La fusione nucleare è più vicina, ma non così vicina…

Dopo le anticipazioni dei media, ieri il Dipartimento dell’Energia Usa ha confermato che un esperimento di fusione nucleare ha prodotto per la prima volta più energia di quella immessa
esperimento di fusione nucleare del Dipartimento dell’Energia Usa

Nel panorama della comunicazione la fusione nucleare è una sorta di fiume carsico, che scorre per lungo tempo nella penombra di sofisticati laboratori per poi emergere all’improvviso con una qualche notizia più o meno clamorosa. Esattamente quel che sta accadendo in questi giorni, prima con indiscrezioni riportate e riprese dai più autorevoli media internazionali, e poi con una conferenza stampa ufficiale del Dipartimento Usa dell’Energia.

Un appuntamento con i giornalisti onorato con una comunicazione semplice ma fondamentale: per la prima volta al mondo si è riusciti a ricavare da una reazione di fusione nucleare più energia di quella necessaria a innescare e far funzionare la reazione stessa. Si tratta di un risultato essenziale per poter pensare, in un futuro ancora da definire, di poter utilizzare commercialmente la fusione – replicando quanto avviene all’interno delle stelle con temperature di centinaia di milioni di gradi – quale fonte di energia a basso costo e praticamente inesauribile.

Laboratorio in California

L’esperimento di fusione è stato condotto negli Stati Uniti presso la struttura sperimentale denominata National Ignition Facility che si trova in California, all’interno del Lawrence Livermore National Laboratory. A descriverne le modalità d’attuazione è stata Mary Adams, dirigente della National Nuclear Security Administration.

All’interno di un ambiente completamente privo di aria, ben 192 fasci laser sono stati puntati verso un contenitore cilindrico di pochi millimetri con all’interno un guscio contenente i due elementi chiave per realizzare la reazione di fusione nucleare: il deuterio e il trizio. In estrema sintesi, colpendo il contenitore i fasci laser hanno generato dei raggi X che hanno a loro volta impattato sul guscio trasformandolo in plasma ad altissima temperatura. Quest’ultimo ha infine compresso il deuterio e il trizio fino a ottenere la pressione e la temperatura necessari a innescare la reazione di fusione.

I risultati dell’esperimento di fusione nucleare

Fondamentali, come detto, i dati relativi all’immissione e alla produzione di energia nell’esperimento effettuato il 5 dicembre e della durata soltanto di pochi miliardesimi di secondo. Nel dettaglio, l’esecuzione ha richiesto 2,05 megajoule di energia (0,57 kWh), forniti dal sistema laser, mentre ha generato un’energia di 3,15 megajoule (0,875 kWh).

Si è quindi ottenuto un guadagno di 1,5 volte o, se preferite, un incremento energetico di circa il 50%. Un guadagno percentuale che, trasferito su larga scala, renderebbe già conveniente il funzionamento di una futura grande centrale a fusione nucleare. Senonché, per vedere all’opera quelle che saranno le macchine più complesse mai costruite dall’uomo servirà ancora molto tempo…

Decenni per l’uso commerciale della fusione nucleare

A spegnere subito i facili e comprensibili entusiasmi, durante la conferenza stampa, ci ha pensato Kim Budil, direttrice del Lawrence Livermore National Laboratory: “Ci vorranno decenni per arrivare all’uso commerciale dell’energia pulita da fusione nucleare dopo l’esperimento in California. Ci sono ostacoli molti significativi, non solo a livello scientifico, ma anche tecnologico”.

La responsabile del laboratorio californiano ha spiegato che “questa è stata l’accensione, per una volta, di un guscio, ma per ottenere l’energia commerciale da fusione c’è bisogno di molte cose. Bisogna essere in grado di produrre molti eventi di accensione per fusione ogni minuto e bisogna avere un robusto sistema di elementi di trasmissione per realizzarli”.

Sforzi e investimenti

Da qui la previsione della ricercatrice americana: “Con degli sforzi e investimenti concertati, e alcuni decenni di ricerca sulle tecnologie necessarie, saremo nella posizione di costruire finalmente una centrale elettrica basata sulla fusione nucleare”. Che intanto, aggiungiamo noi, ritorna nella sua fase carsica…

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Marco Ventimiglia

Giornalista professionista ed esperto di tecnologia. Da molti anni redattore economico e finanziario de l'Unità, ha curato il Canale Tecnologia sul sito de l'Unità
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