Raddoppiare per il 2030 l’apporto delle rinnovabili nel mix elettrico nazionale

Durante l’assemblea pubblica di Elettricità Futura è stato illustrato il Piano elettrico 2030 contenente una serie di proposte per accelerare la transizione energetica del nostro Paese
Raddoppiare le rinnovabili è il target del Piano Elettrico 2030

“Nel mondo oltre l’80% di nuova potenza elettrica realizzata nel 2022 è stata rinnovabile (300 GW su 360 GW), perché le rinnovabili riducono i costi e assicurano le forniture. Per creare questi benefici anche in Italia, Elettricità Futura ha elaborato il Piano elettrico 2030 che, in coerenza con il REPowerEU, ha l’obiettivo di arrivare all’84% di rinnovabili nel mix elettrico nazionale rispetto all’attuale 43%”. È sempre meglio mettere i numeri al servizio di un obiettivo, proprio quel che fa con queste affermazioni Agostino Re Rebaudengo, il presidente di Elettricità Futura.

Parole che sono state pronunciate durante l’assemblea pubblica 2023 di Elettricità Futura, ovvero la principale associazione della filiera industriale del settore elettrico che rappresenta oltre il 70% del mercato elettrico italiano. Presente all’evento anche il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, che ha sottolineato come “la decarbonizzazione a livello mondiale è il tema e la transizione energetica è una grande occasione per l’Italia”.

Piano elettrico 2030: investimenti per 320 miliardi

Si è detto del Piano Elettrico 2030, un documento ambizioso che quantifica in 320 miliardi di euro gli investimenti necessari nella filiera del settore elettrico per centrare il citato target dell’84% di fonti rinnovabili nella generazione elettrica del nostro Paese. Questo a sua volta significa raggiungere quota 143 GW di potenza rinnovabile installata e 80 GWh di accumuli di grande taglia entro la fine di questo decennio.

Piano elettrico 2030: i vantaggi

Un impegno importante a cui però, nella visione di Elettricità Futura, corrisponderebbero delle conseguenze di grande portata. Viene infatti stimata la creazione di 540.000 posti di lavoro in Italia, con benefici economici per un ammontare di oltre 360 miliardi di euro. Il tutto a fronte di una cospicua diminuzione delle emissioni climalteranti, pari a 270 milioni di tonnellate di CO2

Sviluppo e aumento della domanda

Nel Piano Elettrico 2030 viene anche specificato come sia necessario “rendere strutturale il meccanismo della capacità e sviluppare la rete elettrica per garantire la sicurezza e l’adeguatezza del sistema”. Il tutto tenendo conto della previsione che indica un aumento della domanda nazionale di elettricità dai 305 TWh di quest’anno fino ai 360 TWh del 2030.

Ed ancora, il Piano evidenzia che arrivare a 143 GW di installato per le fonti rinnovabili (dai 59 GW attuali) significa dover realizzare 12 GW di nuova potenza rinnovabile all’anno in Italia. Questo perché nel periodo 2024-2030 nel Paese dovranno essere aggiunti almeno 84 GW da fonti rinnovabili, di cui 56 GW di fotovoltaico, 26 GW di eolico e 2 GW di idroelettrico, bioenergie e geotermico.

Fotovoltaico molto più conveniente del gas

Durante l’assemblea pubblica di Elettricità Futura sono stati anche affrontati alcuni aspetti importanti della transizione energetica. Ad esempio, è stato sottolineato come, secondo i dati dell’Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano, a parità di budget investito gli impianti fotovoltaici arrivano a fornire fino a tre volte più energia elettrica rispetto al gas. Un calcolo che, peraltro, considera tutti i costi per la realizzazione dell’impianto fotovoltaico, mentre per il gas tiene conto soltanto del costo della materia prima.

Un’altra questione importante è quella della collocazione degli impianti fotovoltaici, sui tetti o a terra. Ebbene, dagli scenari presi in considerazione, emerge che gli impianti fotovoltaici sui tetti hanno un costo di generazione dell’energia più che doppio rispetto agli impianti a terra. Per questo, ha spiegato Re Rebaudengo, “lo scenario del Piano 2030, con il 70% di installazioni a terra, consente oltre 20 miliardi di risparmi sulla generazione (2024-2030) rispetto a uno scenario che invece prevede il 100% degli impianti collocati sui tetti”.

Nessun impatto negativo su agricoltura e suoli

Va anche tenuto conto, nell’ottica degli impianti a terra, che le rinnovabili non sottraggono terreno all’agricoltura e non danneggiano i suoli. In particolare, Elettricità Futura evidenzia che per raggiungere il target del Piano elettrico 2030 è necessario utilizzare soltanto lo 0,2% del territorio, senza dimenticare che gli impianti fotovoltaici non implicano impermeabilizzazione del suolo e/o coperture artificiali permanenti.

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Leonardo Barbini

Copywriter ed editorialista di Elettricomagazine.it, appassionato di tecnologia. Da anni segue le tematiche della mobilità elettrica, della transizione energetica e della sostenibilità
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