Inverter per impianti fotovoltaici residenziali e piccoli centri commerciali

I nuovi inverter multi-MPPT M15A Flex e M20A Flex di Delta ampliano la serie Flex. I modelli M15A Flex e M20A Flex – con potenza pari a 16,5kVA e 22 kVA – rispondono alle esigenze di installazioni su edifici residenziali e piccoli centri commerciali.

Compatti, leggeri, gli inverter Flex M15A/M20A possono essere installati all’aperto grazie alla classe di protezione IP66 e ad una gamma di temperature d’esercizio da -25 a +50 ºC. Si caratterizzano per un design senza ventola che li rende molto silenziosi, massimo 31,6 db(A).

Maggiore redditività

Due inseguitori MPP e una gamma di tensioni di ingresso da 200 a 1000 V CC garantiscono una resa energetica ottimale. Gli inverter trifase funzionano a temperature fino a +50 ºC. Per aumentare l’affidabilità ed evitare guasti operativi dovuti a condizioni di installazione avverse, gli inverter Flex M15A/M20A si caratterizzano per:

La funzione anti-PID integrata impedisce la degradazione della potenza indotta da tensione nelle celle solari, prolungandone così la durata. Inoltre, dispongono di dispositivi di protezione da sovratensione (SPD) sostituibili CA e CC di tipo 2; pertanto, non sono richiesti fusibili di stringa.

Installazione semplice per gli inverter Flex M15A/M20A

Grazie al design compatto e un peso ridotto di circa 40 kg, questi inverter sono facili da installare. Per agevolare il lavoro del professionista, la piastra di montaggio e i connettori CA e CC sono inclusi.

Il monitoraggio e la conoscenza dei dati operativi dell’impianto sono fondamentali. Delta ha esteso la funzionalità dell’app MyDeltaSolar e integrato un modulo Wi-Fi negli inverter per assicurare la connessione diretta allo smartphone o a un router WLAN.

Emissioni ridotte con l’Intelligenza Artificiale per il centro commerciale Grand’Affi

Il Centro commerciale Grand’Affi da anni si impegna a ridurre il proprio impatto ambientale. Negli anni la struttura ha perseguito scelte sostenibili, dall’impiego di energie rinnovabili all’utilizzo di lampade led ad alto risparmio energetico. Il Centro si estende su una superficie di oltre 24.000 mq e normalmente registra la presenza di 80mila clienti alla settimana fino a picchi di 100mila persone.
Da oggi grazie all’utilizzo di intelligenza artificiale la riduzione delle emissioni di CO2 si fa concreta. Supportata da Alperia Bartucci è stato installato un impianto di regolazione della climatizzazione.

Intelligenza artificiale e manutenzione predittiva

Il sistema di controllo avanzato Sybil HVAC è in grado di soddisfare in real-time le esigenze di riscaldamento e raffrescamento grazie a una previsione dell’affollamento all’interno dell’edificio. Tutto questo grazie ad algoritmi proprietari di Intelligenza Artificiale e modelli matematici predittivi.

Oltre al sistema di controllo, sono stati installati multimetri, sonde di temperatura e un contatore gas supplementare al fine di garantire il massimo comfort anche durante i periodi di massimo afflusso. Ovviamente in caso di scarso affollamento, il sistema regola il funzionamento dei motori migliorando l’efficienza energetica ma mantenendo sempre il giusto comfort.

Questa soluzione di efficientamento energetico assicura notevoli benefici ambientali con una riduzione delle emissioni, pari a oltre 82 tonnellate di CO2 in un anno: l’equivalente dell’assorbimento di anidride carbonica di circa 4.000 alberi. Inoltre, l’installazione di questo impianto con intelligenza artificiale assicura una ridotta manutenzione delle macchine grazie anche a un monitoraggio costante.

La tecnologia e la sostenibilità vanno a braccetto, e questo sistema all’avanguardia per ottimizzare la climatizzazione di grandi spazi ne è un chiaro esempio.

Progetto Anticss contro la manipolazione dei test prodotto

L’enorme sfida della transizione energetica si gioca anche sui numeri. Da un lato ci sono le cifre relative alle rinnovabili e ai loro benefici, dall’altro tutta la statistica legata al vecchio ed inquinante mondo del fossile, nel mezzo un’altra gigantesca serie di dati e rilevazioni assortite. Numeri per forza di cosa molto diversi fra loro ma che devono avere assolutamente un elemento in comune, l’attendibilità…

Il pericolo delle false informazioni, infatti, è un elemento di cui occorre tener conto, tanto più considerando che questo rischio diviene inevitabilmente sempre maggiore man mano che aumenta la posta in gioco. Ad esempio, del peso delle fake news relative al cambiamento climatico si è recentemente occupata ENEA nel corso della Pre-COP 26 svoltasi recentemente a Milano.

Un altro aspetto, vale a dire l’identificazione e la prevenzione della possibile manipolazione dei test di conformità dei prodotti legati all’energia, falsandone quindi i risultati – si pensi, ad esempio, al clamoroso caso “dieselgate” -, è invece l’obiettivo del progetto europeo Anticss (Anti-Circumvention of Standards for better market Surveillance).

Progetto Anticss: coinvolti 8 Paesi e 19 istituzioni

L’iniziativa ha coinvolto ricercatori di 19 istituzioni appartenenti a otto Paesi dell’Unione europea (Austria, Belgio, Germania, Italia, Paesi Bassi, Portogallo, Repubblica Ceca, Spagna). In particolare, per l’Italia hanno partecipato ENEA, la Camera di Commercio di Milano Monza Brianza Lodi, l’Istituto Italiano del Marchio di Qualità (IMQ), quest’ultimo come laboratorio di prova e misura.

In particolare, sono due le strade indicate dai ricercatori del progetto Anticss per porre un freno all’elusione della normativa sull’etichettatura energetica e l’ecodesign. In primo luogo occorrerebbe ampliare in sede dell’Unione europea la definizione di elusione che attualmente identifica soltanto i software “nascosti” impiegati per ottenere valutazioni più favorevoli manipolando i risultati dei test di laboratorio.

L’altro elemento rilevante di contrasto all’elusione è invece di tipo normativo. Bisognerebbe infatti fornire alle singole Autorità nazionali di vigilanza del mercato una base giuridica per utilizzare dei metodi di misura modificati in grado di rilevare un’eventuale elusione. “L’Unione Europea – ha dichiarato la responsabile del progetto Anticss, Kathrin Graulich dell’Oeko-Institut – dovrebbe porre fine alla possibilità di eludere la legislazione e le norme il più rapidamente possibile”.

La metodologia dell’indagine

Il gruppo di ricerca di Anticss ha utilizzato proprio questi metodi di misura modificati ad hoc per analizzare numerosi casi sospetti all’interno di otto diversi gruppi di prodotti. Nel dettaglio, quattro laboratori in Germania, Italia, Olanda e Spagna hanno sottoposto a prova 24 prodotti selezionati. Risultato, sei di loro hanno mostrato un comportamento elusivo o al limite dell’elusione del test di laboratorio.

Progetto Anticss test su alcuni prodotti

Si tratta di un risultato allarmante, come peraltro sottolineato da questa considerazione inquietante: se questi comportamenti di elusione dei test fossero praticati in maniera diffusa, la prevista diminuzione annuale delle emissioni di CO2 dovuta alla migliore efficienza degli apparecchi coinvolti potrebbe ridursi di circa 200 mila tonnellate rispetto a quanto previsto in base ai dati ufficiali.

“Non si tratta soltanto della possibile perdita del potenziale risparmio energetico – ha commentato la ricercatrice dell’ENEA, Milena Presutto -. Infatti, ingenerare mancanza di fiducia dei consumatori e degli stessi produttori in due strumenti legislativi, ecodesign ed etichettatura energetica, la cui efficacia è invece acclarata e consolidata, produrrebbe un danno incalcolabile”.

Per maggiori informazioni è possibile scaricare il report in PDF del progetto Anticss.

Easy Micro Data Center: Edge computing affidabile e semplice

Easy Micro Data Center è la nuova gamma di Schneider Electric sia per ambienti IT standard sia commerciali. Si aggiunge al portafolio di soluzioni Micro Data Center ed è pensato per fornire funzionalità di base e offrire la migliore combinazione possibile di velocità, affidabilità e convenienza. Inoltre, sono abilitati in rete per il monitoraggio remoto basato sul Web. Includono opzioni aggiuntive per EcoStruxure di Schneider Electric IT che assicura intelligenza e visibilità sicure e in tempo reale da qualsiasi luogo.

Easy Micro Data Center è omologato con gli armadi Easy Rack.

Pre-integrati a livello di fabbrica sono completati dalla gamma Easy UPS di Schneider Electric di gruppi di continuità (UPS), Easy Power Distribution Units (PDU), rilevamento ambientale e raffreddamento. L’alto livello di pre-integrazione e test semplifica le fasi di progettazione e implementazione li rende ideali per una rapida implementazione per le aziende che necessitano di flessibilità, affidabilità, costo e velocità di risposta.

Edge computing affidabile, semplice e resiliente

Date le dimensioni e il design integrato, Easy Micro Data Center può essere implementato in qualsiasi sito di edge computing o IT distribuito.

I modelli C-Series sono disponibili con armadi per l’implementazione in ambienti commerciali semi-controllati come un ufficio standard o locali commerciali. La S-Series include armadi con porte traforate per un’integrazione in ambienti IT standard come armadi di rete e sale server.
Il software di gestione integrato consente il monitoraggio remoto tramite il cloud. Grazie a Easy Micro Data Center è possibile sfruttare una gestione semplificata su più siti edge, fornendo la combinazione ottimale di affidabilità, convenienza e agilità.

Easy Micro Data Center: le caratteristiche

Facile da ordinare e installare –  Sono integrati con i componenti dell’infrastruttura di alimentazione e raffreddamento e possono essere implementati in modo veloce con un risparmio fino al 48%
Facile da gestire e monitorare – L’offerta supporta il monitoraggio remoto e la gestione semplificata con EcoStruxure IT di Schneider Electric
Versatilità di applicazioni – I micro-data center Easy sono adatte per applicazioni a bassa latenza nel settore bancario e finanziario, retail, Pubblica Amministrazione, ospedali, hotellerie
Sicurezza – Completo di rilevamento ambientale e sicurezza fisica per la protezione da manomissioni e accessi non autorizzati.

Progetto PlatOne per rendere la rete elettrica “resistente” alle rinnovabili

E se invece che entrare nell’era delle rinnovabili andassimo incontro all’era dei black-out? Per quanto provocatoria, trattasi di domanda che poggia su qualche fondamento. Infatti, restringendo il discorso alla mobilità, non ci vuole un genio per capire che un settore dei trasporti completamente libero dai motori termici farebbe collassare in un attimo l’attuale rete elettrica incapace di sostenere la colossale domanda di ricarica dei veicoli. Ovviamente una situazione del genere non si verificherà dall’oggi al domani e quindi gli anni venturi vanno sfruttati per adeguare capacità e funzionamento delle reti di distribuzione dell’energia. Di questo si occupa, in ambito europeo, il progetto PlatOne (PLATform for Operation of distribution Networks) che ha “l’obiettivo di sviluppare e testare una soluzione tecnologica d’avanguardia in grado di abilitare i meccanismi di flessibilità energetica all’interno di un mercato aperto e inclusivo”.

progetto PlatOne (PLATform for Operation of distribution Networks)

Sfida lanciata dall’Unione europea

In pratica, il progetto raccoglie un’ambiziosa sfida lanciata dall’Unione Europea: rispondere alla crescente esigenza di mitigare nel breve e lungo periodo le congestioni di rete, dovute alla sempre maggiore penetrazione di energia elettrica da fonti rinnovabili a generazione variabile e di sistemi di riscaldamento, raffreddamento e mobilità elettrica.

A sostenere l’iniziativa, cha ha un orizzonte temporale di quattro anni, c’è un partenariato transnazionale composto da dodici partner pubblico-privati: Acea Energia, Areti, Apio, Avacon, BAUM, Engineering, E.DSO, Hedno, Politecnico di Atene NTUA, RSE, Siemens. Soggetti che sono provenienti da Italia, Grecia, Belgio e Germania, e vengono coordinati dall’Università tedesca di Aachen (RWTH Aachen University).

PlatOne, previsto anche l’impiego della blockchain

In particolare, il progetto prevede, anche attraverso l’impiego della blockchain, di modificare il modello commerciale di gestione dei consumi energetici e trasformare il cliente in un partner che offre servizi di flessibilità e contribuisce a garantire l’equilibrio tra domanda e offerta di energia a beneficio dell’intera comunità. I promotori sottolineano quindi la capacità di PlatOne nel promuovere “un nuovo approccio di gestione della rete per ottimizzarne il funzionamento e renderla maggiormente stabile e resiliente anche in presenza di grandi produzioni di energia da fonti rinnovabili. Questo grazie alla combinazione di misure di flessibilità, come accumuli, tecnologie domotiche e automazione”.

Nel complesso sono previsti investimenti per ricerca e interventi innovativi sulle reti elettriche, sulle piattaforme di mercato e sugli strumenti di interfaccia per un valore di 9,5 milioni di euro, di cui 7,5 milioni finanziati dalla Commissione Europea. Il Gruppo Acea investirà in totale nel progetto circa 1,4 milioni, importo già previsto nel piano industriale 2019–2022 per lo sviluppo delle proprie reti.

Acea pilota italiano del progetto

E proprio Acea – attraverso Areti e Acea Energia, insieme a Siemens, Engineering e la startup Apio – è responsabile per il coordinamento del cosiddetto “pilota italiano” del progetto con un programma che è stato attivato per la prima volta in via sperimentale sulla rete di distribuzione di Roma. Infatti, dal luglio scorso questo modello innovativo di gestione dei consumi energetici è stato implementato sulle utenze di dieci clienti nelle zone di Roma Eur, Centocelle, Villaggio Olimpico e presso lo Smart Village del Centro Ricerche Enea della Casaccia.

Pilota italiano del progetto che proseguirà ora con lo sviluppo di funzionalità sempre più efficienti e con il coinvolgimento di un numero crescente di clienti. Soluzioni, come tutte quelle individuate da PlatOne, che saranno poi condivise con la comunità scientifica, i maggiori stakeholder di settore e gli utenti finali, nonché implementate in tutti i Paesi partecipanti

Sviluppo di comunità energetiche condominiali: accordo Edison e Gabetti Lab

Secondo l’Electricity Market Report dell’Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano, nasceranno in Italia circa 10 mila comunità energetiche nei prossimo cinque anni. Edison e Gabetti Lab svilupperanno iniziative di comunità energetiche in ambito condominiale in Italia.

La partnership prevede l’installazione di impianti fotovoltaici sui tetti dei condomini per produrre energia rinnovabile che verrà sfruttata dalle famiglie come membri della comunità energetica.

Le comunità energetiche sono associazioni tra produttori e consumatori a cui è consentito produrre, immagazzinare e vendere energia elettrica autoprodotta da fonti rinnovabili. Tra i vantaggi quello di dare un contributo concreto alla transizione ecologica e a un uso consapevole dell’energia. Oltre ovviamente a quello di ridurre i costi energetici delle famiglie.

Cosa prevede la partnership Edison e Gabetti Lab

Alessandro De Biasio AD Gabetti Lab e Massimo Quaglini AD Edison Energia

Da sx: Alessandro De Biasio AD Gabetti Lab e Massimo Quaglini AD Edison Energia

L’accordo prevede che Gabetti Lab promuova l’iniziativa all’interno della sua rete di affiliati che operano nel settore dell’amministrazione condominiale per individuare i condomini in cui realizzare le comunità energetiche. Da sempre Gabetti Lab da sempre sostiene l’importanza della riqualificazione energetica del patrimonio edilizio residenziale italiano e l’uso di fonti energetiche alternative.

Edison, invece, si occupa dell’installazione e gestionei dell’impianto fotovoltaico sul tetto del condominio a “costo zero” per chi vi abita, riconoscendo, inoltre, un beneficio economico alla comunità energetica.

L’obiettivo è realizzare più di 1.000 comunità energetiche condominiali in Italia nei prossimi 3 anni. Per Edison le comunità energetiche sono uno strumento in grado si generare benefici economici, ambientali e sociali per tutti i membri.

Come evidenziato dalla ricerca del Politecnico di Milano saranno circa 150-300 mila utenze non residenziali ed oltre 1 milione di utenze residenziali che daranno vita a circa 5-10 mila configurazioni di autoconsumo collettivo tra il 2021 e il 2025.

Secondo la normativa, che riguarda i nuovi impianti alimentati da fonti rinnovabili di potenza singolarmente non superiore ai 200 kW, gli autoconsumatori che agiscono collettivamente devono trovarsi nello stesso edificio o gruppo di edifici. L’energia elettrica prodotta e autoconsumata dagli impianti rinnovabili ha diritto per un periodo di 20 anni alla tariffa incentivante erogata dal GSE – Gestore Servizi Energetici. (Normativa in evoluzione che probabilmente vedrà innalzata oltre la soglia dei 200 kW)

Centraline e sensori per gas metano, GPL e monossido di carbonio

La gestione della sicurezza aiuta a prevenire incidenti, anche molto gravi, durante le fughe di gas. È importante dotare gli edifici di un efficace impianto per la rilevazione delle perdite di gas. Watts propone una gamma di centraline e sensori per la rilevazione di gas metano, GPL e monossido di carbonio da installare in centrali termiche, impianti e stabilimenti industriali, e nel residenziale.

Centraline e sensori per gas per il settore industriale

Nelle centrali termiche civili e industriali Watts propone le centraline Serie Civic. Sono dispositivi per la rilevazione di perdite di gas in locali come caldaie, officine, magazzini, laboratori con la possibilità di comandare una elettrovalvola o un dispositivo ausiliario (sirena, lampeggiante, estrattore) mediante il relè di allarme integrato.

I modelli Civic1 (un sensore) e Civic4 (fino a 4 sensori) sono predisposti per il collegamento dei sensori Serie UR13 e Serie UR20S, certificati ATEX, con interfaccia ottica a led e acustica tramite buzzer interno. Entrambi sono dotate di uscita di comando per allarme gas e uscita OC per segnalazione guasto. La custodia è in plastica autoestinguente adatta al montaggio su barra DIN.

elettrovalvola Watts

Elettrovalvola

I sensori individuano l’aumento della concentrazione del gas e la centralina di rilevazione perdite di gas interviene. I sensori di rilevazione gas sono disponibile nelle tre versioni per metano, GPL e monossido di carbonio e garantiscono in modo affidabile e sicuro un monitoraggio continuo 24 ore su 24.

Le centraline sono abbinate alle elettrovalvole normalmente chiuse a riarmo manuale Serie EV-EV/6B. Questi dispositivi elettromeccanici a sicurezza intrinseca garantiscono il controllo e l’intercettazione del flusso di gas sia per segnalazioni di pericolo inviate da rivelatori fughe gas, sia per mancanza di corrente dalla rete elettrica.

Per una maggiore sicurezza queste valvole possono essere riarmate solo in presenza di tensione in rete e solo quando il rilevatore fughe gas non dà più segnalazioni di pericolo (sicurezza positiva).

L’installazione di un sistema di rilevazione perdite di gas abbinato a un’elettrovalvola solenoide a riarmo manuale è obbligatoria per centrali termiche con potenza superiore a 35 kW ((DM 273 del 08/11/2019) e raccomandabile per impianti domestici.

Sicurezza gas per il residenziale

Per ambienti domestici Watts propone il modello Gas Sentinel, un rivelatore elettronico di gas metano o GPL, dotato di segnale visivo, acustico e comando opzionale di un’elettrovalvola per l’intercettazione del gas. Disponibile da parete (Serie GSX) o da incasso (Serie GSW), può essere utilizzato per controllare più di un ambiente con un’unica unità centrale. Gas Sentinel risponde alla normativa vigente.

Gas Sentinel, un rivelatore elettronico di gas metano o GPL

Classi di prestazione energetica: cosa sono e come si definiscono

La classificazione degli edifici sulla base delle prestazioni di efficienza energetica è ormai in vigore da diversi anni, anche se vari aggiornamenti normativi hanno apportato nel tempo diversi cambiamenti. Senza ripercorre l’intera storia della normativa sull’efficienza energetica, è possibile partire dal DL 63/2013 che ha sostituito il vecchio Attestato di Certificazione Energetica (ACE) con l’Attestato di Prestazione Energetica (APE). A questo decreto, seguono altri 3 decreti, del 26 giugno 2015, che apportano ulteriori novità nel settore.

Tra queste, una riguarda proprio le linee guida con cui redigere il nuovo APE, che va obbligatoriamente compilato in caso di locazioni e compravendite.

L’APE è un documento che descrive le prestazioni energetiche di un edificio, calcolandone i consumi e le dispersioni e attribuendogli una classe in base al risultato ottenuto. Dal 1° ottobre 2015, le classi di prestazione energetica sono 10. Partendo dalla “peggiore”, la G, si sale fino alla classe A, che a sua volta si suddivide in 4 sottoclassi: A4, A3, A2, A1. Ad ogni classe energetica corrisponde un consumo energetico dell’edificio.

Come si calcola classe energetica di un edificio

La prestazione energetica dell’immobile deriva dalla definizione di un indice di prestazione energetica globale (EPgl, in italiano anche IPE), che a sua volta racchiude il contributo per la climatizzazione invernale (EPh,nren), la climatizzazione estiva (EPc,nren), la produzione di acqua calda sanitaria (EP2,nren), la ventilazione meccanica (EPv,nren). L’unità di misura utilizzata per i calcoli e per definire questi indici è il kWh/m2 anno.

Per calcolare i consumi energetici è fondamentale che il tecnico incaricato (e abilitato) effettui dei sopralluoghi presso l’immobile, raccogliendo informazioni in merito alle sue caratteristiche e agli impianti presenti. Per il calcolo vengono utilizzati dei software, che simulano il comportamento dell’edificio sulla base dei dati inseriti.

Per gli edifici non ancora realizzati, le linee guida spiegano come ricorrere alla procedure di calcolo da progetto, in cui si fa riferimento al progetto energetico dell’edificio per i dati necessari al calcolo. In ogni caso si valutano elementi come:

Risparmio energetico in base alla classe di efficienza

I vantaggi di una casa in Classe A e come ottenere casa passiva

Un edificio in Classe A, oltre ad essere più sostenibile, assicura vantaggi anche per i suoi abitanti. Consumare meno energia, infatti, significa anche ridurre le spese per il mantenimento di casa e il suo utilizzo.

Infatti, gli interventi di riqualificazione necessari ad aumentare la classe di un edificio (come la posa di un cappotto e l’installazione di una nuova caldaia), permettono di mantenere il comfort interno, riducendo l’energia necessaria agli impianti per riscaldare, ventilare e illuminare casa. Inoltre, una casa ben isolata, ventilata e che può contare su impianti efficienti è anche garanzia di salubrità e benessere. Infine, anche il valore immobiliare dell’edificio sale, in quanto il fabbricato è di qualità.

Se, invece, i consumi sono addirittura azzerati o quasi, si parla di casa passiva o di NZEB (Near Zero Energy Buildings). Nel primo caso, l’edificio viene progettato dando priorità al comfort interno ricorrendo il meno possibile a sistemi impiantistici attivi (grazie anche ai principi di progettazione bioclimatica), se non per bassissime quantità di energia. In questo caso il bilancio energetico è davvero basso, grazie anche al ricorso alla progettazione bioclimatica. Negli NZEB, invece, si considera anche l’apporto delle fonti energetiche rinnovabili, che vanno a bilanciare i consumi energetici dell’edificio. Gli NZEB sono stati introdotti con la Direttiva Europea 31/2010/CE, mentre le Passivhaus possono essere certificate su base volontaria.

edificio: classe energetica dalla G alla A

Le certificazioni volontarie per gli edifici

Oltre all’Attestato di Prestazione Energetica (APE) obbligatorio per legge, ci sono diverse certificazioni volontarie per misurare la sostenibilità e le prestazioni degli edifici.

Un esempio è proprio la certificazione Passivhaus, ottenuta a seguito del rispetto verificato di un protocollo definito dal Passivhaus Insitut di Darmstadt. Questa certificazione non certifica solo il risultato finale in termini di consumi, ma l’intero approccio progettuale. In Italia è rilasciata dall’Ente Certificatore Zephir PassivHaus Italia, che propone anche un software specifico per l’esecuzione dei calcoli termici ed energetici. Una particolarità, è anche la richiesta dei risultati di un Bloweer Door Test, per verificare la tenuta all’aria.

Altre certificazioni volontarie degli edifici sono rilasciate secondo il protocollo LEED o il protocollo ITACA. Si tratta in entrambi i casi di sistemi a punteggio che valutano la sostenibilità dell’edificio, andando oltre il consumo energetico, che è solo uno dei requisiti. Per queste certificazioni, infatti, si considerano anche aspetti come la tipologia dei materiali utilizzati, il consumo di risorse per la costruzione, la gestione dell’acqua, la qualità ambientale interna.

Infine, c’è la certificazione CasaClima, che, come i precedenti sistemi, valuta sia le prestazioni energetiche, che la qualità e la sostenibilità dell’edificio. L’ente di riferimento è l’Agenzia CasaClima e per ottenere il certificato si devono superare positivamente sia dei controlli documentali, che in cantiere e presso l’immobile. La richiesta della certificazione, infatti, deve sempre essere fatta prima dell’inizio dei lavori.

Nuova luce sul Velodromo Maspes-Vigorelli con Gewiss

Torna a splendere il Velodromo Maspes-Vigorelli, nel quartiere City Life di Milano.

Buona parte del merito del restyling dell’impianto è dovuto al nuovo impianto illuminotecnico realizzato da Digital Sport Innovation utilizzando le Serie Stadium PRO | 3 e Smart[PRO] 2.0 di Gewiss. Non è la prima volta che gli apparecchi del produttore bergamasco vengono utilizzati con successo per questo tipo di applicazioni.

Tutte le opere di ammodernamento sono state eseguite da Quadrio Costruzioni su commissione di City Life S.p.A., che ha in carico l’intera rifunzionalizzazione dell’impianto sportivo nell’ambito del Piano Integrato di Intervento.

Le caratteristiche del Velodromo Maspes-Vigorelli

Costruito nel 1935 in seguito alla demolizione dell’antiquato velodromo Sempione, il Maspes-Vigorelli ha subito negli anni diversi interventi di restauro, che hanno consentito alla struttura di ospitare svariati eventi sportivi (ciclismo, football americano e persino una gara di coppa del mondo sci di fondo nel 1997 e tre arrivi di tappa del Giro D’Italia tra gli anni ’50 e ‘60). Tanti anche gli eventi extra-sportivi, come gli storici concerti dei Beatles nel 1965.

Gli ultimi lavori di rinnovamento, oltre a quelli legati all’impianto di illuminazione, hanno visto anche la manutenzione straordinaria della pista originaria in pino di Svezia, lunga 397,7 m e larga 7,5 m, con una pendenza massima in curva di 42 gradi. I 142 apparecchi Smart[PRO] 2.0 appena installati serviranno a rischiararla anche nelle condizioni climatiche più avverse, garantendo un illuminamento medio superiore ai 700 Lux su tutti i settori della pista e un livello di uniformità maggiore di 0,6.

Stadium PRO | 3 per il football americano

Per illuminare il campo da football americano, che ospita le partite casalinghe dei Seamen Milano e dei Rhinos Milano (entrambi in Prima Divisione), sono stati invece installati 44 apparecchi Stadium PRO | 3 in grado di assicurare un illuminamento medio superiore a 600 Lux e un livello di uniformità pari allo 0,7. Grazie ad un sistema di gestione DALI installato in ognuno degli apparecchi Stadium PRO | 3, inoltre, sarà possibile regolare a piacimento l’intensità del flusso luminoso, adeguando i livelli d’illuminazione in base a diverse esigenze agonistiche o ad altre necessità.

Per l’illuminazione delle tribune e dei locali annessi, infine, sono stati utilizzati apparecchi appartenenti alle gamme Smart[3] e Smart[3] Plus.

La connettività delle smart city è questione di vetro

Sapevi che anche il vetro può aumentare la connettività delle smart city e dei suoi edifici connessi? Ebbene sì, nell’epoca delle città digitali “tutto fa rete”, anche le nuove soluzioni telecom in vetro di AGC. La famiglia Wave punta infatti a migliorare la connettività urbana, dentro e fuori il building, sfidando con tecnologie e rivestimenti innovativi i materiali sempre più isolanti degli edifici ad alta efficienza energetica. Vediamo come, nelle due proposte WaveThru e WaveAttoch.

Connettività delle smart city: ecco WaveThru

Grazie al rivestimento applicato direttamente sul vetro, WaveThru ripristina la copertura della rete telefonica nei palazzi senza compromettere l’estetica e le prestazioni termiche delle finestre. La soluzione AGC riduce l’attenuazione del segnale di 25 decibel (dB) ed è multifrequenza. Questo significa migliorare la copertura del segnale su ogni frequenza e rendere la soluzione smart a prova di futuro (nuove tecnologie o cambio operatore).

Inoltre WaveThru è facile da installare, è compatibile con tante tipologie di vetro e coating ed è applicabile anche sulle facciate esistenti.

WaveAttoch per la rete 5G

Pensando invece alla diffusione del 5G e alla necessità di assicurare il segnale nelle aree urbane, ecco WaveAttoch. L’antenna 4G/5G trasparente incrementa la densità della rete esterna e viene installata all’interno degli edifici direttamente sulla finestra, rispettando tutti i vincoli normativi. I componenti garantiscono un design leggero, bello da vedere sia quando ci si trova all’interno dell’edificio sia nel contesto urbano circostante.

AGC si conferma pioniera della connettività urbana sviluppando la prima antenna per un vetro compatibile con le bande ad alta frequenza del 5G

Comfort, qualità della vita e digitalizzazione trovano così nel vetro un nuovo protagonista tecnologico della rivoluzione intelligente. E un potenziale passo avanti nella connettività delle smart city di tutto il mondo.