Da BP tre scenari per la transizione energetica verso la metà del secolo

Transizione energetica 2050

Il messaggio è importante, ma in taluni casi è altrettanto importante chi lo scrive. È quello che è opportuno tenere a mente leggendo questo “Energy Outlook 2023”, un titolo che sicuramente avranno in comune vari report redatti nell’anno in corso. Però nel caso in questione conta, appunto, anche la firma che è quella di BP, ovvero le iniziali di una delle più celebri multinazionali petrolifere, British Petroleum. Un soggetto, dunque, che non può essere ritenuto neutrale nell’analisi e nel racconto della transizione energetica, eppure decisamente schierato a favore della stessa, almeno per quanto riguarda i contenuti dell’Outlook. BP ha quindi deciso di spararsi sui piedi? Non è proprio così, perché le sue posizioni sulla transizione energetica sono espressione di un percorso iniziato ormai da diversi anni.

A spiegarlo, del resto, è proprio la stessa multinazionale all’interno del suo sito istituzionale. “La maggior parte della nostra produzione oggi è nel petrolio e nel gas – si legge – ma le cose stanno cambiando. Leggi i fatti e le cifre, che potresti non sapere, relativi al modo in cui stiamo diversificando e decarbonizzando per trasformare BP”.

Uno sguardo sui prossimi 30 anni

Una delle parti più interessanti dell’Energy Outlook 2023 è quella che mostra il diverso andamento della transizione energetica in base a tre scenari elaborati dagli esperti di BP e battezzati “Net Zero”, “Accelerated” e “New Momentum”. Scenari che insieme “abbracciano un’ampia gamma di possibili risultati per il sistema energetico globale nei prossimi 30 anni”.

Andamento globale emissioni di anidride carbonica nei 3 scenari di riferimento BP

Si tratta di scenari, come spiega la compagnia, che non rappresentano “previsioni di ciò che è probabile che accada o di ciò che BP vorrebbe che accadesse. Piuttosto, gli scenari rappresentano le convinzioni fondamentali di BP sulla transizione energetica e aiutano a modellare una strategia che sia resiliente alle molte incertezze che circondano la velocità e la natura della transizione stessa”.

Lo scenario “New Momentum”

Lo scenario più legato all’evoluzione degli odierni fattori che governano la transizione è il New Momentum, delineato per descrivere “l’ampia traiettoria lungo la quale sta attualmente viaggiando il sistema energetico globale”. Viene quindi posta enfasi sul marcato aumento d’interesse per la decarbonizzazione negli ultimi anni, nonché sulle modalità e sulla velocità della decarbonizzazione stessa osservate nel recente passato.

Le emissioni di CO2 nel New Momentum raggiungono il picco nel decennio corrente mentre entro il 2050 si collocano circa il 30% al di sotto dei livelli del 2019. Si tratta di un decremento comunque significativo ma assolutamente distante dal valore necessario per risolvere il problema delle emissioni climalteranti entro la metà del secolo.

Gli scenari “Accelerated” e “Net Zero”

Al realismo di New Momentum si contrappone l’innovazione di Accelerated e Net Zero, scenari che esplorano “come i cambiamenti di diversi elementi del sistema energetico potrebbero determinare una sostanziale riduzione delle emissioni di carbonio”. Entrambi si basano sul presupposto che vi sia un significativo inasprimento delle politiche climatiche, ma Net Zero aggiunge anche “un cambiamento nel comportamento e nelle preferenze della comunità in modo da ottenere ulteriori guadagni in termini di efficienza energetica e consumi a basse emissioni di carbonio”.

Il punto d’arrivo, per quanto riguarda il taglio della CO2 nel 2050, è notevolmente migliore per entrambi gli scenari rispetto al New Momentum. In particolare, nel caso dell’Accelerated viene previsto un calo delle emissioni climalteranti di circa il 75%, percentuale che cresce ulteriormente fino al 95% prendendo in considerazione lo scenario Net Zero.

Consumi energetici globali

A variare notevolmente a seconda dello scenario di riferimento è anche la composizione per fonti dei consumi energetici globali. Infatti, se nel New Momentum l’utilizzo dei combustibili fossili – petrolio, gas e carbone – rappresenta ancora la metà del totale nel 2050 (circa 250 Exajoule), si attesta invece a un terzo nel caso dell’Accelerated (circa 135 Exajoule), per scendere sotto il 20% prendendo in considerazione il più impattante scenario Net Zero (60 Exajoule).

I consumi globali per fonti energetiche nei 3 scenari

Per quanto attiene il consumo energetico globale derivante dall’utilizzo di fonti rinnovabili, è in significativa crescita rispetto a quello attuale (ovvero i quasi 100 Exajoule nel 2019 riportati nell’Outlook) in tutti e tre gli scenari, salendo nel 2050 a circa 155, 170 e 175 Exojoule rispettivamente nel New Momentum, nell’Accelerated e nel Net Zero.

Fonti fossili e rinnovabili al 2050

Lo studio di BP mostra anche l’andamento globale della generazione energetica, suddiviso tra fonti fossili e rinnovabili, nei tre scenari di riferimento. Anche in questo caso le differenze sono significative. Nel più “conservativo” New Momentum l’incidenza percentuale della produzione energetica da combustibili inquinanti rimane saldamente oltre il 50% nel 2050 mentre l’energia rinnovabile si attesta solo al 35%.

La produzione energetica nei 3 scenari BP

Situazione completamente diversa nell’Accelerated dove a metà secolo la percentuale del fossile è al di sotto del 30% con la produzione energetica da fonti rinnovabili che raggiunge invece quasi il 60%. Ancor più estremo il risultato nello scenario Net Zero, con la produzione da fonti fossili al 20% mentre la generazione energetica da rinnovabili arriva quasi al 65%.

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Leonardo Barbini

Copywriter ed editorialista di Elettricomagazine.it, appassionato di tecnologia. Da anni segue le tematiche della mobilità elettrica, della transizione energetica e della sostenibilità
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