Al Decreto Energia serviva ancora il via libera definitivo del parlamento, pur avendo il governo già varato il testo qualche settimana fa, con la successiva pubblicazione avvenuta in Gazzetta Ufficiale. E, puntuale, l’ok al provvedimento è adesso arrivato – non senza qualche modifica rilevante – con l’ultima votazione svoltasi al Senato che ha registrato 97 voti a favore, 74 contrari e 2 astenuti.
Si tratta di un testo assai variegato, come testimonia la sua stessa descrizione parlamentare: “Decreto legge recante disposizioni urgenti per la sicurezza energetica del Paese, la promozione del ricorso alle fonti rinnovabili di energia, il sostegno alle imprese a forte consumo di energia e in materia di ricostruzione nei territori colpiti dagli eccezionali eventi alluvionali verificatisi a partire dal 1° maggio 2023”.
In questa sede ci occupiamo della parte relativa alle fonti rinnovabili che contiene delle interessanti novità, “tenuto conto dell’esigenza di promuovere e accelerare gli investimenti in autoproduzione di energia rinnovabile nei settori a forte consumo di energia elettrica, in conformità al Piano nazionale integrato per l’energia e il clima (PNIEC)”.
Particolare attenzione viene posta sul meccanismo delle aste per incentivare la produzione di fonti rinnovabili, con la stipula di contratti con durata pluriennale tra il GSE e gli operatori selezionati, nonché l’estensione della possibilità di partecipare alle aste per gli incentivi anche a tutti gli impianti fotovoltaici presenti in area agricola.
C’è poi un’importante misura a favore delle regioni: “Per finalità di compensazione e di riequilibrio ambientale e territoriale, una quota dei proventi delle aste delle quote di emissione di anidride carbonica, di competenza del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, nel limite di 200 milioni di euro annui per ciascuno degli anni dal 2024 al 2032, è destinata ad alimentare un apposito fondo da istituire nello stato di previsione del MASE e da ripartire tra le regioni”.
In particolare, con tale stanziamento, quasi due miliardi di euro nel periodo di riferimento, le regioni potranno contare su risorse aggiuntive “per l’adozione di misure per la decarbonizzazione e la promozione dello sviluppo sostenibile del territorio, l’accelerazione e la digitalizzazione degli iter autorizzativi degli impianti e delle infrastrutture di rete”.
Proprio riguardo la creazione di questo fondo, aveva fatto molto discutere la previsione nel testo originario del Decreto Energia di un contributo annuo, “pari a 10 euro per ogni chilowatt di potenza dell’impianto, a carico dei titolari di impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili di potenza superiore a 20 kW, con titolo per la costruzione degli impianti medesimi acquisito tra il 2024 e il 2030”. Contributo che però è scomparso nel testo definitivo approvato al Senato.
Da segnalare, inoltre, l’attenzione posta sull’eolico “al fine di promuovere misure finalizzate al raggiungimento dell’autonomia energetica nazionale e di sostenere gli investimenti nelle aree del Mezzogiorno mediante la creazione di un polo strategico nazionale nel settore della progettazione, della produzione e dell’assemblaggio di piattaforme galleggianti e delle infrastrutture elettriche funzionali allo sviluppo della cantieristica navale per la produzione di energia eolica in mare”.
Ed anche in questo caso c’è stato un importante cambiamento rispetto al testo originario. Infatti, se nella prima versione le aree dove costruire le future piattaforme per l’eolico off-shore dovevano essere individuate esclusivamente nell’ambito dei porti del Mezzogiorno, nel testo definitivo del Decreto Energia questa possibilità viene estesa a tutto il territorio nazionale a condizione che si tratti di “aree nelle quali sia in corso l’eliminazione graduale dell’uso del carbone”.
Subito dopo l’approvazione del Decreto Energia è arrivato il commento del ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin: “Oggi l’Italia è più forte nelle sfide climatiche. Il provvedimento accompagna le imprese nel loro percorso di decarbonizzazione, sviluppando tante filiere di energia rinnovabile che possono aiutarci al raggiungimento dei nostri obiettivi delineati dal PNIEC”.