), oppure ha già compiuto questo passo. Il 36% delle aziende ha invece in programma di farlo.
“Le imprese italiane riconoscono la necessità di ridurre l’impatto ambientale e di promuovere pratiche responsabili – commenta Christian Reinwald, Head of Product Management and Marketing di reichelt elektronik -. Al contempo, bisogna diffondere una cultura del risparmio energetico che coinvolga soprattutto i lavoratori. E anche agevolare pratiche burocratiche più snelle e incentivi utili a procedere nella direzione della sostenibilità”.