Dal rame alla fibra ottica, il passaggio in Italia è troppo lento

Gli ultimi dati dell’Osservatorio AGCOM indicano un incremento di 810mila connessioni in fibra su base annua mentre gli accessi alla rete fissa con linee in rame rappresentano ancora il 23,1% del totale
connessione fibra ottica

L’adozione tecnologica non ha mai rappresentato un fiore all’occhiello del nostro Paese, nel senso che ogniqualvolta si affaccia sul mercato una novità, gli italiani non brillano per velocità nell’adottarla. Esattamente il caso della banda ultralarga, per la quale parlare di novità è diventato peraltro grottesco considerata la sua diffusione su scala planetaria nell’arco degli ultimi due decenni.

Eppure da noi, appunto, le cose procedono a rilento, e non solo a causa della “pigrizia” dei potenziali utenti ma anche per le risapute difficoltà ad offrire le connessioni in fibra ottica a tutta la popolazione. A fotografare la situazione c’è il periodico report dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM), la cui ultima rilevazione con i dati dell’Osservatorio sulle Comunicazioni è relativa ai primi nove mesi del 2022.

In Italia circa 20 milioni di linee basate su fibra ottica

L’analisi di AGCOM evidenzia innanzitutto come, alla fine del terzo trimestre dell’anno scorso, gli accessi complessivi alla rete fissa non hanno registrato significative variazioni, né su base trimestrale né su base annua, confermando dunque una platea complessiva intorno alle 20 milioni di linee (19,98 milioni nel settembre 2022 contro i 20,61 milioni del settembre 2018).

Rete fissa - accessi diretti complessivi

In questo contesto negli ultimi dodici mesi va segnalato come le tradizionali e ormai obsolete linee in rame si sono ridotte di oltre 1,2 milioni di utenze (che diventano circa 8,1 milioni guardando all’ultimo quadriennio), mentre le linee che utilizzano altre tecnologie, da inizio anno, sono aumentate di circa 790mila (oltre 1,2 milioni rispetto al settembre 2021).

Calo delle linee in rame nel quadriennio

Una rilevazione che fa riflettere è quella relativa all’andamento degli accessi alla rete fissa con linea in rame: nel settembre 2018 il 61,9% degli accessi avveniva con questo tipo di connessione fisica, mentre dopo quattro anni gli accessi con linea in rame sono scesi al 23,1%. Un decremento drastico ma che non autorizza alcun entusiasmo. Infatti, la percentuale di accessi con linea in rame rimane ampiamente superiore agli standard degli altri grandi Paesi europei.

Rete fissa - Accessi broadband e ultrabroadband

A fare da specchio a questo decremento c’è la crescita degli accessi alla rete con tecnologie che consentono prestazioni avanzate. Le linee FTTC sono aumentate di oltre 350mila su base annua e di circa 4,5 milioni nell’intero periodo di riferimento (settembre 2018 – settembre 2022). Si tratta, è bene ricordarlo, delle connessioni con il tratto dalla centrale al cabinet coperto dalla fibra ottica mentre viene utilizzato il rame dal cabinet all’utenza.

L’incremento delle linee FTTH

Maggiore la crescita delle linee FTTH, ovvero quelle più performanti dove l’intero percorso centrale-cabinet-utenza avviene con l’utilizzo della fibra. In questo caso l’incremento degli accessi alla rete è stato di circa 810mila unità su base annua per un totale di 3,2 milioni (aumento di circa 2,5 milioni nel quadriennio di riferimento).

In crescita, seppur in misura più contenuta, risultano anche le linee Fixed Wireless Access, che con un incremento di circa 70mila unità nell’anno hanno raggiunto quota 1,75 milioni. Stiamo parlando della soluzione tecnologica che comporta il collegamento in fibra ottica fino ad una stazione radio che poi emette il segnale digitale per raggiungere l’antenna ricevente dell’utente. Quest’ultimo si trova generalmente in una zona non raggiunta dalla rete tradizionale e quindi può sfruttare la connessione FWA per avere una connessione in banda larga o ultralarga.

Oltre 18 milioni di linee broadband

L’Osservatorio AGCOM segnala poi che in Italia il numero complessivo delle linee broadband (una definizione che comprende la banda larga e la banda ultralarga) ha raggiunto i 18,68 milioni alla fine del terzo trimestre 2022, registrando un incremento di oltre 50mila unità rispetto alla rilevazione dell’anno precedente.

Una dinamica a cui corrisponde un aumento medio delle prestazioni in termini di velocità di connessione delle linee commercializzate. In particolare, le linee con velocità pari o superiore ai 30 Mbit/s hanno superato l’80% delle linee broadband complessive, mentre il peso di quelle con prestazioni superiori ai 100 Mbit/s è salito dal 27,9% del settembre 2018  al 66,6% del settembre 2022.

Traffico dati sempre in espansione

Nel nostro Paese continua anche la crescita del traffico dati. AGCOM sottolinea come in termini di volume complessivo il traffico giornaliero nella prima metà del 2022 è aumentato del 5,1% rispetto al 2021. Allo stesso tempo, i dati unitari di consumo (traffico giornaliero per linea broadband) mostrano, relativamente ai primi nove mesi dell’anno, un aumento del 6,8% rispetto al corrispondente periodo del 2021.

Rete fissa - traffico dati medio giornaliero

Infine, nel quadro competitivo degli accessi alla rete con banda larga e ultralarga, Tim si conferma il maggiore operatore con il 40,3% del mercato italiano, seguito da Vodafone con il 16,8%, Fastweb con il 14,4% e Wind Tre con il 14,3%.

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Leonardo Barbini

Copywriter ed editorialista di Elettricomagazine.it, appassionato di tecnologia. Da anni segue le tematiche della mobilità elettrica, della transizione energetica e della sostenibilità
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