Il 7° Rapporto Annuale sull’Efficienza Energetica dell’Enea (Raee) ha evidenziato come le misure adottate nel settore dell’efficientamento dal 2011 al 2017 abbiano generato complessivamente risparmi energetici per 8 Mtep/anno di energia finale. Ma in Italia come si stanno diffondendo gli edifici a energia quasi zero (NZEB)?
Nel 2017 l’Enea aveva avviato un Osservatorio nazionale NZEB per analizzare informazioni su politiche, iniziative pubbliche e private di informazione e formazione. Questo ha permesso di stilare lo stato dell’arte del settore.
Le caratteristiche degli edifici a energia quasi zero in Italia sono stabilite dal Decreto 26 giugno 2015 requisiti minimi sia per edifici di nuova costruzione sia esistenti.
Come transizione verso gli NZEB, per gli edifici di nuova costruzione o soggetti a ristrutturazione importante di 1° livello, il citato Decreto del 2015 fissa requisisti di prestazione in termini di energia primaria più severi del 15% rispetto ai precedenti standard e progressivamente più severi al 2017, 2019 e 2021.
Oltre al limite complessivo sul consumo di energia primaria, lo standard NZEB italiano prevede altri requisiti minimi:
Da una prima stima, in base ai dati degli edifici NZEB certificati con APE in un campione di regioni (Lombardia, Piemonte, Abruzzo, Marche), gli edifici a energia quasi zero costruiti in Italia nel biennio 2016-2017 sono circa 600 secondo gli standard del Decreto requisiti minimi.
Di questi l’80% di nuova costruzione e l’88% ad uso residenziale.
Nonostante il numero sia ancora limitato, si può notare una crescita anche grazie agli obblighi più stringenti imposti in anticipo rispetto alle scadenze del 2019 e 2021:
Analizzando in dettaglio come sono stati realizzati gli edifici, emerge come la maggior parte applica un set ridotto di tecnologie: isolamento di involucro, pompe di calore elettriche (per lo più aria-acqua) e impianto fotovoltaico per la produzione di energia elettrica; a volte la caldaia a condensazione abbinata a impianto solare termico per la produzione di acqua calda sanitaria.
Molte delle realizzazioni e non solo case passive o edifici monofamiliari, sono realizzate sfruttando la tecnologia costruttiva in legno, che si adatta anche a strutture edilizie di dimensioni rilevanti con elevate prestazioni di involucro e tempi di montaggio ridotti.
Nota dolente i costi: in assenza di un approccio nel ciclo di vita dell’edificio, i tempi di ritorno dell’investimento sono in molti casi più lunghi della vita utile dell’edificio.