New Energy Outlook 2021: per azzerare le emissioni serviranno tanti soldi

Chi si aspettava qualche significativa novità legata agli effetti della pandemia non ha avuto alcuna soddisfazione dal New Energy Outlook 2021 messo a punto come di consueto da Bloomberg NEF. Il report, infatti, ribadisce concetti già noti da anni anche perché i numeri che contano, al di là dell’emergenza sanitaria, sono sempre lì in tutta la loro evidenza. Cifre che ci raccontano quanto sarà impegnativo centrare uno degli obiettivi più ambiziosi nell’ambito dell’Accordo di Parigi, ovvero un mondo ad impatto zero, in termini di anidride carbonica immessa nell’atmosfera, per il 2050.

Ruolo cardine del settore energetico

“Raggiungere il traguardo delle zero emissioni nette nel 2050 – sottolinea il report Bloomberg NEF – significa implementare in questo decennio le tecnologie di abbattimento disponibili in commercio per ogni settore. Più di tre quarti dello sforzo per ridurre le emissioni nei prossimi nove anni ricade sul settore energetico e su una più rapida diffusione dell’energia eolica e solare fotovoltaica”.

Quanto agli ulteriori elementi utili alla riduzione delle emissioni, un altro 14% si otterrà con un maggiore utilizzo di elettricità nei trasporti, nel riscaldamento degli edifici e nella fornitura di calore a bassa temperatura nell’industria. Ed ancora, un maggiore riciclaggio dell’acciaio, dell’alluminio e della plastica contribuirà ad un calo del 2% delle emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera.

Il 2030 punto di passaggio fondamentale

Fra gli altri elementi citati nel report figurano una maggiore efficienza degli edifici (0,5% il calo stimato delle emissioni globali), una crescita della bioenergia per il carburante impiegato per l’aviazione sostenibile e il trasporto marittimo (con una riduzione del 2%). Tutti obiettivi, come detto, che dovranno essere raggiunti entro il 2030 per essere sulla buona strada verso il raggiungimento dello zero netto entro la metà del secolo.

E proprio la cronologia, sia globale che divisa per settore, relativa all’andamento delle emissioni da qui fino al 2050 rappresenta una delle parti più importanti dell’analisi BNEF. Per quanto riguarda il dato planetario, lo zero netto a metà secolo dovrà passare attraverso queste due tappe decennali: entro il 2030 le emissioni globali legate all’energia in flessione del 30% rispetto ai livelli del 2019 (con una riduzione annuale del 3,2%), un calo che dovrà diventare del 75% una volta arrivati al 2040.

energia eolica per zero emissioni

Limitare a 1,75 gradi l’innalzamento della temperatura

Al riguardo, il report indica che l’ottenimento dello zero netto alla metà del secolo significherà contenere in 1,75 gradi centigradi l’innalzamento medio delle temperature. Per riuscirci occorrerà innanzitutto una rapida inversione delle tendenze più recenti, se è vero che le emissioni di anidride carbonica sono addirittura aumentate dello 0,9% all’anno dal 2015 al 2020.

Ragionando per settori, il comparto chiamato a compiere i maggiori progressi nel prossimo decennio è quello energetico, con una riduzione delle emissioni entro il 2030 pari al 57% rispetto ai livelli del 2019. Un taglio dell’anidride carbonica immessa in atmosfera che dovrà essere ancor più drastico nel decennio successivo, con un traguardo del -89% fissato per il 2040.

New Energy Outlook 2021: le stime

Le emissioni legate invece al trasporto su strada dovranno diminuire dell’11% entro il 2030, con un’accelerazione molto più vistosa, evidentemente legata all’andamento dell’elettrificazione del trasporto, prevista per la decade seguente: 80% al di sotto dei livelli del 2019 nel 2040. Per quanto riguarda l’industria e l’edilizia, le emissioni sono stimate in calo del 16% e del 12% entro il 2030, valori che diventano il 58% e il 55% ragionando sul 2040.

Naturalmente il lungo e complesso processo di riduzione delle emissioni, per il quale il report Bloomberg NEF indica peraltro tre diversi scenari di realizzazione, comporterà dei costi economici non indifferenti. In particolare, la stima relativa agli investimenti nella fornitura di energia e nelle infrastrutture va dai 92 trilioni ai 173 trilioni di dollari nei prossimi trent’anni.

Ciò significa che gli investimenti annuali dovranno più che raddoppiare per raggiungere questo obiettivo, passando dai circa 1,7 trilioni di dollari all’anno di oggi, a una media compresa tra 3,1 trilioni e 5,8 trilioni di dollari annuali nei prossimi tre decenni.

Al Supersalone un design digitale e circolare

Ripartenza, sicurezza e sostenibilità sono i cardini del Supersalone 2021. Perché la prima edizione dell’appuntamento fieristico, dopo il lungo stop dovuto all’emergenza Covid, meritava un cambiamento di nome e di fatto.

Ne sono convinti l’archistar Stefano Boeri e il suo team internazionale di co-progettisti, che hanno lavorato a un Salone del Mobile.Milano del tutto nuovo. Un hub di sperimentazione, ricerca e integrazione tra settori; uno specchio dell’evoluzione del design negli ultimi 18 mesi e di una dimensione digitale e tecnologica sempre più influente.

I numeri del Supersalone 2021

I primi quattro padiglioni di Fiera Milano a Rho, ovvero 68.520mq, ospitano 423 aziende, 170 giovani creativi e 39 maker. In totale, vanno in scena:

Al centro, una proficua contaminazione tra mercati, prodotti e professioni realizzata per coinvolgere i visitatori. E, molto importante, rilanciare la Milano del design.

Quanto vale il mercato del design?

La novità del Supersalone arriva in un momento cruciale per la ripresa della filiera italiana dell’arredamento e dell’illuminazione. Un macrosistema che vale 21 miliardi di euro, di cui 11 miliardi destinati all’export e 10 miliardi al mercato nazionale. In particolare, nel primo semestre 2021 le vendite sono cresciute del 51,7% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Ma il confronto regge anche con i primi sei mesi del 2019, rispetto ai quali si registra un +14,3% per le vendite totali e un +21,4% per quelle italiane. 

La fotografia di FederlegnoArredo è comunque un insieme di luci e ombre, legate soprattutto il caro materie prime e l’andamento della pandemia. “Lo stato di buona salute del settore è il risultato di un mix di fattori che hanno avuto proprio nella ritrovata centralità della casa in periodo Covid il motore propulsore – commenta il presidente Claudio Feltrin –. Ma faremmo un torto alla qualità dei prodotti, al lavoro di ricerca delle aziende, alla loro capacità di continuare a produrre novità quando il mondo si è fermato, se non dicessimo che questi dati sono anche la dimostrazione del valore della nostra filiera. Un valore inestimabile che non può fare a meno di una vetrina internazionale come il Salone del Mobile che, quest’anno, si concretizza in una formula innovativa e unica, pensata proprio per l’eccezionalità del periodo”.

Sostenibilità ed economia circolare

Quali sono i tratti distintivi di questo primo Supersalone? Partiamo dai concetti di sostenibilità, riciclo e circolarità, che non riguardano solo i progetti in mostra. Nella strategia di costruzione della fiera, infatti, gli organizzatori hanno dato priorità al noleggio e al riuso per evitare sprechi di materiale. Inoltre, gli allestimenti e le aree comuni utilizzano una ridotta quantità di pannelli di truciolare (1.230 mc) ottenuti con legno riciclato al 100%. Al termine del Supersalone, questi e molti altri materiali installati a Fiera Milano verranno immessi in un nuovo ciclo di produzione, proprio in ottica di economia circolare. Il risultato? Un risparmio di 553.500 kg di anidride carbonica in atmosfera.

Rafforzano infine l’intento sostenibile della manifestazione i 200 alberi donati dal Salone del Mobile.Milano a Forestami. Un importante sostegno al polmone verde del capoluogo lombardo.

Il lato digitale del Supersalone

In questa epoca di eventi digitali, fiere ibride e nuovi format di incontro, il Salone del Mobile.Milano non poteva che rafforzare anche la sua presenza online. La piattaforma dedicata all’edizione 2021 consente di:

Il tutto allo scopo di conciliare business ed emozioni e in un rinnovato contesto virtuale.

Il Supersalone va in città

Eccoci, infine, alle iniziative speciali legate al Supersalone. Come da tradizione, l’evento esce dai cancelli di Rho e rinnova il dialogo con la Triennale di Milano. Un vero e proprio Salone in Città, con spazi espositivi ricchi di design e storia.

Apertura, creatività, sostenibilità ed esperienze digitali sono il “dunque” di un’edizione tutta da vivere.

EMergency CPSS: alimentazione sicura per sistemi di emergenza

Per garantire l’alimentazione delle luci di emergenza nel caso di interruzione dell’alimentazione di rete, Socomec propone gli UPS della gamma EMergency CPSS.

Tutti i prodotti della gamma EMergency sono conformi allo standard EN 50171: dispongono di involucro IP20 conforme alla norma EN 60598-1, caricabatteria rapido (80% della capacità di batteria recuperata in 12 ore), protezione della batteria dai danni derivanti da inversioni di polarità, protezione della batteria contro scariche profonde, batteria a lunga durata fino a 10 anni. Sono progettati per la tenuta al 120% della potenza nominale durante l’intero periodo di autonomia.

UPS EMergency CPSS: a cosa servono

Questi UPS sono progettati per fornire l’alimentazione ad altre apparecchiature di sicurezza fondamentali:

Gamma EMergency CPSS: dove utilizzarla

Grazie all’ampiezza di gamma sono in grado di soddisfare diverse esigenze. La gamma EMergency CPSS è la soluzione ideale per:

Per richieste particolari, Socomec è a disposizione per adattare i prodotti a specifiche applicazioni.

Una gamma completa

Nella nuova gamma EMergency CPSS troviamo la soluzione ITYS EM+ per i sistemi di emergenza monofase, Masterys EM+ per i sistemi di emergenza da 10 a 120 kVA e Delphys EM per quelli da 160 e 200 kVA.

ITYS EM+

ITYS EM+ viene proposta per assicurare un’alimentazione sicura per sistemi di emergenza monofase (2 e 6 kVA). La tecnologia online a doppia conversione (VFI) assicura elevati livelli di disponibilità e una totale protezione del carico in tutte le condizioni ambientali.

ITYS EM+ è una soluzione affidabile in un ampio intervallo di temperature ambiente di esercizio fino a 45 °C. Il dispositivo di controllo delle sovratensioni (Over Voltage Control Device – OVCD), fornito di serie, protegge l’UPS e il carico da pericolosi picchi di tensione di rete.
ITYS EM+ si caratterizza per un’installazione rapida e semplice che non necessita di configurazione alla prima messa in servizio. Inoltre grazie alla flessibilità dell’espansione modulare della batteria sono possibili molte configurazioni.

Masterys EM+

Masterys EM+ è un sistema di alimentazione centralizzata ad alta affidabilità (da 10 a 120 kVA). È una soluzione all-in-one: per le configurazioni di batterie interne (10/15/20 kVA), UPS e batterie sono nello stesso armadio. Installazione facilitata grazie ai cablaggi che vengono effettuati durante la fabbricazione e le batterie vengono fornite testate e pronte all’uso.
Anche la manutenzione è semplificata: l’architettura con sostituzione dei blocchi limita il tempo medio di riparazione (MTTR) e l’accesso frontale consente interventi di riparazione rapidi e semplici.

Anche questo UPS è dotato di un dispositivo di controllo delle sovratensioni (Over Voltage Control Device – OVCD), fornito di serie, che protegge l’UPS e il carico da pericolosi picchi di tensione di rete.

Masterys EM+ è pronto per il collegamento in ottica Industria 4.0, grazie alla predisposizione IoT per l’accesso ai servizi connessi. Inoltre Grazie la app SoLive permette un monitoraggio in tempo reale dello stato di corrente dell’UPS, dell’autonomia della batteria, dlla temperatura di funzionamento dell’UPS. Inoltre, il servizio di monitoraggio remoto Link-UPS consente una connessione permanente tra il sistema di alimentazione centralizzata (CPSS) e il più vicino centro di assistenza Socomec.

È dotato di un display grafico multilingue da 3,5”, 2 slot per opzioni di comunicazione, porta USB per il download del report e dello storico degli eventi dell’UPS, porta Ethernet per interventi di assistenza.

Delphys EM

Per garantisce l’alimentazione sicura per sistemi di emergenza 160 e 200 kVA, Socomec propone Delphys EM che si caratterizza per il trasformatore incorporato nell’involucro dell’UPS.
Tra le caratteristiche troviamo il collegamento al sistema IT di messa a terra a valle, la modalità Eco-mode per raggiungere fino al 98% di rendimento e la disponibilità di altri tipi di batteria.

Inoltre, è dotato di display grafico a colori multilingue con touchscreen da 7” di facile utilizzo, slot per opzioni di comunicazione, interfaccia a contatti puliti (contatti privi di tensione configurabili).

 

Climate Solutions: la divisione dedicata all’HVAC di Beijer Ref Italy

Dopo l’acquisizione a fine 2020 del brand Sinclair, Beijer Ref Italy annuncia la nascita di Climate Solutions, la nuova divisione interna dedicata al settore HVAC.

Climate Solutions gestirà la commercializzazione dei prodotti di climatizzazione dei brand Carrier DX e Sinclair. Un percorso iniziato nel 2016 con il rilancio dei prodotti Carrier ad espansione diretta a cui si aggiunge la gamma di prodotti per la climatizzazione, il riscaldamento e la produzione di acqua calda sanitaria a marchio Sinclair.

Un portafoglio prodotti completo e con nuove opportunità di business per i clienti distributori e gli installatori.

Attilio Verzilli - Sales Manager della nuova divisione Climate Solutions

Attilio Verzilli – Sales Manager della nuova divisione Climate Solutions

La struttura operativa è a Milano ed è guidata da Attilio Verzilli – Sales Manager della nuova divisione Climate Solutions.  “Il nostro obiettivo è rafforzare la presenza nel mercato dando un’importante occasione di business ai nostri clienti – ha sottolineato Attilio Verzilli –. I sistemi Sinclair che proponiamo al mercato italiano vantano un elevato livello di qualità e affidabilità che li rende in grado di competere con i brand più noti del mercato. L’ampio product range permette di offrire soluzioni per soddisfare le esigenze sempre più sfidanti per le performance energetiche dell’intero impianto”.

Climate Solutions: un portafoglio completo

Climate Solutions propone soluzioni complete nel settore HVAC. Tra questi una gamma residenziale completa, con prodotti smart che permettono di dialogare ed interagire con i sistemi domotici e con gli assistenti vocali come Amazon Alexa e Google Assistant. Inoltre, la divisione vanta un’ampia offerta di sistemi commerciali con le linee VRF e chiller a marchio Sinclair adatti per grandi edifici. In aggiunta Climate Solutions sarà attiva nel mondo del riscaldamento a basso impatto ambientale con sistemi a pompa di calore aria-acqua con produzione di acqua calda sanitaria.

Distribuzione nel canale ITS e Elettrico

La strategia distributiva di Climate Solutions è di continuare a collaborare con distributori, grossisti e installatori. L’azienda si affida alla professionalità e qualità del servizio che solo i grossisti del canale ITS ed elettrico sono in grado di assicurare.

Il canale grossista e il contatto diretto con l’installatore sono fondamentali per far comprendere le caratteristiche tecnologiche di alta qualità e le prestazioni delle soluzioni. Tra i plus delle soluzioni proposte, l’attenzione all’impatto sull’ambiente e all’innovazione digitale.

La struttura organizzativa comprende già oggi una capillare rete di Agenzie Commerciali e Centri di Assistenza Tecnica in tutta Italia, affiancate dalle filiali italiane della divisione ECR sempre all’interno di Beijer Ref Italy, operanti nel mercato della refrigerazione.  Saranno potenziati l’Ufficio Service e la rete assistenza per supportare al meglio la filiera distributiva e installativa. Climate Solutions si interfaccerà con Studi di Progettazione per supportarli nelle ristrutturazioni di grandi impianti e nella progettazione di nuovi edifici proponendo chiller e VRF a marchio Sinclair.

 

Autoconsumo collettivo in condominio? A Pinerolo è già operativo

Il primo esempio italiano di autoconsumo collettivo in condominio è nato a Pinerolo a maggio 2021. Presto ne diventerà operativo un altro a Torino, in via Bardonecchia, mentre fervono in tutta Italia i nuovi progetti legati al fotovoltaico e alle comunità energetiche rinnovabili.

Una spinta green ed efficiente dimostrata dai tanti casi studio presentati da Legambiente nell’ultimo report Comunità Rinnovabili. Particolarmente interessanti, dal punto di vista normativo e per la riduzione dei costi energetici e dell’impatto ambientale, le configurazioni condominiali che presentiamo in seguito.

Autoconsumo collettivo in condominio: Pinerolo docet

Cosa è accaduto a Pinerolo? Il 14 maggio scorso nel comune piemontese è stato inaugurato il primo condominio in Italia operativo in regime di autoconsumo collettivo. L’intervento fa capo alla joint venture tra Acea Energia e Tecnozenith, con la collaborazione dell’Energy Center del Politecnico di Torino. Il tutto, inoltre, rientra nel progetto europeo Horizon 2020 “Buildheat”.

Ma veniamo ai dati energetici: l’edificio risulta oggi quasi completamente autonomo sia per l’elettricità sia per il riscaldamento/raffrescamento. Questo perché il condominio autoconsuma il 90% dell’energia prodotta dall’impianto fotovoltaico da 20 kW e dal solare termico per l’acqua calda sanitaria.

Energia rinnovabile e digitale

L’integrazione impiantistica è il cuore di ogni progetto di autoconsumo collettivo in condominio. A Pinerolo, infatti, il fotovoltaico alimenta le utenze dei 10 appartamenti e una pompa di calore (posizionata sul tetto) da 83 kW in regime di riscaldamento o da 71 kW quando serve raffrescare. Inoltre, il progetto ha previsto l’installazione di un pacco batterie da 13 kWh per l’accumulo di energia da reimpiegare all’occorrenza per minimizzare il prelievo dalla rete.

Quanto ai sistemi di gestione dell’energia, ogni inquilino controlla e imposta la temperatura di ogni stanza tramite un Building Management System (BMS), che gli permette anche di conoscere i consumi elettrici. Infine, la distribuzione e la contabilizzazione termica per l’acqua calda sanitaria, il riscaldamento e raffrescamento sono monitorati tramite 13 Enerboxx.

Indipendenza energetica con fotovoltaico nel condominio di via Bardonecchia a Torino

Torino integra fotovoltaico e mobilità elettrica

Il secondo caso sigla invece l’unione tra autoconsumo collettivo in condominio e mobilità elettrica. L’esperienza del complesso di Via Bardonecchia a Torino, infatti, sta per essere registrata ufficialmente sul portale del GSE.

Si tratta di un edificio da 21 alloggi alimentati da due impianti fotovoltaici, uno sul tetto e uno sulla parete rivolta a sud. Il progetto, promosso da LL Italia, prevede una potenza complessiva di 255 kW e una produzione annua di 293.239 kWh. Gli impianti sono connessi sia ai contatori di ciascun appartamento, per mandare in autoconsumo le utenze private, sia al contatore condominiale da 80 kW. Questo per coprire i consumi della luce delle scale, dell’ascensore, del citofono e dell’antenna TV. Ma c’è di più: il fotovoltaico smart è anche associato alle stazioni di ricarica dei veicoli elettrici e alle pompe di calore.

Così, l’indipendenza energetica delle piccole realtà locali stimola la transizione verde delle città e degli edifici italiani.

Fotovoltaico, in agricoltura c’è chi dice no

In tempi di no vax non ci si dovrebbe stupire davanti al rifiuto di qualcosa che invece il senso comune suggerisce essere una novità positiva. Eppure, di fronte a quel che sta accadendo rispetto all’energia solare, al fotovoltaico dentro il vasto mondo dell’agricoltura è difficile non rimanere sorpresi anche se, riprendendo quanto affermato all’inizio, sarebbe eccessivo parlare della nascita di un movimento no solar…

Il caso degli incendi in Sicilia

La cronaca degli ultimi mesi ha portato all’attenzione almeno due episodi nei quali il rapporto fra pannello fotovoltaico e terreno agricolo è apparso a dir poco problematico. Il più clamoroso e controverso si è verificato in Sicilia, addirittura con l’accostamento dello sfruttamento dell’energia solare a comportamenti criminali! “Le ombre del business del fotovoltaico a terra sugli incendi in Sicilia – si legge in un comunicato di Coldiretti – rafforzano l’impegno per la difesa del territorio con la petizione contro i pannelli solari mangia suolo”.

Una presa di posizione durissima, dopo l’avvio delle indagini sull’ennesima serie di incendi che ha colpito duramente l’isola, senza peraltro che al momento siano emerse prove concrete di un qualche collegamento, appunto, con il mondo del fotovoltaico. Tanto più, è bene ricordarlo, che un tale collegamento sarebbe ben difficile da spiegare considerato che, secondo quanto previsto dalla legge, in territori oggetto di incendi non possono essere realizzate nuove strutture per almeno dieci anni, che diventano quindici nel caso di cambio di destinazione d’uso.

fotovoltaico e terreno agricolo

La petizione di Coldiretti Giovani Impresa

Sia come sia, resta la petizione relativa a fotovoltaico e agricoltura, lanciata in tutta Italia da Coldiretti Giovani Impresa, “a tutela del suolo agricolo chiedendo alle istituzioni di investire nelle fonti alternative di energia senza dimenticare il ruolo fondamentale dell’agricoltura e la bellezza unica dei nostri territori, che andrebbero compromessi senza una programmazione territoriale degli impianti fotovoltaici a terra”.

Dalla Sicilia al Veneto, con un episodio meno “scottante” che vede sempre protagonista, attraverso la sua rappresentanza regionale, Coldiretti. Infatti, si è recentemente appreso del pronunciamento da parte del Tar Veneto che ha respinto una richiesta di sospensione della realizzazione dell’impianto fotovoltaico a terra nel comune di Loreo dopo che lo stesso aveva ottenuto il via libera da parte dei competenti uffici regionali.

Fotovoltaico e agricoltura: la richiesta respinta di Coldiretti Veneto

Una richiesta di sospensione formulata, appunto, da Coldiretti Veneto che non ha certamente apprezzato il diniego della giustizia. “In questa battaglia non ci sono vincitori né vinti – si legge nel comunicato dell’associazione agricola -, è il territorio a perdere. Il nostro è un atto dovuto verso i cittadini, gli agricoltori, nei confronti della tutela del paesaggio e di chi fruisce della sua bellezza. È una forma di rispetto verso la gente che lo conserva, che lo abita, verso chi lavora la terra e dai campi trae le produzioni di alta qualità per garantire la sana alimentazione alla comunità. Tutto questo non ha prezzo e nessuna carta di credito può restituire quanto andrà perduto come bene a disposizione della collettività e patrimonio agroalimentare”.

Posizione opposta di Confagricoltura

Limitandosi a quanto appena esposto si potrebbe persino pensare ad una diffusa ostilità del settore agricolo nei confronti del ricorso all’energia solare. Per fortuna non è proprio così e per le vicende descritte si può piuttosto parlare di episodi circoscritti, almeno per ora. Per il resto, l’enorme opportunità rappresentata dal fotovoltaico non sfugge anche alla maggioranza degli operatori del comparto agricolo. Un esempio è rappresentato dal recente paper di Elettricità Futura e Confagricoltura che affronta alcuni dei temi al centro del G20 Ambiente.

Nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza sono presenti risorse il fotovoltaico su terreni agricoli (agri-solare sugli edifici agricoli, agro-voltaico, comunità energetiche) e nel DL Semplificazioni sono presenti misure di semplificazione in tema fotovoltaico e agricoltura. Sono sicuramente dei segnali positivi, ma c’è ancora molto da fare.

“La sinergia tra produzione agricola ed energetica – si legge nel documento – genera una lunga serie di benefici, che il Paese può e deve cogliere, in termini di ricadute economiche, attraverso la possibile creazione di imprese agricole energeticamente indipendenti, la rivitalizzazione delle attività agricole in aree oggi a bassa redditività e a rischio abbandono, nonché di recupero anche a fini energetici di aree abbandonate o attualmente incolte”. Gli impianti fotovoltaici a terra dovrebbero essere realizzati sia attraverso soluzioni innovative di agro-voltaico: in questo modo sarebbe ben evidente che fotovoltaico e agricoltura possono convivere.

Idrogeno verde con Fronius Solhub per Solaris Bus a Wels

Il progetto “Solaris Urbino 12 Hydrogen” prevede l’utilizzo di idrogeno per alimentare un bus per il trasporto pubblico cittadino nella città di Wels per due settimane, il tutto utilizzando idrogeno green generato con Fronius Solhub.

Idrogeno pulito con Fronius Solhub

Presso la sede Fronius di Ricerca e Sviluppo, situata a Thalheim bei Wels, il veicolo viene rifornito ogni giorno con circa 13 kg di idrogeno prodotto con energia solare. Il rifornimento dura circa 15 minuti e permette al pullman di percorrere almeno 160 km in base alle condizioni di impiego.

“Il beneficio più significativo è dato dal fatto che calore e vapore acqueo sono gli unici prodotti della reazione chimica che avviene nella cella a combustibile, quindi si riduce al minimo l’inquinamento. – afferma Anna Mejer, General Manager di Solaris Bus – Il rifornimento di idrogeno richiede poco tempo, è comodo e non presenta grandi differenze rispetto al tradizionale rifornimento di un veicolo a gasolio”.

Idrogeno verde: cos’è e a cosa serve

L’idrogeno verde è una fonte di energia rinnovabile utile per il processo di decarbonizzazione e quindi per il raggiungimento degli obiettivi climatici (al contrario dell’idrogeno blu, ricavato da fonti fossili).

“La sfida più grande era assicurare la disponibilità di questo tipo di idrogeno. Fronius Solhub risolve questo problema producendo direttamente in loco l’idrogeno verde, grazie all’utilizzo di energia solare” spiega Martin Hackl.
Questo contribuisce a eliminare l’inquinamento dato dal trasporto del materiale e garantisce la produzione di idrogeno senza l’utilizzo di CO2.

“Siamo lieti di far parte di questo progetto esclusivo. – spiega Martin Hackl, Global Director della Business Unit Solar Energy, Fronius International GmbH – Con Solhub offriamo una soluzione chiavi in mano completa, che consente di produrre localmente idrogeno verde per il rifornimento di veicoli con celle combustibili. Questo rappresenta un ulteriore passo avanti nella realizzazione della nostra vision 24 ore di sole. Fronius Solhub ha un enorme potenziale di applicazione sia nelle aziende, sia nei servizi offerti dagli enti pubblici locali, ed entrambi i soggetti hanno un ruolo fondamentale nella definizione e realizzazione dei sistemi di fornitura energetica del futuro”.

Una soluzione per un futuro più rispettoso dell’ambiente

Cerimonia Fronius Solhub Wels

Grazie a una solida cooperazione tra gestori del servizio mobilità e operatori economici, sono state create le condizioni per implementare questo primo progetto di mobilità all’idrogeno 100% sostenibile. Oltre a Fronius, i partner per il progetto sono le linee Wels, Sabtours, il land dell’Alta Austria e Solaris Bus.

Di recente, un altro progetto legato alla produzione e all’utilizzo di idrogeno ha permesso a SAN Group a Herzogenburg (Bassa Austria) di effettuare il rifornimento dei veicoli aziendali e garantire l’autonomia energetica dell’edificio grazie all’alimentazione di backup.

Con Solhub, Fronius offre una gamma di soluzioni modulari per la massima efficienza energetica e l’accumulo di energie rinnovabili. L’idrogeno prodotto localmente e in modo sostenibile ha in sé un elevato potenziale per diventare un altro importante elemento della rivoluzione energetica, in grado di creare maggior valore nelle applicazioni residenziali e di portare alla nascita di nuovi modelli di business a livello regionale.

“Prevediamo che nei prossimi anni questa soluzione verrà implementata presso altri clienti, come aziende commerciali e produttive, comuni e aziende del settore dei trasporti, ma anche in altri campi – come la logistica, il turismo, i gestori di veicoli speciali e nell’ambito delle comunità energetiche”, secondo Rührlinger.

Nuove etichette energetiche per le sorgenti luminose

Efficienza energetica: oggi 1° settembre entrano in vigore le nuove etichette energetiche per le sorgenti luminose. Il 1° marzo erano entrate in vigore quelle per gli elettrodomestici (lavastoviglie, lavatrici e lavasciuga biancheria, frigoriferi e congelatori), display elettronici e apparecchi per la refrigerazione.

Perché cambiano le etichette energetiche

L’obiettivo è fornire informazioni più semplici e smart, migliorando l’efficienza energetica in tutta Europa.
L’etichetta energetica per i prodotti supporta nella ricerca e nella selezione di prodotti ad alta efficienza energetica da oltre 25 anni. Inoltre, ha spronato le aziende a realizzare prodotti sempre più innovativi e risparmiosi di energia.

Lo schema di etichettatura dalla A +++ alla G era diventato meno efficace e poco trasparente: la maggior parte dei prodotti si trovava nelle 2-3 classi superiori. Era diventato difficile distinguere i prodotti più performanti ed energeticamente efficienti. L’Unione Europea ha quindi modificato l’etichetta.

Dalla A alla G: la scala della nuova etichetta

Tra le maggiori novità della nuova etichetta c’è il ritorno alla classificazione con la scala di 7 classi di efficienza energetica – colorata da verde a rosso – da A (migliore) a G (peggiore). Spariscono le classi supplementari caratterizzate dal segno +.

E’ stato previsto un riscalaggio periodico ogni circa 10 anni o quando una significativa percentuale di modelli sarà presente nelle due classi di efficienza più elevate.
In aggiunta è presente, ove appropriato, una scala secondaria, da A a D, per il rumore emesso.

Viene accentuata la neutralità linguistica e sono stati potenziati i pittogrammi che informano sulle caratteristiche e sulle prestazioni energetiche e funzionali degli apparecchi. Questo permette di non ricorrere a un testo che andrebbe presentato in tutte le lingue dell’Unione Europea.

Il consumo di energia elettrica, espresso in kWh, è generalmente annuo ma può anche essere correlato al consumo per ciclo quando ritenuto più comprensibile.

Etichette energetiche per le sorgenti luminose e gli elettrodomestici 2021

QR Code: informazioni a portata di smartphone

Per agevolare nella lettura delle caratteristiche del prodotto è presente un quick access code o codice QR, che dà accesso alle informazioni in lingua nazionale, presenti nella banca dati europea EPREL (European Product Registry for Energy Labelling). Il QR Code è leggibile attraverso la scansione con uno smartphone.

Per quali prodotti ci saranno nuove etichette nel 2021?

L’introduzione delle nuove etichette è stata organizzata in modo graduale:

date entrata in vigore etichetta energetica

Pochi prodotti nelle classi A e B

La classe A – e per alcuni prodotti anche la B – sarà sempre vuota al momento della prima applicazione della nuova etichetta. Anche in questo caso per stimolare l’innovazione tecnologica e lasciare lo spazio ai nuovi modelli più efficienti che entreranno nel mercato.

Etichette energetiche per sorgenti luminose: no lampadine A, B e C

L’etichetta energetica – con una scala di 7 classi di efficienza energetica, da A a G – è obbligatoria su tutte le sorgenti luminose immesse sul mercato dal 1° settembre 2021.
Devono avere l’etichetta le sorgenti luminose con o senza unità di alimentazione integrata, direzionali e non direzionali, comprese le sorgenti luminose immesse sul mercato come parte di un prodotto contenitore.

Sono escluse dall’obbligo di etichettatura le sorgenti luminose utilizzate per applicazioni particolari in:

Al momento della prima applicazione della nuova etichetta alle lampadine, le classi A, B e C dovrebbero rimanere vuote: i prodotti verranno infatti inseriti nelle nuove categorie attraverso un processo di riscalaggio. Di fatto, secondo quanto riporta Enea nella guida sull’etichettatura energetica 2021, non sono presenti sul mercato modelli di lampade nelle classi superiori alla D.

Quali lampadine scegliere: come variano costi e consumi

Ma come districarsi, per quanto riguarda l’illuminazione in casa, nella scelta delle lampadine? Tenendo conto della nuova classificazione e l’assenza per il momento di alcune classi, è bene dunque imparare a districarsi per scegliere la lampadina più efficiente. Obiettivo incidere meno sulla bolletta elettrica e salvaguardare l’ambiente. Selectra spiega come scegliere la sorgente luminosa più efficiente.

Ogni lampadina ha una potenza espressa in Watt, alla quale come detto sarà associato sull’etichetta un consumo in kWh per 1000 ore di uso/accensione.

Andando a considerare un utilizzo medio dell’illuminazione di circa 3.000 ore l’anno, Selectra ha dunque confrontato le tipologie di lampadine più comuni.
Una lampadina LED, ad esempio, ha un consumo di circa 35 kWh/anno e un costo medio in bolletta di 7 euro/anno. Tale lampadina, con la nuova etichettatura, sarà inserita in classe D o E, a seconda delle prestazioni specifiche.
Consumi appena superiori ha una lampadina fluorescente che con 41 kWh/anno e 8 €/anno in bolletta finirà in classe F.
Un modello alogeno arriva invece a consumare 123 kWh/anno, facendo salire il costo medio in bolletta a 25 euro: tale lampadina finirà in classe G, essendo di fatto la meno efficiente in commercio.
Il tutto senza considerare le lampadine a incandescenza (ormai fuori commercio) che con un consumo di 175 kWh/anno avrebbero portato il costo medio in bolletta a 35 euro/anno.

infografica sorgenti luminose e nuove etichette

Ipotizzando una casa con almeno 10 lampadine, cambiando le vecchie lampadine con i led si potrebbe risparmiare fino al 70-80%.

Etichetta energetica e consapevolezza dei consumi

Le luci led al momento sono la tecnologia più efficiente e offrono anche una soluzione migliore per lo smaltimento. Se infatti anche il silicio presente nelle lampade LED deve essere correttamente conferito nelle isole ecologiche, nel caso delle lampade alogene lo smaltimento è particolarmente difficoltoso a causa della presenza di gas altamente nocivi per l’ambiente.
“L’Etichetta Energetica è uno strumento fondamentale che può sensibilizzare sui consumi energetici quotidiani – dichiara Antoine Arel, co-fondatore di Selectra Italia -. Secondo le stime della Commissione Europea, infatti, le nuove etichette energetiche su elettrodomestici e sorgenti luminose potrebbero portare ad un risparmio pari a 38 TWh/anno entro il 2030, che corrisponde ad un risparmio di energia pari al consumo annuo di un paese come l’Ungheria”.

Il Fuorisalone 2021 sposa design e climatizzazione

Si chiama Silent-Iconic ed è la nuova cassetta a 4 vie presentata da Hitachi Cooling & Heating al Fuorisalone 2021. Ma non si tratta di un semplice lancio di prodotto: nel tanto atteso ritorno della manifestazione milanese, in città dal 4 al 10 settembre, la climatizzazione incontra concettualmente e concretamente il mondo dell’interior design.

Design dell’aria al Fuorisalone 2021

Paolo Casati ha collaborato con Hitachi al lancio di Silent-Iconic

Paolo Casati, co-founder di Studiolabo, Fuorisalone.it e di Brera Design District

Il “matrimonio” supera la demarcazione tra forma e funzione, integrando in una soluzione tecnica un design iconico e un segno grafico di riduzione. L’idea sviluppata in collaborazione con Paolo Casati, co-founder di Studiolabo, Fuorisalone.it e di Brera Design District, è trasformare ciò che spesso rappresenta un limite progettuale in elemento distintivo. Ovvero passare da semplice oggetto tecnologico a soggetto di un ambiente arredato.

Alla Milan Design Week si apre così un nuovo dialogo tra impiantistica e architettura. Dal concept di design dell’aria alle nuove forme dell’abitare – tema del Fuorisalone 2021 -, focalizzate in questo caso sulle applicazioni professionali e commerciali.

Cosa significa Silent-Iconic

Quali sono le caratteristiche di Silent-Iconic? Il pannello di forma quadrata ed essenziale vuole essere un’alternativa di design per architetti e interior designer alla ricerca di soluzioni estetiche per la climatizzazione commerciale. I quattro deflettori sono disegnati per ridurre l’impatto visivo e garantire un preciso controllo del flusso d’aria.

Il bordo di 13 mm e lo spazio minimo tra pannello e soffitto (3 mm) rendono Silent-Iconic praticamente invisibile. Anche la ripresa centrale è progettata per integrarsi abilmente nello spazio di riferimento. La soluzione unisce il fronte estetico alle caratteristiche di alta efficienza, risparmio energetico, flessibilità d’installazione, comfort termico e silenziosità.

Armonia, funzione e relazione

“Nell’identità di Hitachi Hitachi Cooling & Heating vedo tre dimensioni: armonia, integrità e spirito pioneristico – spiega Paolo Casati -. Elementi in linea con l’idea che ha guidato Studiolabo nel recente sviluppo del progetto Fuorisalone Digital, nato per trasformare l’impossibilità di organizzare l’evento in presenza in opportunità. La soluzione del designer giapponese Tomohiko Sato diventa soglia tra elemento tecnico e architettura, capace di integrarsi al meglio nell’ambiente”.

Tutto secondo il principio del “Less is More”: cura del dettaglio, attenzione alla persona, funzione senza compromessi, riduzione al minimo degli elementi. L’unità di climatizzazione Silent-Iconic diventa simbolo di progetti industriali virtuosi, dalla storia mondiale del design al Fuorisalone 2021.

Primo relé temporizzato basato su tecnologia NFC: Harmony – NFC

Il relé temporizzato Harmony – NFC (tecnologia near field communication) consente di usare lo smartphone per le impostazione e il controllo. Schneider Electric con questa nuova soluzione innovativa basata su tecnologia NFC offre una nuova efficienza e precisione nel settore delle apparecchiature elettriche.

Harmony – NFC: operatività con un click

Da oggi con Harmony – NFC è possibile impostare facilmente il relè temporizzato dimenticando cacciaviti e complesse istruzioni. È sufficiente la App sullo smartphone.
Funzioni che fanno risparmiare tempo come la clonazione e la possibilità di archiviare le configurazioni e permettono di implementare rapidamente le stesse funzionalità su più temporizzatori. Le impostazioni possono essere lette e modificate senza toccare manopole o quadranti, semplificando il flusso di lavoro e permettendo di identificare e diagnosticare in pochi secondi.
Il relè temporizzato offre 28 funzioni, svariate gamme di temporizzazione, 2 contatti NC/NO come uscita, alimentazione multi-tensione. Come tutta la gamma si caratterizza per robustezza e qualità.

Maggiore sicurezza e precisione

Un altro tipico problema del settore applicativo che questo prodotto risolve è la precisione. Rispetto ai relè temporizzatori tradizionali che consentono un margine di errore che può arrivare al 10%, Harmony – NFC elimina quasi tutte le possibilità di errore (consentendo un margine di appena 0,2%) automatizzando ogni impostazione.
Installando Harmony – NFC viene assicura la protezione delle impostazioni di fabbrica ed è possibile evitare modifiche non autorizzate adottando password sicure.