Il fatturato dell’industria elettrotecnica ed elettronica ha chiuso il 2015 con un segno positivo, infatti è cresciuto del 5,8% anche se siamo ancora lontani dal periodo pre – crisi. Questo è quanto emerso dall’ Assemblea annuale di Anie, l'associazione alla quale aderiscono 1.200 aziende del settore elettrotecnico ed elettronico.
“Il dato positivo arriva dopo un periodo molto difficile ed è basato su due fattori: l’export che ha tenuto e una prima inversione di tendenza del mercato interno” come sottolineato da Claudio Andrea Gemme, Presidente di Anie.
Nonostante questo dato positivo, è presto per parlare di ripresa poiché la domanda è inferiore di 10 punti percentuali rispetto ai livelli del 2008.
L'area chiave della ripresa si conferma l'Europa mentre il peggioramento dello scenario internazionale complessivo potrebbe frenare l'export verso alcuni mercati extra europei che negli ultimi anni hanno contribuito in modo significativo alle vendite del settore.
Analizzando i dati risulta, infatti, che il settore dell’elettrotecnica ha mostrato un trend positivo del volume d’affari complessivo, con una crescita del fatturato totale soprattutto i comparti Trasporti ferroviari ed elettrificati (+22,8%), Energie Rinnovabili (+20,3%), Trasmissione energia (+7,0%) e Distribuzione energia (+9,4%).
Positivo anche l’andamento di due tradizionali comparti di tecnologia Made in Italy, gli apparecchi domestici e professionali con un +0,8% e l’illuminotecnica con una crescita del 4,5%.
Il settore dell’elettronica ha segnato un dato molto positivo, soprattutto nel comparto dell’automazione industriale con un + 7,1% e dell’automazione di edifici con un +4,5%.
“La strada per il recupero è ancora in salita. Se non riparte il mercato interno con investimenti strutturali – precisa Gemme – resteremo sempre appesi a cifre percentuali non significative. L’Italia è un Paese vecchio, obsoleto, e necessita di un piano di ammodernamento e di riqualificazione energetica di abitazioni, edifici pubblici, delle reti infrastrutturali energetiche e di trasporto”.
Come sottolineato da Vincenzo Boccia, Presidente di Confindustria, l’innovazione è l’unica strada da percorrere per restare competitivi.
“La nostra intenzione – evidenzia Boccia – è quella di dare una credibile prospettiva al nostro sistema industriale per il prossimo futuro, che sia in grado di valorizzare il Made in Italy tecnologico. È necessario rendere le nostre industrie più efficienti, moderne e competitive “.
La competitività dell’industria italiana sui mercati esteri è confermata anche dai dati relativi alla bilancia commerciale. I settori ANIE si configurano come esportatori netti con un saldo commerciale attivo per quasi 15 miliardi di euro.
Per i prossimi mesi pesano, però, molte incognite a causa del peggioramento dello scenario internazionale e della ripresa dell’economia italiana, che si è mostrata più lenta e meno dinamica delle previsioni.
Anie rappresenta imprese che da sole contribuiscono al 30% degli investimenti in innovazione di questo Paese. “Ne siamo orgogliosi, e la nostra leadership tecnologica in molti settori ci permette oggi di affermare che oltre al made in Italy del food, della moda e del lusso, dell’accoglienza, c’è un made in Italy fatto di tecnologia, creatività e sapienza” ha concluso Gemme.