La termografia è una tecnica che permette di rilevare, calcolare e registrare la radiazione infrarossa emessa da un corpo, tramite appositi strumenti, detti termocamere. Il risultato della rilevazione viene convertito in un’immagine, nella quale le parti del corpo in esame risultano di differenti colori in base alla temperatura e alle radiazioni emesse. Il colore è il risultato di un calcolo dei valori rilevati nel campo dell’infrarosso dello spettro elettromagnetico. La lettura del calore irradiato da un determinato oggetto è immediata e può essere utilizzata per differenti scopi, dall’ambito edile a quello industriale. Durante l’era Covid è stata estesa anche alla videosorveglianza.
Le termocamere, che appunto misurano l’intensità della radiazione emessa, sono speciali telecamere, che elaborano le mappe di temperature di cui si è parlato prima.
Esistono diverse tipologie di termocamere, con sensori, sensibilità e risoluzione differenti, la cui valutazione dipende proprio dall’utilizzo che se ne deve fare. Alcuni esempi di applicazione riguardano la ricerca di ponti termici in un edificio, guasti su un impianto o perdite d’acqua.
I vantaggi della termografia sono molti, ma il principale è sicuramente quello di essere una tecnica di indagine non invasiva e non distruttiva, sia nel caso di analisi su edifici che sugli impianti. Le problematiche possono essere individuate anche prima che si manifestino i sintomi in modo evidente, con una riduzione dei costi delle indagini da svolgere e a risultati precoci e di precisione elevata.
Oltretutto, i risultati si leggono in tempo reale, senza che sia necessario procedere ad analisi complesse successive. Infine, non è da trascurare la sicurezza degli operatori durante le ispezioni, soprattutto in campo elettrico, in quanto possono stare a distanza dal componente oggetto di analisi.
La termografia può essere utilizzata in ambito edile per diversi scopi, tra cui le diagnosi energetiche e la valutazione di eventuali interventi di riqualificazione. Utilizzando una termocamera, infatti, è possibile rilevare le differenze di temperatura nei diversi punti dell’edificio, rilevando dispersioni di calore. Dove si rileva una temperatura superficiale maggiore, avviene una perdita di energia, un punto critico che andrebbe adeguatamente gestito in un intervento di riqualificazione energetica. La causa potrebbe essere un carente isolamento o un ponte termico da risolvere.
La termografia, infatti, può essere utilizzata anche a seguito dell’intervento di un isolamento a cappotto, per verificare la corretta posa in opera. Così facendo è possibile anche verificare la tenuta all’aria di infissi, cassonetti e finestre.
Altri utilizzi in edilizia possono riguardare anche la ricerca di eventuale umidità nelle murature, che chiaramente incide sulla loro temperatura. In occasione di degrado dell’edificio, infatti, la termografia è generalmente una delle tecniche più utilizzate, anche per i costi ridotti che comporta. Oltre all’umidità, possono essere facilmente rilevate anche eventuali perdite di acqua, valutando problemi dovuti a allagamenti o grosse infiltrazioni.
Viene utilizzata anche per indagini non distruttive sulla natura strutturale e materica di alcuni manufatti, soprattutto se storici e vincolati. Ad esempio, in ambito di restauro, è preferibile un’analisi non invasiva per raccogliere informazioni sui materiali presenti o su eventuali strutture nascoste.
La termografia è utile anche nei casi in cui si voglia verificare un impianto elettrico, ad esempio individuando anomalie o malfunzionamenti, sia per ricercare un problema che per effettuare manutenzione preventiva.
Ad esempio, un punto caldo in un circuito elettrico potrebbe essere indice di problemi di corrosione, ossidazione o di collegamenti allentati o difettosi. Allo stesso modo, anche un componente non funzionante può essere individuato facilmente. Rilevando le differenze di temperatura, quindi, è possibile pianificare adeguate attività di manutenzione, in modo mirato rispetto a quanto rilevato.
L’innalzamento della temperatura, infatti, indica generalmente problemi “invisibili” all’occhio, ma in grado di provocare surriscaldamento o scintille. Possono essere oggetto di analisi i quadri elettrici, i vari componenti, i cavi o anche diversi apparecchi.
La termografia è molto utile anche per la verifica e manutenzione degli impianti fotovoltaici, di cui si può controllare qualità e rendimento delle singole celle. Alcuni guasti, infatti, possono portare al surriscaldamento di alcune parti del pannello, che altrimenti non potrebbero essere rilevate. Tra i guasti indagabili con la termografia ci sono sicuramente anche la delaminazione dei pannelli, il funzionamento a vuoto, cortocircuiti, rotture delle celle.
Inoltre, è possibile assicurarsi del corretto rendimento del proprio impianto, eventualmente a distanza di tempo dall’installazione, per verificare che non avvengano cali di performance indesiderati. Inoltre, proprio come si può fare sull’impianto elettrico di un edificio, anche tutti i componenti dell’impianto fotovoltaico possono essere monitorati con una termocamera, scongiurando guasti o possibili rischi come incendi.
