Decarbonizzazione chiama elettrificazione: lo abbiamo visto su più fronti energetici e torniamo ad affrontare questa transizione nella sua declinazione più green delle rinnovabili elettriche. Lo facciamo appellandoci direttamente ai dati GSE contenuti del Rapporto Statistico FER 2018. Guardando le performance rinnovabili italiane nel settore elettrico, al termine del 2018 risultano installati 835.232 impianti di produzione. Domina il fotovoltaico, che copre il 98,5% del parco installato con un aumento di oltre 48.000 unità rispetto al 2017, equivalente al +6,2%.
Tradotto in potenza efficiente lorda, siamo oltre i 54.300 MW, al +2% sul 2017: una crescita trainata dal solare, con 425 MW in più, e dalla fonte eolica (+499 MW). Come sempre, non è tutto oro quello che luccica: diamo un’occhiata al report senza dimenticare il “filtro” europeo legato al calcolo degli obiettivi 2020.
Nell’ambito della potenza installata, il GSE offre un’interessante panoramica sugli ultimi 15 anni. Tra 2004 e 2018, infatti, la potenza efficiente lorda degli impianti FER italiani è aumentata da 20.091 MW a 54.301 MW. Una variazione complessiva di 34.210 MW e un 7% di tasso di crescita medio annuo, con evidenti picchi tra 2011 e 2012.
Se passiamo al dato anno su anno, la potenza installata complessiva degli impianti entrati in esercizio nel 2018 copre 1.042 MW: un incremento poco superiore a quello registrato nel 2017 sul periodo precedente. Il parco elettrico nazionale è storicamente “votato” agli impianti idroelettrici, un mercato ritenuto ormai stabile (+0,7% medio annuo). Le altre rinnovabili – soprattutto fotovoltaico ed eolico – sono invece decollate grazie alle politiche di incentivazione.
Altro criterio utile a comprendere il variegato panorama della transizione energetica italiana riguarda le classi di potenza degli impianti FER. Il parco installato, infatti, è significativamente connesso al tipo fonte rinnovabile coinvolta:
Situazione diversificata per la fonte eolica: meno di 200 kW per oltre l’80% degli impianti di piccola taglia, mentre il 59,2% degli impianti ha potenza compresa tra 50 e 200 kW.
Secondo il rapporto statistico FER 2018, la potenza efficiente lorda di rinnovabili elettriche ha superato i 54.300 MW, in crescita del 2% sul 2017
In vetta alla classifica geografica troviamo la Lombardia, con il 15,4% della potenza complessiva italiana. Al Nord seguono Piemonte e Veneto, rispettivamente all’8,7% e al 6,4%. Grazie allo sfruttamento della risorsa geotermica, la Toscana è invece la regione con maggior potenza installata nel Centro Italia (4,2%). Nel Mezzogiorno vincono Puglia, al 10,2% della potenza nazionale, Sicilia (6,5%) e Campania, al 5,2%.
La generazione elettrica da fonti rinnovabili a fine 2018 risulta così distribuita:
A livello provinciale, Brescia vanta la maggiore potenza installata per il settore elettrico, coprendo il 5,3% di share a livello nazionale. Sul secondo gradino del podio figura Foggia, con un 4,7% dovuto soprattutto alla diffusione degli impianti eolici, seguita da Sondrio (4,3%), Bolzano (3,8%) e Trento (3,4%).
L’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili nel 2018, pari a 114.415 GWh, rappresenta il 39,5% della produzione lorda complessiva del Paese, al +35,1% del 2017. Tuttavia, leggendo i dati alla luce dei criteri fissati dalla Direttiva 2009/28/CE per il monitoraggio dei target UE, la prospettiva cambia parecchio.
Per calcolare gli obiettivi europei sulla produzione da fonti rinnovabili bisogna introdurre criteri più restrittivi
Il calcolo tiene conto della normalizzazione della produzione idroelettrica ed eolica e considera solo i bioliquidi sostenibili, portandoci a 112.611 GWh (9,68 Mtep). La flessione dello 0,5% rispetto al 2017 proietta le FER in Italia al 33,9% del Consumo Interno Lordo di energia elettrica nel 2018, contro il 34,1% del report precedente.
Chi produce di più, e meglio? Chiudiamo la panoramica del GSE con qualche nota sulle performance produttive delle fonti rinnovabili. Si considerano in questo caso le ore di utilizzazione equivalenti, ottenute dal rapporto tra la produzione lorda generata in un anno e la potenza efficiente lorda installata. Altro indicatore utile è il fattore di capacità, che si ricava dividendo la produzione generata in un anno per quella che l’impianto avrebbe potuto generare operando continuativamente alla piena potenza. Le ore di utilizzazione medie esposte nel grafico qui sotto sono calcolate solo sugli impianti entrati in esercizio entro la fine dell’anno precedente a quello cui si riferisce la produzione. Questo per garantire che tali sistemi abbiano avuto la possibilità di generare elettricità per un intero anno.
In sostanza, la fonte rinnovabile più produttiva è quella geotermica con 7.509 ore equivalenti e un fattore di capacità dell’86%. Gli impianti a bioenergie hanno prodotto mediamente per 4.589 ore equivalenti, in flessione dell’1,4%. Idroelettrico, eolico e fotovoltaico sono invece più condizionati dal clima. Il fattore di capacità degli impianti idroelettrici è stato pari al 29%, corrispondente a 2.576 ore equivalenti, in notevole aumento rispetto al 2017 (+33,8%). Quanto al settore eolico, siamo a 1.795 ore, con un fattore di capacità del 20,5%, mentre sono 1.141 le ore di utilizzazione degli impianti fotovoltaici.