L’efficienza energetica ai tempi della blockchain

Applicare la blockchain all'efficienza energetica è una pratica non solo utile ma auspicabile. Il ricorso ai registri distribuiti per l'efficientamento energetico agevola il passaggio di informazioni e ne assicura la validità.
efficienza energetica e blockchain

Se ne sente parlare sempre più spesso e anche il settore dell’efficienza energetica diventa un’occasione per applicarla e sfruttarne al meglio le caratteristiche: è la blockchain. Ma innanzitutto occorre capire cosa sia.

Cos’è la blockchain

La blockchain è una struttura di dati condivisi, è immutabile e formata, come dice il nome stesso, da blocchi che costituiscono una catena di dati. Un vero e proprio modello di business diffuso, un nuovo paradigma basato sulla DLT (Distributed Ledgers Technology), registri distribuiti i cui dati digitali, ovvero le informazioni sulle transazioni effettuate, possono essere aggiunti da tutti i soggetti partecipanti, solo però attraverso regole condivise da tutti gli attori. I dati sono così replicati, condivisi e validati.

Le informazioni, in pratica, sono trasferite automaticamente a un soggetto interessato. Se un’informazione non è completa, il passaggio non avviene; in caso contrario il passaggio viene validato. Gli standard di riferimento, unitamente alle migliori pratiche che sono il fondamento della validazione, permettono di ridurre costi e rischi, e di garantire la tracciabilità delle informazioni e la trasparenza.

La blockchain si inserisce nel paradigma del cosiddetto “Internet of Value” – l’Internet del valore – una rete che consente di scambiare informazioni e valore senza intermediari. Anche perché ha una struttura che possiamo definire orizzontale, priva dunque di un organismo centrale.

Bitcoin Dai bitcoin all’energia

Il sistema della blockchain nasce nel 2008 con l’arrivo nel mondo della finanza dei bitcoin. Ad oggi quello finanziario resta il campo di elezione dell’utilizzo di questa tecnologia, che però sta trovando applicazioni interessanti anche in altri settori. Uno di questi è, appunto, l’efficienza energetica. Per come è strutturato risulta, infatti, uno strumento particolarmente utile in un processo, come quello dell’efficientamento energetico, che è caratterizzato dalla compartecipazione di diversi attori. Grazie ai registri le informazioni possono essere trasferite a ogni soggetto interessato in modo automatico e sicuro, secondo protocolli standardizzati.

Lo scheletro della blockchain

La struttura della blockchain si basa su una serie di elementi cardine. Il primo è il network, che si identifica con l’insieme di tutti gli attori interessati. La struttura, si è detto, è orizzontale e tutti i soggetti che compartecipano alla blockchain sono al medesimo livello.
Indispensabili al funzionamento della catena sono poi gli algoritmi, che gestiscono a livello di software i passaggi di informazioni e le validazioni. Hanno il compito di regolare i trasferimenti di dati all’interno del sistema.

Vi è poi il registro distribuito vero e proprio, che deve essere accessibile, verificabile, trasparente e immutabile.

Altro elemento essenziale è dato dai trasferimenti di informazioni e dati che, in una piattaforma basata sulla blockchain, sono sempre tracciabili e programmabili.
Infine vi sono gli asset digitali ovvero i diversi contenuti digitali.

Il sistema a blocchi applicato all’efficienza energetica

Applicare questa tecnologia al settore dell’efficienza energetica significa potere mettere in contatto facilmente soggetti che hanno ruoli differenti nel mercato e che vi interagiscono in modo diverso. Aziende, risparmiatori e investitori possono così trovare nella blockchain un virtuale punto di incontro e di scambio di dati, informazioni e valore.

Inoltre nel mercato energetico risulta particolarmente utile, in quanto è in grado di assicurare il bilanciamento della rete. Si prospetta quindi la possibilità dello sviluppo di un modello distribuito per l’uso dell’energia con sistemi di distribuzione elettrica interconnessi e digitali.

Le piattaforme più conosciute sono Hyperledger ed Ethereum ma si stanno facendo largo sul mercato nuove soluzioni basate sui registri distribuiti della blockchain espressamente dedicati a specifici settori.

Dal PoliMI un osservatorio ad hoc

Nel 2018, nell’ambito degli Osservatori Digital innovation della School of management del Politecnico di Milano, nasce l’Osservatorio Blockchain & distributed ledger.
Lo scorso 17 gennaio 2020 è stato presentato l’annuale rapporto che l’Osservatorio stila in merito a queste tecnologie con i risultati della Ricerca 2019.

Ne emerge come quello appena passato sia stato l’anno della conferma dell’importanza della blockchain, vista come tecnologia per il futuro. Sono nate numerose startup e si sono registrati numerosi investimenti da parte di istituzioni pubbliche, Governi e grandi aziende – in primis le big del web: Facebook, Telegram, Microsoft, Amazon e Alibaba. In tutto il mondo, nel 2019, si sono contati 488 progetti di blockchain e distributed ledger; molti sono implementazioni di progetti precedenti, più di due terzi sono annunci.

Tuttavia è una tecnologia ancora agli inizi. Sul mercato stanno nascendo diversi tipi di blockchain, ben il 65% delle aziende ha creato nuove piattaforme, piuttosto che utilizzare quelle esistenti ed è ancora lontana l’idea di convergere verso un’unica piattaforma a livello mondiale.

I settori applicativi della blockchain

I settori applicativi della blockchain e le piattaforme più diffuse – Ricerca 2019, fonte Osservatorio Blockchain & distributed ledger (Politecnico di Milano)

5 cardini della blockchain

La blockchain si basa su alcuni elementi portanti:

  • network – insieme di tutti gli attori interessati che sono allo stesso livello
  • algoritmi – regolano i trasferimenti di dati all’interno del sistema
  • registro distribuito – è accessibile, verificabile, trasparente e immutabile
  • trasferimenti – sono tracciabili e programmabili
  • asset digitali.

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Raffaella Quadri

Giornalista freelance, lavora da anni nel campo della comunicazione, in particolare nei settori tecnico industriali – tra cui l'elettrico e il comparto delle tecnologie –, esperienza che le ha permesso di sviluppare un approccio multisettoriale.

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