Elettrificazione e autosufficienza? L’evoluzione italiana è epocale

Alberto Villa e Giacomo Givotti di Viessmann tracciano la strada della transizione e dell’indipendenza energetica, soffermandosi sulle sfide per tutti gli attori coinvolti - utenti, installatori, produttori, utility e istituzioni - soprattutto in ambito residenziale
Elettrificazione e autosufficienza energetica: Viessmann a Key 2024

I produttori di tecnologia hanno un ruolo chiave, non certo esclusivo ma abilitante, nel tortuoso viaggio verso elettrificazione e autosufficienza con fonti rinnovabili. Eppure, sebbene fotovoltaico e storage rientrino “di diritto” negli ecosistemi di autoconsumo intelligente dell’energia, ci si chiede come accelerare ulteriormente la corsa a una piena indipendenza. Funzionale ai target europei sul clima, ma anche alla decarbonizzazione degli edifici favorita dalla normativa e dalla finanza in diversi settori.

Una visione concreta di questo percorso viene da Viessmann. A KEY – The Energy Transition Expo 2024, l’azienda tedesca ha presentato un sistema integrato per applicazioni residenziali e commerciali, che punta proprio ad aumentare le quote di elettrificazione e autosufficienza energetica.

Obiettivi e criticità dell’indipendenza energetica

Basterà per raggiungere la tanto attesa indipendenza energetica in Italia? “Le abitazioni sono responsabili circa del 40% delle emissioni. Dunque, l’indipendenza non può dipendere solo dagli impianti HVAC di casa – spiega Alberto Villa, responsabile rapporti associativi e relatore istituzionale di Viessmann Italia -. Possiamo fare tanto per la transizione, ma ognuno è chiamato a fare la sua parte: edilizia, trasporti, commercio, industria. Sicuramente, l’integrazione tra fotovoltaico, accumulo e pompa di calore, pur con velocità diverse rispetto al mondo industriale, rappresenta il mezzo per arrivarci. Tenendo presente che può condurre fino al 70 – 80% di autosufficienza complessiva, non oltre”.

Nel residenziale unifamiliare, l’utente desidera vivere senza gas e diventare produttore-consumatore, agendo liberamente di conseguenza. Qui, il solo fatto di autoconsumare e risparmiare sui costi energetici rappresenta un modello vincente. In ambito condominiale, dove difficilmente ogni appartamento può installare il proprio impianto fotovoltaico, si procede più lentamente, ma le soluzioni “ibride” non mancano. Quanto all’industria, se sussistono le condizioni operative, si interviene più agilmente. Anche perché i decision maker sono abituati a compiere investimenti con determinate tempistiche di ritorno e già conoscono le opzioni di accesso al credito.

Quali sono i freni all’elettrificazione residenziale? Il credito risulta cruciale. Secondo Alberto Villa, infatti, il comune cittadino potrebbe temere l’impatto di una spesa iniziale così elevata. “Non parliamo più di qualche migliaio di euro. Una casa 100% elettrica ne costa anche decine di migliaia – aggiunge -. Per questo riteniamo importante valutare le condizioni di finanziamento ai privati, un po’ come avviene per automobili ed elettrodomestici. L’investimento a step offrirebbe inoltre all’installatore uno strumento in più per rispondere alle esigenze del cliente. Siamo già orientati verso questo modello di business, sviluppato insieme ai nostri partner e ad alcuni istituti di credito”.

Indipendenza energetica e rinnovabili: ne abbiamo parlato con Alberto Villa e Giacomo Givotti di Viessmann a Key 2024
Da sinistra: Giacomo Givotti e Alberto Villa di Viessmann Italia allo stand di KEY 2024

3 vie per integrare la mobilità elettrica

In ogni caso, fotovoltaico e batterie sono già protagonisti della transizione energetica. Cosa accadrà ai temi di elettrificazione e autosufficienza energetica con la crescita dell’e-mobility? Giacomo Givotti, product sales manager fotovoltaico di Viessmann Italia, invita i professionisti a considerare questa evoluzione fin da subito. “La progressiva integrazione della ricarica EV nei sistemi domestici comporterà un notevole incremento dei consumi elettrici. Ecco perché consigliamo di sovradimensionare il fotovoltaico. È un’operazione complessa ma va fatta, perché un impianto dura all’incirca 25 anni e la mobilità elettrica aumenterà il fabbisogno energetico dell’abitazione molto prima”, afferma.

Secondo passaggio, la digitalizzazione. I prodotti, infatti, dovranno interagire affinché si consumi energia nei momenti opportuni, automatizzando la scelta tra “pescare” elettricità dal solare o dalla rete. Si abilitano così, anche nel contesto residenziale, le applicazioni di energy management. C’è poi un ultimo tassello per l’elettrificazione totale: aggiornare e superare i limiti di potenza media della rete sul territorio italiano. “In Italia, la classica unità residenziale ha una fornitura elettrica monofase. Altri paesi, come la Germania, sono già passati al trifase dai 4,6 kW in poi – aggiunge Givotti -. La criticità si nota soprattutto negli interventi di riqualificazione. Ovvero, passando per esempio dalla caldaia a gas alla pompa di calore e aggiungendo la ricarica dell’auto elettrica: la fornitura trifase diventa d’obbligo”. Insomma, questi tre fattori continueranno a sfidare l’indipendenza energetica italiana. Chiamando in causa istituzioni e utility per favorire l’implementazione della rete.

Elettrificazione e autosufficienza: le soluzioni sono pronte

A fronte di tutte queste riflessioni, la presenza di Viessmann a KEY 2024 ribadisce che, lato sistemi per l’autonomia energetica, ci siamo. La proposta è nella nuova soluzione integrata di fotovoltaico, accumulo, riscaldamento, raffrescamento, trattamento dell’aria, acqua calda sanitaria e ricarica EV per abitazioni e mondo commerciale.

Un approccio innovativo che assegna a un unico interlocutore affidabile un altrettanto unico sistema centralizzato capace di rispondere a tutte le necessità dell’edificio full electric. Massimizzando autoproduzione e autoconsumo, e assicurando risparmi economici. Questo grazie alla piattaforma One Base, oggi in grado di controllare tutti gli impianti connessi nella grande rete sostenibile della applicazioni Viessmann.

Gli installatori lo sono?

“La transizione energetica non si fa da sola – commenta Alberto Villa -. Ogni attore ha un ruolo: i gestori della rete per la transizione al trifase, i consumatori per informarsi e investire, l’installatore per aggiornare le proprie competenze”. Le conoscenze dei professionisti del settore termoidraulico, per esempio, non sono più sufficienti per supportare l’installazione di sistemi integrati con pompe di calore, storage, gestione dell’energia… Inoltre, bisogna imparare un nuovo lessico per cogliere nuove opportunità di vendita: autoconsumo, prosumer, indipendenza energetica, elettrificazione. La padronanza dei concetti e degli schemi impiantistici è tutto.

Per favorire la nascita di questi installatori “multi-competenti”, Viessmann investe molto in formazione tecnica e commerciale. “I clienti devono vedere nell’installatore un punto di riferimento. Lavoriamo esclusivamente su questo canale, non su grossisti e rivenditori, proprio per fidelizzare e qualificare i nostri partner. Non è semplice combinare la necessaria integrazione tra competenze termoidrauliche ed elettriche, ma proseguiamo con impegno in questa direzione. L’unica, appunto, per aumentare il contributo del residenziale agli obiettivi di indipendenza energetica in Italia”, conclude Villa.

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Maria Cecilia Chiappani

Copywriter e redattore per riviste tecniche e portali dedicati a efficienza energetica, elettronica, domotica, illuminazione, integrazione AV, climatizzazione. Specializzata nella comunicazione e nella promozione di eventi legati all'innovazione tecnologica.
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